STUPIDA RAZZA

venerdì 28 ottobre 2022

Lagarde: avanti con il rialzo dei tassi Liquidità, alta tensione tra banche e Bce

 


La Banca centrale europea ha portato il tasso di riferimento al 2%, con un rialzo di 0,75 punti percentuali, il secondo consecutivo dopo quello di settembre e il rialzo di 50 punti base a luglio. La presidente Christine Lagarde non ha escluso nuove strette, da decidere «riunione dopo riunione» nonostante i rischi di recessione, «perché l’inflazione è troppo alta e rimarrà alta a lungo». Ma sui mercati affiora la fiducia in una politica più accomodante. Sulla liquidità è tensione tra banche e Bce dopo la stretta sui prestiti Tltro.«Dobbiamo fare quello che dobbiamo fare. Una banca centrale ha il mandato della stabilità dei prezzi e deve perseguirlo usando tutti i mezzi». (🤣🤣🤣) Così la presidente Christine Lagarde ha confermato ieri la determinazione della Bce a centrare il target e riportare «tempestivamente» l’inflazione al 2% sul medio termine, spiegando la decisione del Consiglio direttivo di aumentare ieri i tassi per la seconda volta «sensibilmente» dello 0,75%, in tre meeting consecutivi. Tuttavia la scelta delle parole nelle decisioni di politica monetaria, l’enfasi e il tono della conferenza stampa ieri hanno fatto emergere una Bce lievemente “dovish” (colomba), o meglio, meno falco delle precedenti riunioni, e questo hanno capito i mercati e gli analisti. La frase chiave si trova all’inizio delle decisioni di politica monetaria, quando la Bce indica di aver «compiuto progressi considerevoli nell’abbandono dell’orientamento accomodante della politica monetaria». La prospettiva resta comunque quella di «ulteriori aumenti dei tassi», con entità e tempistica dei rialzi decise, ha ribadito Lagarde, «di riunione in riunione» e sulla base dei dati. A una domanda sul perché la Bce ieri ha cancellato il riferimento di più lungo respiro dei rialzi «nelle prossime riunioni», Lagarde ha risposto che la Banca potrebbe dover alzare i tassi ancora in «diverse riunioni»: sebbene questo inciso possa aver attenuato l’aspettativa di una pausa dopo un nuovo rialzo a dicembre, il Consiglio è emerso con uno spirito meno battagliero, a fronte del rallentamento economico ma anche del calo dei prezzi dell’energia dai picchi. Lagarde ha detto che «la normalizzazione non è ancora finita», che «c’è ancora terreno da ricoprire», c’è spazio per intervenire. La Bce, prima di decidere, analizzerà tre fattori: guarderà alle prospettive dell’inflazione, terrà conto delle misure prese fino a quel punto ma anche del lasso di tempo che intercorre tra le decisioni di politica monetaria e l’impatto che queste hanno sull’inflazione, non immediato. Il totale dei ritocchi all’insù, tra il 27 luglio e il 27 ottobre, ammonta al 200 punti base e Lagarde lo ha sottolineato per metterne in risalto la portata. «A luglio il tasso dei depositi era ancora negativo», -0,50%, ha ricordato, mettendo poi l’accento sui progressi fatti. L’aumento «inatteso ed eccezionale» dell’inflazione ha portato la Bce ad innalzare più volte i tassi, anche a fronte di un rallentamento dell’economia che è stato «significativo» nel terzo trimestre di quest’anno, mentre è previsto un «ulteriore indebolimento» nel quarto trimestre 2022 e nel primo trimestre 2023. Su un altro tema caldo, quello della riduzione del bilancio della Bce e il calo delle dimensioni del portafoglio di bond e di titoli di Stato acquistati con i programmi del Qe, Lagarde ha rivelato che il Consiglio discuterà le modalità e la tempistica del cosiddetto “quantitative tightening” QT nella riunione di dicembre. Il bilancio della Bce potrebbe iniziare a ridursi prima di allora, nel momento in cui le banche decideranno di rimborsare anticipatamente i prestiti mirati TLTRO (si veda articolo accanto) che ammontano a oltre 2.000 miliardi. Il Consiglio direttivo ha deciso ieri di modificare i tassi di interesse applicabili alle TLTRO-III a partire dal 23 novembre 2022 e di offrire alle banche ulteriori date per il rimborso anticipato volontario degli importi. Lagarde, incalzata dai giornalisti, non ha voluto indicare il livello del tasso “terminale”, quello a cui la Bce intende fermare il ciclo dei rialzi, reiterando che dipenderà dai dati e dalle valutazioni fatte di riunione in riunione dal Consiglio direttivo. Neanche sul tasso neutrale sono emerse indicazioni puntuali. «Ad un certo punto dovremo naturalmente identificare il tasso che porti l’inflazione all’obiettivo del 2%», ha concesso Lagarde, aggiungendo tuttavia che la Bce «ha girato le spalle alla forward guidance (indicazioni prospettiche, ndr) perché in questa fase non sono di aiuto». Sulle critiche rivolte alla Bce da leader politici come il presidente francese Emmanuel Macron e la premier Giorgia Meloni, Lagarde non ha commentato.


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