STUPIDA RAZZA

lunedì 10 ottobre 2022

CHE TRISTI LE DONNE CHE HANNO SAPUTO SOLO ESSER BELLE

 

L eggendo lo Zibaldone di Pensieri di Giacomo Leopardi si resta colpiti dalle continue citazioni, tra il novembre 1820 e il febbraio 1821, degli scritti di AnneThérère marchesa di Lambert. Si va da una frase sull’invidia a una serie di considerazioni sull’amor proprio in società, senza tralasciare riflessioni sulla pazienza o sul conforto della solitudine; vi sono poi pagine sul rapporto tra il pudore e le altre passioni o sui difetti come fonte di piacere. La signora di Lambert affascina il ventiduenne poeta e pensatore e - scusate l’osservazione quantitativa - è presente nello Zibaldone più di un moralista quale La Bruyère, la cui massime scaturiscono da un calmo, rassegnato pessimismo. Ancora: la “marquise” in quest’opera leopardiana occupa più spazio di Diderot o di Kant, persino di Montaigne. E non si pensi a un innamoramento isolato del grande di Recanati, giacché madame avrà numerosi richiami anche nelle pagine di Nietzsche. Chi era questa signora? E perché il suo successo sembra essersi fermato al secolo XIX? A codesta e a numerose altre domande risponde una traduzione, preceduta da un acuto saggio, dei suoi Scritti sul femminino, a cura di Marco Lanterna. Il libro contiene le opere sulla donna (tranne una, sono prime traduzioni), il 50% circa del lascito letterario della Lambert. Reca il titolo L’altra metà del mondo. La marchesa è vissuta tra il 1647 e il 1733; tenne a Parigi, all’inizio del secolo XVIII, un salotto letterario all’Hôtel de Nevers, oggi sede della Bibliothèque Nationale. Qui si ritrovavano intellettuali come Fontenelle, Montesquieu, l’abate di Saint-Pierre, il gesuita Buffier (anticipatore del motivo filosofico del senso comune) e altre personalità di rilievo quali il commediografo Marivaux; da lei s’incontravano i pittori Watteau e Nattier, che esponevano le loro novità. Il libro contiene diversi trattatelli - oltre gli Avvisi di una madre alla propria figlia si trovano, tra le altre, le Riflessioni novissime sulle donne o metafisica dell’amore - e sono prose ricche di massime morali. Per esempio, nel Discorso sull’opinione di una dama si legge: «Nulla è più triste che il seguito della vita di donne che hanno saputo solo essere belle». Le Riflessioni sul gusto così lo definiscono: «Una specie di istinto che ci trascina e conduce più sicuramente di qualsiasi ragionamento». A proposito di Fontanelle, morto centenario, riportiamo una sua battuta proferita in un altro salotto (la Lambert era ormai tra i più). Nell’Elogio che gli dedica Jean-Paul Grandjean de Fouchy si narra che il filosofo, incontrando una gran bella donna, disse: «Ah, madame, se soltanto avessi di nuovo ottant’anni!». 

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