Noncurante delle controversie, Vladimir Putin morde il freno su Nord Stream 2, tornando a offrire all’Europa il “gasdotto della discordia” come migliore soluzione per soddisfare la domanda e raffreddare i prezzi. «Vorrei congratularmi con Gazprom e i partner di Nord Stream 2 - ha detto ieri il presidente nel corso di una riunione del Governo a cui prendeva parte anche Aleksej Miller, amministratore delegato del monopolio russo del gas - per il completamento del lavoro e la creazione di una grande rotta aggiuntiva, pronta a entrare in funzione». Anche il secondo braccio del gasdotto sottomarino che collega direttamente la Germania ai giacimenti russi dell’Artico, ha confermato Putin, viene attualmente riempito del cosiddetto “gas tecnico”, fase precedente all’entrata in funzione. Pronto ormai da settembre, contrastato fin dalla nascita perché considerato progetto politico del Cremlino e non solo fonte aggiuntiva di energia (avrebbe dovuto essere ultimato nel 2019), Nord Stream 2 ha incontrato l’ultimo ostacolo quando l’ente regolatore tedesco delle reti ha bloccato la procedura di certificazione perché la compagnia proprietaria del gasdotto, con sede a Zug in Svizzera, deve creare una filiale di diritto tedesco per essere in regola in Germania. Questo ha allungato ulteriormente i tempi per Gazprom, proprietaria di Nord Stream 2: una volta concluso il procedimento di certificazione, Unione Europea e di nuovo le autorità tedesche dovranno dare il via libera finale. Difficile pensare che tutto si possa concludere prima del prossimo giugno. Non la pensa così il vicepremier russo Aleksandr Novak, che in un’intervista al sito economico Rbc aveva affermato ieri che se ci fosse la volontà, le forniture di Nord Stream 2 potrebbero partire ben prima della metà dell’anno. E in ogni caso, ribadisce Novak, fermare il progetto Nord Stream ormai è impossibile, né la Russia intende considerare alternative. Come Putin, Novak ha ribadito la disponibilità della Russia a esportare più gas in Europa, potendo contare su contratti di fornitura a lungo termine. Nord Stream, ha detto Putin, «avrà un impatto immediato sui prezzi. E lo vedranno tutti i Paesi, tutti i consumatori nei Paesi che consumano gas russo». Parole seguite, nella serata di ieri, da un nuovo calo dei prezzi del gas in Europa: dovuto però al contributo del gas americano liquefatto in arrivo. La corsa ai mercati europei dell’energia è una delle questioni al cuore dei contrasti tra Russia e Stati Uniti. Potrebbero dunque parlare sia di energia che di Ucraina - questioni strettamente legate - i due presidenti, Joe Biden e Putin, nella telefonata annunciata a sorpresa ieri, su richiesta del Cremlino, e prevista per questa sera.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 10 gennaio 2022
Putin rilancia Nord Stream: «È la soluzione»
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