STUPIDA RAZZA

giovedì 20 ottobre 2022

la strategia È ancora troppo confusa

 

M olta confusione per nulla, almeno per il momento, perché tutto è rinviato ad un mandato che dovrebbe dare il Consiglio alla Commissione per decidere meccanismi di correzione del famigerato TTF. L’ipotesi è di applicare un corridoio dinamico, concetto complesso, impossibile da capire, che cela, di fatto, l’enorme difficoltà di mettere un tetto al prezzo che paghiamo per l’importazione di gas da altre parti del mondo. È difficile metterlo ora con quotazioni che lo scorso agosto hanno toccato i 350 €/ MWh, mentre ieri hanno chiuso sotto i 120 €. Sarebbe stato molto meno complicato far accettare ai venditori un tetto a 80 € un anno fa, quando venne fuori per la prima volta l’idea dall'Italia, e quando il prezzo non era ancora salito sopra i 100 €. E poi, intendiamoci, il prezzo TTF ha un’enormità di difetti, ma è l’unico che abbiamo e tutte le altre quotazioni in Europa lo seguono, a partire dal nostro PSV, ultimamente molto più basso, per fortuna. Caso mai, lo si dica chiaramente che non si vogliono più prezzi spot, si mettano delle tariffe e gli Stati paghino le penali sui contratti firmati dalle loro società. Continuare a cercare delle sofisticazioni per correggere il mercato non porta molto lontano, perché il problema è tanto semplice quanto difficile da superare. Prezzo, meccanismi, tetti, corridoi devono sempre essere accettati dalle controparti, dai Paesi produttori e questi di venirci incontro non ne vogliono sapere. Nemmeno la Norvegia, Paese non dell’Unione, ma sempre europeo, non ha fatto nulla in questi 12 mesi ed è paradossale che Bruxelles non abbia sollevato la questione. Del resto, non è un mistero che l’Olanda, Paese produttore ed esportatore, seppure per volumi in calo, non abbia mai gradito discutere di tetto. Sullo stesso concetto si scontra la proposta di acquisti congiunti, nell’intento di creare una sorta di monopsonio che l’UE dovrebbe sfruttare per imporre prezzi più bassi. Una sorta di OPEC europea del gas, tentativo velleitario di fronte al fatto che mai nella storia i compratori sono stati in condizione di tale debolezza come quella in cui si è venuta a trovare l’Europa. Che ora noi facciamo la voce grossa quando, invece, dovremmo chiedere aiuto, può esser addirittura controproducente. Il continuo discutere della Commissione su tetto, correttivi, sdoppiamento, distrae pericolosamente l’attenzione dai fondamentali, quelli che in questi giorni, per l’arrivo della recessione, stanno facendo crollare le quotazioni. La Commissione deve dire chiaramente ai singoli Stati che occorre limitare la domanda, che serve prendere in considerazione il razionamento per i picchi del prossimo inverno, questo per evitare il panico generato dal non affrontare il problema. Deve aumentare la produzione interna, a cominciare dall’Olanda e dall’Italia. È urgente fare capacità di importazione, con i rigassificatori, che l’Italia fa con troppa lentezza, e con nuove linee di importazione, in particolare quella dalla Spagna alla Francia. Servono più carbone, più nucleare, più rinnovabili. Serve tutto, perché fra un anno avremo magari un tetto dinamico, ma rischiamo di trovarci nelle stesse condizioni di scarsità fisica, la vera causa dei prezzi alti.

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