Si rischia la fine della Nuova Zelanda
Sembra, o forse lo è, un film
dell’orrore con parentesi comiche. Israele ha sempre anticipato quello che poi sarebbe
successo in Italia; a maggio
aveva rilevato che l’ef ficaci a
del prodotto Pfizer (sarebbe
ora di smetterla di chiamarlo
vaccino) scendeva al 39% dopo
pochi mesi; qui i messia canterini raccontavano tronfi che
non ci sarebbe stato bisogno di
nessuna terza dose.
Come si fa a non ridere di
fronte a tale surreale situazione? Israele è ormai alla quarta
dose in un anno e ieri ha specificato che per ora è riservata
agli immunodepressi. Poi si
vedrà. Se aggiungiamo il vaccino antinfluenzale, la prospettiva è che una persona sana
deve iniettarsi cinque dosi
l’anno. Porsi delle domande è
sinonimo di un approccio negazionista, fascista, contro la
scienza oppure non porsele è
da idiota totale? Quante volte
si è scritto di altri Paesi, quante volte si sono raccontati i numeri reali della pandemia, il
reale tasso di letalità, l’età media dei morti, l’assoluta innocuità del virus nelle fasce di
età più giovani, ultimamente
quante volte si è raccontato
che Omicron è poco più di un
raffreddore... ma niente riesce a scalfire l’incessante narrazione. È un treno che sembra impossibile fermare; lo
Stato ormai è padrone della
nostra vita e deve farsi carico
della nostra salute. La Nuova
Zelanda ha vietato a vita il fumo per tutti coloro nati dopo il
2008; è una legge dello Stato.
Una volta la Nuova Zelanda
era, insieme all’Australia, l’ul -
tima frontiera, l’ultimo posto
dove scappare in cerca di maggiore libertà, almeno nell’im -
maginario collettivo di chi conosceva poco il mondo. Oggi
sembra anticipare una direzione inquietante, che il Covid
ha reso, sembra, strutturale.
Che fine ha fatto l’i n d iv iduo?
Secoli di lotte per i diritti sono
svaniti all’i m p rov v i s o.
Non sarebbe arrivata l’o ra
di dire basta? Di affermare con
forza che una società di questo
tipo è un incubo, non sarebbe
arrivata l’ora di dire che i prodotti immessi sul mercato per
contrastare la pandemia non
funzionano, non sarebbe arrivata l’ora di dire che il costo
beneficio di tutto quello che è
stato messo in piedi per contrastare il Covid-19 è ormai fallimentare in termini di risultati sanitari, economici, sociali e distruzione dei rapporti
tra le persone?
Domande, domande, domande a cui nessuno risponderà, per opportunismo o
semplice codardia. Ricatti e
pressioni di ogni tipo creano
situazioni da cui si fatica a
uscire, si fatica a resistere all’infinito; ma è sempre stato
così, le dittature nascono, prosperano, cercano di annientare le voci critiche, ma poi, prima o poi crollano. E che si dica
senza paura che questa è una
dittatura sanitaria; il caso della Nuova Zelanda è solo un piccolo segnale in questa direzione. Si vieta il fumo a vita, poi si
vieterà l’alcol, poi i cibi grassi o
troppo salati per creare l’uo -
mo nuovo, in salute e obbediente alle regole e allo Stato.
La follia collettiva sul virus
si può replicare tranquillamente in altri ambiti; se a ogni
chilometro di autostrada un
cartellone ci indicasse il numero dei morti per incidente
stradale, se un altoparlante a
ogni area di servizio ci mettesse in guardia dalle disabilità
permanenti dovute alla disattenzione alla guida probabilmente molti non prenderebbero più l’automobile o comunque vivrebbero il viaggio
con ansia e preoccupazione;
ebbene questa ansia e preoccupazione permanente è l’in -
grediente base della dittatura
sanitaria. Ma è una illusione,
una pericolosa e malsana illusione di un potere che ha totalmente perso di vista l’a s p etto
umano delle persone, che non
sono solo corpo con un microchip che monitora se hai bevuto più di un bicchiere di vino e
in tal caso ti toglie 100 euro dal
conto corrente. No, non ce la
faranno, la tecnologia potrà
controllare tutto, ma non la
mente delle persone, ogni maledetto marchingegno avrà
sempre un uomo, che dopo 26
sistemi di sicurezza che si
controllano a vicenda, stanco
di vivere in questo modo, si
ubriacherà e staccherà la spina del sistema di sicurezza numero 27.
La tecnologia sembra non
avere più limiti, ma è solo l’ul -
timo tentativo dell’uomo di sostituirsi al mistero della vita,
che nessuno finora è mai riuscito a scoprire; non saranno
certo quei quattro disadattati
della Silicon Valley a svelarlo, e
nemmeno i colossi della finanza. L’uomo risorgerà, con un
buon bicchiere di vino e un sigaro a gustarsi il tramonto, anche senza la quarta dose.
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