STUPIDA RAZZA

mercoledì 12 ottobre 2022

Emergenti e debito, sui mercati globali mina da 200 miliardi

 

«I rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati sostanzialmente». Il Fondo monetario internazionale torna a lanciare l’allerta sulle ricadute per i mercati del quadro di crisi che si è oramai consolidato: crescita stagnante o recessione, inflazione alta e persistente, stretta sulla liquidità. E rischio geopolitico. «È difficile pensare a un momento in cui l’incertezza è stata così alta», ha affermato ieri Tobias Adrian, direttore del dipartimento dei mercati monetari e dei capitali dell’Fmi, nella presentazione del nuovo Global Financial Stability Report. «Dobbiamo tornare indietro di decenni per vedere così tanti conflitti nel mondo e allo stesso tempo l’inflazione è estremamente alta», ha aggiunto. Secondo Adrian, «le vulnerabilità finanziarie sono elevate per i Governi, molti dei quali hanno debiti crescenti, come per le istituzioni finanziarie non bancarie: assicurazioni, fondi pensione, hedge fund e fondi comuni di investimento». «Nei Paesi dell’Europa centrale, orientale e meridionale, come pure in Medio Oriente e Africa, le condizioni finanziarie sono tornate ai livelli visti l’ultima volta durante il culmine del Covid-19», si legge nel report. Il deterioramento delle condizioni di liquidità sui mercati, «insieme a vulnerabilità preesistenti, potrebbe amplificare qualsiasi riprezzamento rapido e disordinato del rischio», con una ulteriore spinta alla fuga verso beni rifugio. Il quadro è particolarmente difficile per i mercati emergenti, che, sottolinea il report, si confrontano con una moltitudine di condizioni avverse: alti oneri di rifinanziamento, alta inflazione, volatilità delle materie prime, accresciuta incertezza sulla crescita globale e pressioni generate dalla stretta monetaria nei Paesi avanzati. A tutto questo si somma la corsa del dollaro, che sta schiacciando le altre valute. L’impatto rischia di diventare proibitivo per le economie più vulnerabili, con venti Paesi già in default o in forte sofferenza sul debito. Se le condizioni di mercato non migliorano, c’è il rischio di ulteriori insolvenze nei mercati di frontiera.Nel caso in cui, le condizioni finanziarie si inasprissero drasticamente rispetto ai livelli attuali, avvisa l’Fmi, oltre 40 Paesi vedrebbero gli spread superare i 700 punti base, livello oltre il quale l’emissione di nuovo debito diventa storicamente molto difficile. Se i mercati emergenti di più grandi dimensioni sembrano poter resistere alle vulnerabilità esterne, la situazione è meno rassicurante per il sistema bancario: il 29% degli istituti di credito delle economie emergenti entrerebbe in crisi in caso di grave recessione globale, con una eventuale carenza di capitale di oltre 200 miliardi di dollari, avvisa il report. Preoccupa il mercato immobiliare in Cina. Il calo delle vendite di case durante i lockdown ha esacerbato la crisi di liquidità dei grandi gruppi del settore, facendo aumentare i rischi di ricadute per il settore bancario, per le imprese dell’indotto e per le amministrazioni locali. Secondo le analisi dell’Fmi, il 45% dei promotori immobiliari (per asset) rischia di non essere in grado di coprire i propri debiti con gli utili, e il 20% potrebbe diventare insolvente, se il valore di inventario venisse adeguato all’attuale livello dei prezzi delle proprietà. In uno scenario preoccupante, una nota positiva viene dalla «relativa resilienza» mostrata dalle banche dei Paesi avanzati negli stress test globali.

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