STUPIDA RAZZA

lunedì 10 ottobre 2022

La mobilità condivisa cresce del 61% e premia i noleggi delle due ruote

 

L a nuova mobilità, che attira sempre più persone verso la condivisione, sta trasformando il paesaggio urbano. I monopattini elettrici e le biciclette sono diventati parte integrante dei marciapiedi delle grandi città e della quotidianità di tutti coloro che si devono spostare. Questa grande trasformazione non è solo una sensazione visiva, come ci raccontano i numeri della sharing mobility. Nel 2021 gli spostamenti in carsharing, scootersharing, bikesharing e monopattino-sharing sono stati in tutto 35 milioni, ossia il 61% in più rispetto al 2020 e il 25% in più del 2019. Non solo. L’83% dei noleggi, oggi, avviene su un veicolo di micromobilità, secondo quanto emerge dal Rapporto sulla sharing mobility, che verrà presentato domani alla Conferenza Nazionale “Lesscars: drive the revolution”, organizzata dall'Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility. Alla crescita dell’uso dei mezzi di trasporto in condivisione si affianca la loro evoluzione: sono infatti sempre più leggeri ed ecologici. Così i veicoli piccoli ed elettrici passano dagli 84.600 del 2020 ai circa 89mila del 2021. Di questi, poco più della metà sono monopattini (51%), un terzo biciclette (31%) e poi scooter (10%) e auto (7%). Per i veicoli elettrici l’aumento, in un anno, è stato a 2 cifre, dal 63% al 77%. Il trend dell’uso determina anche quello dei ricavi del settore, in crescita del 52% rispetto al 2020, con il fatturato arrivato a 130 milioni di euro. Le città simbolo della mobilità condivisa in Italia sono Milano e Roma, ma anche Palermo e Napoli stanno salendo all’interno delle classifiche. In questa rivoluzione che sta portando sempre più persone verso i veicoli condivisi non manca il risvolto economico. Un cittadino che usa più spesso la propria bicicletta in città, il trasporto pubblico e, all’occorrenza, una combinazione di servizi di sharing mobility, può ottenere un risparmio annuo fino a 3.800 euro rispetto alla scelta di utilizzare abitualmente la propria auto. I soli costi fissi per il possesso di un’auto in Italia permetterebbero l’acquisto di 3 viaggi al giorno con diversi servizi di sharing mobility. Secondo Raimondo Orsini, coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, nell’evoluzione del settore va riconosciuto un ruolo anche al legislatore: «Un passo decisamente positivo per la sharing mobility italiana è rappresentato dal recente Decreto 68/2022 del Mims, che ha previsto che il Fondo nazionale per il Trasporto pubblico possa essere impiegato dalle Regioni, anche se in minima percentuale - lo 0,3 % e per una somma non superiore a 15 milioni di euro all’anno per gli anni 2022, 2023 e 2024 - per sostenere servizi di sharing mobility». Si tratta di un so stegno che «se ben implementato anche in fase attuativa, può diventare un laboratorio estremamente interessante - continua Orsini -. È possibile fare ancora altri passi importanti come uniformare al trasporto pubblico l’aliquota Iva dei servizi di sharing (portandola al 10%) così da far aumentare i servizi di sharing nelle nostre città, a fronte di una riduzione del gettito fiscale nazionale di soli 15 milioni di euro all’anno». Dal confronto internazionale, le grandi città italiane escono decisamente bene. L’Osservatorio rileva infatti che nell’Europeansharedmobility index, tracciato da Fuctuo, Milano è la prima città europea per veicoli in sharing per abitante. Se però guardiamo al numero assoluto di veicoli presenti su strada, Roma è al quarto posto in Europa e Milano che la segue al quinto, precedute da Parigi, Berlino e Amburgo. Nell’utilizzo del bikesharing Milano arriva terza, dopo Parigi e Barcellona, mentre Roma è prima per la crescita dei noleggi in scooter sharing del 2022 rispetto a quelli del 2021. Se dalle grandi città ci spostiamo ai capoluoghi di provincia l’Osservatorio rileva, ancora una volta, un trend di crescita. Per la prima volta dalla nascita della sharing mobility, i capoluoghi con almeno un servizio sono di più di quelli senza nessun servizio attivo, 62 contro 46. La sensibilità a questo tipo di mobilità risulta maggiore al nord che al sud: i capoluoghi con almeno un servizio sono infatti 35 su 48 totali al nord, 11 su 28 al centro e 16 su 32 al sud. Solo tre regioni ancora non sono entrate con servizi significativi nella sharing mobility e cioè Umbria, Molise e Basilicata. Infine nella classifica delle migliori 10 città della sharing mobility, Milano e Roma si confermano ai vertici per flotte disponibili, noleggi e chilometri percorsi. In particolare, Milano ha un’offerta e una domanda di noleggi ripartite in maniera molto equilibrata tra i diversi mezzi e svetta nella top ten dei servizi. Seguita da Roma, Torino, Firenze, Palermo, Napoli, Verona, Bologna, Rimini e Bari.

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