Per il «Corriere» l’euro è meglio di un vaccino

 

 Il diavolo è sempre nelle foto a corredo. Famiglie felici e multietniche, cani, bambini, figlie biondissime, ambientazioni tipo C a sab ell a e soprattutto nessun anziano in vista. Sembra la pubblicità di un mutuo casa o di un nuovo farmaco contro la colite e invece è la celebrazione dei vent’a nn i da ll’introduzione dell’eu ro pubblicata ieri dal C or rie re della Sera, che in effetti ne fu il principale aedo agli ordini di Carlo Azeglio Ciampi e Roma - no Prodi. Il paginone con le foto delle famiglie felici di possedere questa moneta anticipava la pubblicazione, su S ette di oggi, di un affresco gioioso. Mentre gli economisti dibattono da anni se la moneta unica ci abbia reso davvero più ricchi, il Corriere ne loda la potenza salvifica a cominciare da un’in - tervista a Pro d i , sempre ansioso di salire al Quirinale quasi quanto di andare in gita dai suoi amici di Pechino. Che si dispiace che l’unificazione politica e militare non abbia seguito con pari «successo» quella monetaria e bancaria. Christine Lagarde, presidente della Bce, racconta l’e m oz io n e della prima volta che andò a un bancomat in Normandia, a mezzanotte del primo gennaio 2002, per vedere che banconota sarebbe uscita. Il presidente della Commissione Ursula von der Leyen la butta sul poetico: «È sempre una piacevole sorpresa accorgersi di aver ricevuto un euro di un altro Paese. Gli italiani hanno familiarizzato con il volto di Mozart degli euro austriaci…». Sono soddisfazioni, specie quando tutto costa subito il doppio e si entra con un cambio sul marco sballato. Ma soprattutto, una serie di esperti si è chiesta per Sette se «l’euro ci ha aiutati anche con il Covid». Ma certo! Viva la potenza salvifica dell’Eu - ropa dei banchieri. Senza l’eu - ro saremmo tecnicamente senza un euro e quindi poveri ed esposti al freddo, alle malattie e alle bestie feroci.