STUPIDA RAZZA

martedì 4 gennaio 2022

Potere in pugno e zero responsabilità Così l’uomo comune diventa un carnefice

 

In un articolo precedente ho parlato degli esperimenti su ingroups e o utgroups e f fettu at i da Henri Tajfel negli anni Settanta del secolo scorso e della loro pertinenza alla nostra situazione attuale. Non sono gli unici esperimenti di psicologia sociale a mostrare tale pertinenza, e a tracciare un’i nquietante associazione con oscuri tempi passati. Nato e morto a New York (e, come Ta j fel , di famiglia ebrea), Stanley Milgram o ttenne un dottorato a Harvard nel 1961. Quello stesso anno Adolf Eichmann, catturato dai servizi segreti israeliani a Buenos Aires, era stato processato a Gerusalemme e condannato a morte; sarebbe stato impiccato nel 1962. Il processo era stato immortalato dal reportage di Hannah A re nd t, comparso prima a puntate sulla rivista The New Yorker e poi in un volume che in italiano ricevette il titolo La banalità del male ( ne l l’o r ig inale inglese, quello era il sottotitolo). Il tema era lo stesso che affascinò Ta j fel : come possono individui anonimi e incolori, che nulla hanno della belva assetata di sangue, arrivare a compiere crimini atroci? Lo stesso tema affascinò immediatamente anche Mi lg ram, che ne trasse spunto per una sua serie di esperimenti i cui risultati furono comunicati prima nell’a rt ic o l o Behavioral Study of Obedience nel 1963 e poi nel libro Obe - dience to Authority del 1974. (La traduzione italiana del libro, presso Einaudi, conserva il titolo Obbedienza all’autori - tà). In un esperimento di questo tipo, a dei soggetti viene assegnato il ruolo di «insegnanti» e viene detto loro che parteciperanno a uno studio su apprendimento e memoria. Il metodo che viene detto loro di seguire è piuttosto insolito: dovranno fare domande ad altri soggetti e amministrare loro scosse elettriche di intensità crescente quando sbagliano. Dopo un po’, le scosse sono apparentemente molto forti e gli interrogati si divincolano urlando per il dolore e supplicano di essere liberati; alcuni degli «insegnanti» esprimono perplessità, ma lo sperimentatore, se consultato in proposito, risponde che va tutto bene, che le scosse non sono dolorose come sembra e che si deve continuare. Al che, il 65% degli «insegnanti» continua, amministrando scosse che arrivano a mettere in pericolo la salute e anche la vita degli interrogati. Sono particolarmente ligi alle istruzioni ricevute quando sono convinti di agire «per il bene della scienza». In realtà, come il lettore avrà capito, si tratta di un esperimento non su apprendimento o memoria ma su quanto in là si può spingere l’obbedienza a quella che si presenta come una figura di autorità. Le scosse elettriche sono fittizie, gli interrogati sono d’accordo e fingono anche loro; gli unici a non fingere sono coloro che si rivelano disposti a obbedire fino alla morte (altrui). Commenta Milg ram: «L’essenza dell’ob - bedire consiste nel fatto che una persona arriva a vedere sé stessa come strumento per eseguire le volontà di un’a l tra , quindi non si considera più responsabile per le proprie azioni. Una volta che si sia verificato questo critico ribaltamento di prospettiva, seguono tutte le conseguenze comuni dell’obbedienza». Il problema fondamentale per il soggetto, dunque, «consiste nel riprendere il controllo dei propri processi dopo essersi impegnato nei confronti dello sperimentatore». Finché tale controllo è percepito come scaricato su un «capo», il risultato può essere atroce. Una delle maggiori stranezze della tragedia che ha colpito l’umanità negli ultimi due anni (e non sto parlando del Covid) è che i più ciechi e fedeli complici degli abusi planetari in corso sono individui dabbene; senza nessun intento satirico li definirei «bravi bambini». Alcuni sono credenti e si mostrano pronti ad applicare ovunque il messaggio dell’attuale inquilino della Santa Sede: il vaccino è pari all’eucaristia. Altri sono «di sinistra», o forse, data la natura controversa di questa etichetta, diciamo che si ritengono progressisti, illuminati, scientificamente informati e politicamente corretti. Il Papa o altra per loro riconoscibile fonte di autorità pronuncia giudizi ed emana verdetti, e loro, da bravi bambini, obbediscono. Sono tutti Derossi e G a r ro n e, insomma, e fanno rimpiangere l’i m p e rti n e nte, incorreggibile Franti cui Um - berto Eco, prima di vendere l’anima ai romanzi di cassetta, dedicò un testo memorabile. Spesso, in condizioni normali, i bravi bambini traggono vantaggio dal loro carattere remissivo. Entro le nicchie di cosmo della storia, quando i cavalieri dell’Apocalisse si allontanano dal proscenio e le cose procedono in modo prevedibile, prosperano nel lavoro, negli affetti e in società facendo sempre la mossa «giusta», cioè quella ampiamente prevedibile. Poi, però, la nicchia esplode: il mondo impazzisce rivelando la sua natura caotica, i diavoli (da me intesi solo metaforicamente) scatenano la loro furia e le risposte consuete diventano inadeguate. Ciò di cui avremmo allora bisogno è qualcuno che, coinvolto in un esperimento di Milg ram, a un certo punto prenda lo sperimentatore per la collottola, lo butti fuori dalla porta e interrompa bruscamente le operazioni.



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