STUPIDA RAZZA

domenica 6 febbraio 2022

Olimpiadi, il vero campione di Pechino è lo yuan digitale

 

Non teme il Covid-19, si sposta come un fulmine e, per mesi e mesi, si è allenato duramente in pista superando tutti i test. È lo yuan digitale, lo scattista più atteso ai blocchi di partenza delle Olimpiadi invernali, dove debutterà con la benedizione della Banca centrale cinese. L’evento sportivo più importante per la Cina dall’Olimpiade del 2008 diventa la cassa di risonanza di un progetto strategico che, partendo da lontano, per la precisione dal 2014, ha prodotto la valuta smaterializzata, l’e-CNY, un portafoglio digitale che si affiancherà a quello cartaceo dando impulso ai pagamenti telematici e alla globalizzazione della divisa di Pechino, ancora non convertibile. Lo yuan digitale diventa un potenziale sostituto del contante fisico e un efficace strumento di commercio internazionale. Il messaggio lanciato dal presidente Xi Jinping è forte, per questo il taglio del nastro avverrà sotto gli occhi del mondo intero e degli alleati più fedeli, dalla nutrita delegazione russa ai partner  del Rcep, l’accordo a 15 di libero scambio ormai a regime dal 1° gennaio che raggruppa anche i dieci Paesi Asean, e che già vede Corea, Singapore, Thailandia, coinvolti in intese bilaterali per il cross-border della divisa digitale. La moneta correrà sui bit degli smartphone delle delegazioni straniere invitate alle Olimpiadi, ben oltre quindi gli esperimenti locali spot di Shenzhen, Suzhou, Hong Kong che pure hanno coinvolto 140 milioni di persone. Basterà scaricare un’App per pagare in modalità telematica con la moneta elettronica garantita e controllata dallo Stato. Le ripercussioni di questa svolta si sentiranno a livello internazionale, molte Banche centrali, circa l’80% del pianeta, studia come introdurre una moneta virtuale, ma i progetti coinvolgono un campione appena del 10 per cento. Lo State Council, dal canto suo, ha appena varato il piano quinquennale dell’economia digitale pari al 10% del Pil entro il 2025, nel quale l’eCNY, utilizzabile anche da chi non ha un conto corrente, avrà un ruolo cruciale. La Banca centrale ha acquisito il pieno controllo dei flussi, i codici QR di pagamento di Tencent (WeChat) e Alipay (Alibab) sono stati appena unificati e, soprattutto, ha sbarrato la porta alle criptovalute, proprio per dar via libera al nuovo. Quale palcoscenico migliore per lanciare l’e-CNY? Mentre consolida l’esistente – è il caso del rinnovo al 2026 dello swap da 50 miliardi di dollari con la Banca d’Inghilterra, a inizio 2021 Londra ha registrato un +38,8% degli scambi in yuan - Pechino guarda ai Paesi Rcep ma anche a Vladimir Putin per attirare la Russia nell’or bita del Cips, il circuito dei pagamenti internazionali, grande rivale dello Swift (che è otto volte più grande per volume di scambi). Se Xi Jinping non molla sulla cooperazione della “Silk Road e-commerce”, dobbiamo attenderci nuove grane geopolitiche dal velocista eCNY? «L’operazione e-CNY ha una grande valenza dal punto di vista politico, potendo impensierire il dollaro USA e, di riflesso, l’economia americana - osserva Giovanni Trovato, professore di statistica economica del Dipartimento di economia e finanza dell’Università di Roma Tor Vergata. Del resto l’idea di una moneta elettronica controllata dallo Stato può senza dubbio essere una caratteristica da non sottovalutare nell’ottica di una politica economica globale. Questa visione, peraltro, è condivisa da economisti americani, tra cui Kenneth Rogoff, il quale ha osservato come gli Stati Uniti - quantomeno dal punto di vista di una moneta elettronica centrale – debbano recuperare uno svantaggio competitivo sulla Cina di almeno dieci anni».

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