«Grande è la confusione
sotto il cielo», disse, pare,
Mao Zedong, «quindi la situazione è eccellente». Si potrebbe così riassumere ciò
che sta accadendo in Europa
in campo energetico, salvo
che la situazione in realtà è
pessima. Dopo essere saliti
di quasi il 700% da gennaio
2021, i prezzi del gas invernale al Ttf sono scesi del
60%, per poi assestarsi tra 80
e 90 euro al megawattora,
valori che sono comunque
da quattro a cinque volte superiori a quelli di un anno fa.
Il brusco calo dei prezzi è
dovuto in gran parte alla diminuzione della domanda e
all’arrivo in Europa di alcune
navi cariche di gas liquefatto
dagli Stati Uniti. I nodi di
fondo che hanno portato al
catastrofico balzo dei prezzi
l’anno scorso però, nel frattempo, non sono stati sciolti.
Sulle cause dei rialzi abbiamo già detto più volte: da
una parte la pretesa dell’Unione europea di fare del Ttf
olandese il mercato di riferimento per il gas continentale, disincentivando i contratti a lungo termine pur essendo importatore netto per oltre l’80% del proprio fabbisogno. Dall’altra, l’annun cio
del Green deal, che ha frenato e scoraggiato investimenti
nell’estrazione di gas anche
da coltivazioni già esistenti
(il caso dei giacimenti italiani in Adriatico è emblematico). In queste condizioni, è
stato sufficiente un aumento
della domanda cinese la
scorsa primavera per deviare i flussi delle navi cariche
di Lng dall’Europa e creare il
panico negli operatori continentali, che illusi dai prezzi
straordinariamente bassi
non avevano iniziato a riempire gli stoccaggi come
avrebbero dovuto. L’au m e n -
to dei prezzi del gas ha trascinato con sé quelli dell’energia elettrica, perché in un
sistema di prezzi marginali
come quello in vigore in Europa il prezzo dell’e l ettr ic i tà
viene fissato dagli impianti a
gas. A disastro avvenuto, l’Ue
ha cercato di porre qualche
rimedio permettendo agli
Stati membri di fornire agevolazioni a famiglie e imprese, ma senza mai mettere in
discussione l’impianto del
mercato interno.
Sul tavolo del presidente
della Commissione, Ur su la
von der Leyen, restano i dossier più importanti. Il primo
è l’annosa questione del gasdotto Nord stream 2. Gli Usa
temono che con il suo avvio
l’Ucraina veda svanire il deterrente strategico costituito dalle forniture di gas all’Europa, esponendo così il
fianco a una ulteriore escalation della tensione con la
Russia. L’a mm in is tra zion e
americana vorrebbe un’Eu -
ropa compatta nel frenare le
pretese russe verso Kiev, ma
Joe Biden ha difficoltà persino in patria a far passare la
sua linea: il Senato ha bocciato pochi giorni fa la proposta di nuove sanzioni a società collegate al Ns2. Il governo tedesco è in evidente
imbarazzo sul tema e per ora
il processo di certificazione
del gasdotto è stato sospeso
dal regolatore. Forse l’e re d i -
tà di Angela Merkel non è
quella cornucopia di meraviglie descritta dai suoi agiografi nelle scorse settimane.
Il secondo, pesante dossier riguarda la tassonomia
verde, che stabilisce le fonti
energetiche finanziabili secondo criteri di sostenibilità. La bozza circolata la notte
di Capodanno è stata oggetto
di forti critiche perché considera sostenibili sia il nucleare che il gas, sia pure con
diverse condizioni. Il testo
andrebbe benissimo sia alla
Germania che alla Francia,
in realtà, ma proprio in Germania la componente verde
del nuovo governo semaforo è determinata a non far passare il nucleare tra le opzioni
possibili. Il cancelliere Olaf
S ch ol z , che non vuole uno
scontro con la Francia su
questo tema, è così costretto
a una difficile mediazione
interna. Entro gennaio si arriverà a una soluzione, che
su un piano di razionalità
dovrà tenere conto della debolezza strutturale del sistema energetico europeo privato di nucleare e gas naturale. Ma nelle scelte di Bruxelles non sempre la logica ha la
meglio. Intanto, il governo
francese ha reso noto che
imporrà a Edf di vendere la
propria energia per il 2022 a
un prezzo calmierato. Il titolo della compagnia elettrica
francese è precipitato del
25% in un giorno. Tutto ciò
mentre la Germania ha chiuso tre delle sei centrali nucleari ancora attive, il gas
dalla Russia arriva con flussi
sempre più scarsi e gli stoccaggi europei sono pieni in
media solo al 47% a inverno
appena iniziato.
Nei giorni scorsi si sono
registrati contatti tra il Dipartimento di Stato Usa e la
Commissione Ue, nonché
con alcune grandi compagnie energetiche europee.
Gli Usa vogliono capire se in
caso di sospensione delle
forniture dalla Russia sarebbero in grado di rimpiazzare
quei volumi con il proprio
Lng o con altre fonti. Le risposte non devono essere
state molto incoraggianti:
l’Europa non dispone di sufficiente capacità di rigassificazione per supplire interamente con Lng alla mancanza del gas russo e le possibilità di incrementare a breve le
produzioni nazionali nel
continente europeo sono lim i tate.
Occorre dunque prendere
atto che sono Usa e Russia a
determinare il prezzo dell’energia in Europa. Molto lunga e ricca di ostacoli sarà la
rincorsa europea all’i n d ipendenza energetica, che,
curiosamente, viene dipinta
come retrograda autarchia
quando è perseguita da singoli Stati democratici e glorificata invece come valore assoluto quando a volerla è l’oligarchia di Bruxelles.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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