Se non ci fosse il nucleare l’Europa da tempo sarebbe finita al buio. È la prima fonte nella produzione elettrica, con il 25% del totale nel 2020, 700 miliardi di chilowattora provenienti da 120 impianti perfettamente funzionanti, senza emettere un grammo di CO2. La seconda fonte è il gas, con il 20%, poi viene il tanto amato eolico con il 14%, il carbone 13%, il grande idroelettrico 12%, il fotovoltaico 5%, mentre il rimanente 11% riguarda altre fonti come rifiuti, legno e prodotti petroliferi. Ben 56 centrali sono concentrare nella nostra vicina Francia, da cui, con regolarità dal referendum del 1987, importiamo il 10% dei nostri consumi, circa 30 miliardi di chilowattora ogni anno, come se avessimo tre centrali nucleari che lavorano per noi costantemente. Altri quattro impianti sono attivi i Svizzera, uno in Slovenia, anche questo asservito alla domanda italiana, mentre in Germania, fino a pochi giorni fa, ce n’erano sei, ora solo quattro. Se i prezzi dell’elettricità, e del gas, sono esplosi in Europa nelle settimane scorse, è anche per la chiusura delle due centrali in Germania. Come possa chiudere le altre quattro que s t’anno è un bel quesito. Anche la Svezia di Greta ha sei reatto r i . Al di là del primato di produzione, il nucleare è essenziale perché è lo zoccolo duro, la capacità di base, che permette stabilità ad un sistema estremamente complesso fatto di fili che collegano un migliaio di grandi centrali elettriche, dove gli alternatori producono, con i miliardi di dispositivi dei consumatori finali. [...] Questa discussione sulla tassonomia che va avanti da anni, la dice lunga sulla consuete fuga dalla realtà della politica, perché riflette il «bla bla bla» su un futuro del nucleare che di fatto esiste da tempo. Il nucleare di seconda e terza generazione è già essenziale per il presente dell’Europa, altro che per il futuro, senza attendere che arrivi quello di quarta, certamente più sicuro, ma lontano ancora parecchi anni. Se dovessimo chiudere le centrali nucleari e produrre la stesa quantità di energia con il gas, la fonte fossile più pulita, avremmo emissioni ogni anno superiori di 250 milioni di tonnellate di CO2; l’Italia nel 2020 ne ha emesso 290. Pensare di rinunciare già oggi al nucleare è impossibile, altro che discussioni sofisticate di tassonomia verde.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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