STUPIDA RAZZA

sabato 19 febbraio 2022

Il presidenzialismo è una priorità, non un vezzo

 

 I leader di partito non riuscivano a smettere di applaudire il capo dello Stato nel giorno del suo secondo giuramento. Purtroppo l’applauso ha impedito loro di ascoltare Sergio Mattarella, che spiegava la funzione dei partiti in una democrazia. E così il tutto si è risolto con un lungo battito di mani, anche se in questo modo quei dirigenti hanno negato un futuro al Pae s e. Le ragioni reali della seconda elezione di M atta rel l a hanno confermato lo stallo del sistema. Benché il presidente non c’entri nulla, oggi la sua figura rappresenta un equivoco di fondo: è la risultante del fattore emergenza. Mi riferisco allo strumentale ricorso allo stato di emergenza, il quale funge da pretesto per non cambiare nulla. Gli italiani sono governati dall’inganno, in un mix di equilibrio apparente e incertezza permanente. Con l’inganno il ceto politico rimane al potere nonostante le quotidiane e inconfutabili prove d’assoluta inadeguatezza al ruolo. Da tempo è stata progressivamente indebolita la sovranità popolare in nome di fantomatiche emergenze e del senso di responsabilità (vedasi alla voce Giorgio Nap ol i ta n o ). Abbiamo sostanzialmente legittimato governi esplicitamente antidemocratici soltanto perché spacciati come salvifici e provvidenziali. Pae s e. Piaccia o non piaccia, per invertire la rotta bisognava iniziare proprio dal ruolo del presidente della Repubblica e dalla modalità con cui lo si elegge. L’e l ez io n e diretta, di questo si tratta, viene considerata dai politicanti un tema come altri, utile a dividersi e a intrattenere le masse. Purtroppo la questione è seria e dirimente, considerata l’in con sistenza reale dei partiti. Va chiarito come questo non sia affatto un tema di destra. Il passaggio è tutt’altro che semplice, ma al contempo è l’unico forte elemento di garanzia a disposizione. Dunque è indispensabile che il tema venga posto come priorità assoluta. Altrimenti ci usino quantomeno la cortesia di finirla con i discorsi sulla democrazia. La democrazia o c’è o non c’è e questa è solamente apparente. Siamo arrivati a una partitocrazia senza partiti, peggiore di quella della prima Repubblica. Perché per lo meno a quei tempi i partiti facevano i partiti, non i talk show.

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