STUPIDA RAZZA

mercoledì 12 ottobre 2022

Il paradosso dei microchip: ora il problema è la domanda

 

Sembra un paradosso. E forse lo è per davvero. La storia dei microchip, almeno in alcuni settori, si sta trasformando. E dalla crisi dell’offerta pare si stia passando in fretta alla crisi della domanda. Una situazione praticamente capovolta, rispetto a qualche mese fa, che ora spinge i produttori di chip verso maggior prudenza nelle stime. L’ultima, in ordine di tempo, è stata Advanced Micro Devices, più nota come AMD. L’azienda americana, fra i leader globali nella produzione di chip per personal computer, ha tagliato le sue previsioni relative all’entrate dell’ultimo trimestre, tirando in ballo una domanda più debole del previsto proprio per il mercato dei PC. L’azienda ha detto di aspettarsi circa 5,6 miliardi di dollari di vendite nel trimestre appena concluso, circa 1,1 miliardi di dollari in meno rispetto a quanto previsto in precedenza. «Il mercato dei PC si è notevolmente indebolito nel trimestre», ha affermato Lisa Su, Ceo di AMD commentando il taglio alle stime. «Sebbene il nostro portafoglio di prodotti rimanga molto solido, le condizioni macroeconomiche hanno determinato una domanda di PC inferiore al previsto e una significativa correzione delle scorte lungo tutta la catena di approvvigionamento» ha aggiunto. L’allarme di AMD arriva dopo che già negli scorsi mesi i segnali di allentamento del mercato avevano colpito i conti di un altro grande produttore di microchip come Intel, che a luglio aveva riportato una perdita trimestrale abbastanza sorprendente, con vendite in calo del 22%. Qualche settimana dopo, ad agosto, era toccato a Nvidia lanciare un profit warning molto significativo. Nvidia, che è la società del settore chip più preziosa a Wall Street (quasi 300 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato), aveva rivisto le stime sulle sue vendite trimestrali, con una prospettiva molto più attenuata che già rifletteva le debolezze crescenti nei mercati dei Personal Computer e delle console da gioco. Ma la crisi della domanda di semiconduttori pare si stia allargando anche agli smartphone. L’americana Qualcomm, che produce chip per i più importanti produttori di telefonini, ha ridotto le sue previsioni di spedizione e ha fornito prospettive di vendita al ribasso. E il produttore di chip di memoria, Micron Technology, nei giorni scorsi ha emesso un’altra prospettiva di entrate modesta dopo non aver soddisfatto le sue aspettative di vendita nell’ultimo trimestre. Infine, uno dei dati più significativi: il primo calo di utili dal 2019 del colosso coreano Samsung, leader assoluto (insieme alla taiwanese TSMC) del mercato dei chip. Un segnale eloquente di come l’industria dei semiconduttori stia puntando verso una forte flessione. 

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