Oltre ad essere stati privati di
parecchi diritti,
tra i quali poter
prendere treni e
autobus o accedere a ristoranti e bar, ai non
vaccinati si vorrebbero vietare pure le cure. Sebbene lo
Stato le assicuri anche ai
clandestini, chi ha pagato
per una vita le tasse ma non
si è sottoposto all’i n iez io n e
anti Covid secondo i talebani
della puntura dovrebbe veder limitato il diritto a ricevere l’assistenza sanitaria. In
molti lo dicono a mezza bocca, ma uno come Pier Luigi
Bersani, ex segretario del Pd
che giornalmente si batte per
i diritti di tutte le minoranze,
Lgbtqia+ compresi, lo ha dichiarato senza troppi giri di
parole: «Se c’è da scegliere
chi curare, resta fuori il non
vaccinato». Cioè, compagni e
sinistra vorrebbero creare
u n’Italia a due categorie, con
italiani di serie A, i vaccinati,
e italiani di serie C, i non
immunizzati, alla faccia della Costituzione e degli
articoli in cui si riconosce
che ogni cittadino è uguale,
di fronte alla legge e, di conseguenza, anche di fronte a
un medico. Quanto sia pericoloso questo ragionamento,
che introduce una discriminazione non razziale ma vaccinale, creando una nuova
classe di paria, lo capisce anche un bambino. Ma non lo
comprendono politici che da
anni si sono autoproclamati
difensori dell’inclusione e
d e l l’accoglienza, pronti ad
accettare chiunque - anche
terroristi e stupratori arrivati sui barconi - tranne il no
va x .
Secondo Bersani e compagni, chi non ha offerto il
braccio alla patria non può
accampare diritti. Anzi, è da
considerare alla stregua di
un ladro, perché se finisce in
ospedale o in terapia intensiva ruba un posto a quanti
sono vaccinati. E a sostegno
di questa tesi ormai non si
contano le segnalazioni di
sospensioni di terapie oncologiche e interventi chirurgici, quali conseguenze dell’intasamento degli ospedali per
colpa dei non vaccinati. L’ultimo caso è quello del San
Camillo di Roma, che ha
chiuso la radiologia e rinviato le infusioni di chemioterapici. In realtà, nonostante il
tentativo di colpevolizzare i
renitenti all’iniezione, l’i nterruzione di alcuni servizi
ha poco a che fare con l’a f fo l -
lamento degli ospedali a causa del Covid. Prova ne sia che
in molti reparti i trattamenti
non sono certo interrotti a
causa del riempimento delle
terapie intensive le quali, nonostante gli allarmi lanciati
da alcune regioni, al momento non sono in situazioni critiche. Da Verona a Pordenone, tanto per restare al Nord
(ma si possono aggiungere
anche alcune città lombarde), il problema non esiste.
Semmai la questione che sta
mettendo in croce gli ospedali è la carenza di personale
sanitario. Tra medici e infermieri sospesi perché non in
regola con il green pass e camici bianchi e verdi costretti
alla quarantena dopo essersi
infettati o essere entrati in
contatto con un positivo, gli
organici sono decimati. Colpa del Covid, dunque, più
che dei no vax? In realtà la
pandemia ha solo fatto
emergere le carenze del nostro sistema sanitario, che
una classe politica munita
solo di forbici ha ridotto all’osso, con il risultato che l’emergenza ha colto l’Ita l i a
i m p re pa rata .
Certo, in due anni forse si
poteva cercare di fare qualche cosa per colmare le lacune. Però sarebbe stato necessario avere un ministro che
non solo sapesse ascoltare,
ma che poi fosse anche in
grado di tradurre in pratica
ciò che aveva udito. Purtroppo, interpellato dal Forum
permanente sul sistema sanitario nazionale Post Covid
- organismo che praticamente vede riuniti tutti i presidenti delle principali associazioni mediche, da quelle
oncologiche a quelle di rianimazione e terapia intensiva -
Roberto Speranza ha reagito nel consueto modo, cioè è
rimasto con le mani in mano
senza fare nulla.
E dire che il documento
presentato a settembre e ribadito una settimana fa, nel
silenzio generale, parla chiaro e non se la prende (come
fa Bersani, che di S p e ra n za è
il padrino politico assieme a
D’A l e m a) con i non vaccinati, ma denuncia l’assenza di
investimenti e di personale.
Trascrivo senza aggiungere
commenti. «Il numero complessivo dei posti letto ordinari per 100.000 abitanti è
molto più basso rispetto alla
media europea (314 contro
500) e ci colloca al 22 posto
tra tutti i Paesi europei (che
poi sono 27, ndr). Anche per i
posti letto in terapia intensiva il nostro Paese non brilla».
Tanto per fare un esempio,
noi a inizio pandemia ne avevamo 8,6 ogni 100.000 abitanti, la Germania 33, e ora,
nonostante le promesse, siamo intorno alla decina. Non
va meglio con gli operatori
sanitari: «I medici specialisti
ospedalieri sono 130.000,
60.000 in meno della Germania, 43.000 in meno della
Francia; gli infermieri sono
nettamente inferiori a quelli
di altri Paesi: 7 ogni 1000 abitanti, contro gli 11 della Francia e i 13 della Germania».
Concludono l’analisi i dati
sugli investimenti. «Anche
per le spese sanitarie correnti l’Italia è tra i fanalini di
coda in Europa. Secondo i
dati Eurostat l’Italia spende
solo l’8,8 per cento del Pil per
la Sanità, contro l’11 di Germania e Francia». In media
la spesa sanitaria corrente
pro capite è di 2.500 euro in
Italia, di 5.100 in Svizzera,
4.100 in Germania e 3.800 in
Francia e Regno Unito.
Che dire? I malati di Covid, vaccinati o meno, non
rubano niente a nessuno.
Semmai a rubare è qualcun
altro. Anzi, per rispondere a
Bersani e compagni, io avrei
una modesta proposta: se c’è
da scegliere chi curare, resta
fuori il politico. Che dei tagli
alla sanità e del cattivo funzionamento dei nostri ospedali è il principale responsabi l e.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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