Un «positivo» andamento dei rendimenti e una crescita complessiva delle adesioni del 4,3%, con punte del 6,6% nei fondi aperti e del 6% in quelli negoziali. Nel 2021 la previdenza integrativa ha tenuto botta all'aggressione a tappeto del Covid, mostrando anche qualche segno di vitalità. Almeno secondo il quadro tratteggiato dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione, che ha diffuso ieri i ”principali dati statistici” relativi all’andamento dello scorso anno. Dati che costituiscono un utile traccia anche per il confronto in corso tra governo e sindacati sulla nuova riforma della previdenza in cui potrebbero trovare posto specifici meccanismi di incentivazione fiscale per dare un’ulteriore spinta alle pensioni complementari e, forse, anche un nuovo semestre di “silenzio-assenso” per la destinazione del Tfr, chiesto a gran voce da Cgil, Cisl e Uil. L’Authority presieduta da Mario Padula, ha di fatto promosso i risultati legati alle performance delle forme pensionistiche integrative, che sono stati «più elevati per le linee di investimento caratterizzate da una maggiore esposizione azionaria»: al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti si sono attestati, rispettivamente, al 4,9 e al 6,4% per cento per fondi negoziali e fondi aperti. Mentre hanno toccato quota 11,1% nei Piani individuali pensionistici (Pip) di ramo III e 1,3% nelle gestioni separate di ramo I. E la Covip ha fatto anche notare che, prendendo come riferimento orizzonti più ampi, nel decennio compreso tra il 2012 e il 2021 il rendimento medio annuo composto è stato pari al 4,1% per i fondi negoziali, al 4,6% per quelli aperti, al 5% per i Pip e al 2,2% per le gestioni di ramo I. L’Authority ha evidenziato anche come nello stesso periodo la rivalutazione del Tfr non abbia superato l'1,9% l'anno. E proprio l’utilizzo del Trattamento di fine rapporto è al centro di una nuova partita tra l’esecutivo e i sindacati. Che sono tornati alla carica con l’obiettivo di aprire una nuova di finestra di “silenzio-assenso” per favorirne la destinazione ai fondi pensione con il supporto di una adeguata campagna informativa. E una prima indicazione sulle reali possibilità che possa essere adottata questa soluzione dovrebbe arrivare dalla verifica politica tra il governo e i leader sindacali prevista il 7 febbraio. Tra i segnali postitivi del monitoraggio Covip anche la crescita delle risorse destinate alle prestazioni,che sono arrivate a 212,6 miliardi salendo di 14,7 miliardi rispetto al 2020. La Commissione di vigilanza sui fondi pensione ha sottolineato che questa crescita interessa tutto il pianeta della previdenza complementare, con variazioni tendenziali che vanno dal 5,4% dei fondi negoziali, al 6,9% dei Pip fino al 12,3% dei fondi aperti. Non solo. Nei fondi “chiusi” l’attivo netto è stato di 65,3 miliardi (+8,2%) mentre nelle forme di mercato si è arrivati a 29 miliardi per i fondi aperti (+14,2%) e a 44,1 miliardi per i Pip “nuovi” (+13%). E sono lievitati di 890 milioni (+7,2%) anche i contributi incassati da fondi negoziali, fondi aperti e Pip nuovi, che alla fine dello scorso anno hanno raggiunto i 13,3 miliardi. Un trend confermato dall’allargamento della platea. A fine 2021 le adesioni sono state 403mila in più dell'anno precedente (+4,3%): quasi la metà si è indirizzata sui fondi negoziali (196mila iscritti lo scorso). E la Covip ha osservato che oltre quattro quinti della crescita si è avuta nei fondi per i quali sono attive le adesioni contrattuali, oltre che per le nuove assunzioni in diversi settori che hanno luogo automaticamente sulla base di contratti nazionali di riferimento, anche in corrispondenza di un flusso contributivo modesto. Quanto ai fondi aperti e ai Pip, i nuovi “ingressi” sono stati, rispettivamente, il 6,6% e il 2,9% in più sul 2020. In tutto, come riportato dal dossier dell’Authority, le «posizioni in essere» presso le forme di previdenza integrativa sono risultate 9,745 milioni. Ma, tenendo di chi aderisce a più fondi o piani di investimento, il numero effettivo di iscritti è di 8,8 milioni.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento