STUPIDA RAZZA

martedì 12 luglio 2022

Colao lancia lo Stato digitale cinese «La tecnologia domini il sociale»

 

Se qualche partito o un bel numero di cittadini non ci metteranno la testa cercando di intervenire, arriveremo ad avere un Paese del tutto controllato dallo Stato e ci toccherà pure offrire al ministro Vittorio Colao un prosecco. Lui festeggerà per aver «contribuito a costruire un bell’impianto di lavoro e di  vita collettiva, un sistema che funziona». Noi berremo per dimenticare il fatto di essere diventati identità digitali e non essere più cittadini in carne e ossa. Pianeti e punti di vista opposti accomunati forse soltanto dal bicchiere di prosecco. Che, stando all’in - tervista rilasciata dal ministro al quotidiano Il Foglio (da cui è tratto l’obiettivo del 2027 con tanto di brindisi), è certo la macchina statale sarà in grado di tracciare: chi l’ha venduto, a quanto e in compagnia di è stato svuotato. Lo scenario che C ol ao va delineando sarebbe, infatti, inquietante se fosse descritto dall’ammi - nistratore delegato di una grande azienda, è invece pericoloso se a tracciarne le linee guida è l’esponente di un governo in carica. Ancor più pericoloso se l’esponente di governo ci spiega che «non dobbiamo avere paura che la tecnologia domini il sociale, perché essa è un grande aiuto». E dice tutto ciò senza scatenare un dibattito sul futuro della nostra democrazia. Sul ruolo del governo in qualità di piattaforma digitale che eroga diritti e, in quanto tale, non li riconosce in modo costituzionale. Durante il Covid abbiamo fatto le prime esperienze. Semaforo rosso o semaforo verde. Chi era vaccinato poteva entrare e chi non lo era poteva solo rimanere fuori. Eppure, il senso del green pass e della blockchain sottostante non è assolutamente stato colto dai partiti i ta l i a n i . Nessuno, nemmeno nel centro destra, ha voluto aprire il vaso di Pandora e affrontare il concetto di rappresentanza parlamentare e rappresentanza dei diritti in generale in un futuro dominato dalla pervasività digitale. Noi ci poniamo tutti questi interrogativi e a chi tenta di azzerare il dibattito sul nascere, tacciandolo di «complottismo», ci tocca rispondere con i virgolettati dello stesso C ol ao. «Ci sono mille altri modi più semplici per far arrivare al cittadino le cose invece di farlo muovere verso uffici e sottostare al rispetto di orari», spiega nel colloquio con Il Foglio, lasciando intendere che l’upgrade del digitale servirà a vivere meglio. «Ci siamo abituati all’id ea che per ottenere ciò che ci spetta in base a regole definite bisogna presentare la famosa domanda. Ma se lo Stato sa che una persona è in una specifica situazione, ha una condizione abilitante, perché dovrebbe essere il cittadino a chiedere ciò cui ha diritto invece di vederselo direttamente riconosciuto? Non faremo più chiedere il bonus celiaci, il bonus mamma, il bonus quel che volete, con quelle dichiarazioni un po’ ridicole in cui una persona prova di essere celiaca o di avere un bambino. I fascicoli sanitari si possono collegare a quelli delle amministrazioni finanziarie e la partita si chiude ribaltando la logica per cui il cittadino deve chiedere e non si tratta solo di digitalizzare... Lo Stato cambia e comincia a prendersi cura dei cittadini in quanto titolari di diritti». Stop e facciamo la prima valutazione. Lo Stato italiano dovrebbe prendersi cura dei cittadini? Che significa? In fase di pandemia, lo Stato italiano non è riuscito ad assumere infermieri nemmeno avendo i soldi per farlo. Non è riuscito a gestire le cure per i malati di Covid e ha vietato ai privati di trovare soluzioni e alternative efficaci, e quindi immaginiamo che il senso della frase sia diverso dal suono delle parole. Temiamo che quel «prendersi cura» voglia dire erogare bonus e aiuti secondo criteri decisi dalla politica per un bene collettivo. E ciò è socialdemocrazia. Ciò piace solo ai cosiddetti Veri Liberali che fingono di essere tali ma sono soltanto comunisti che perseguono le finalità del comunismo tramite le parole chiave del capitalis m o. Il timore di una tale deriva non è per nulla smorzato dal prosieguo dell’i nte r v i s ta . «Sono tre i passaggi richiesti e cioè che tutti abbiano un cellulare in mano, che ci siano i servizi e che ci sia un cloud dove questo sistema gira. Se saldiamo questi tre passaggi abbiamo creato un’Italia bellissima e un’Europa altrettanto bella. Con tutto il rispetto verso i nostri grandi partner internazionali, vediamo che negli Stati Uniti c’è una società dura oltre che, ora, tremendamente divisa al suo interno, e la società cinese è altrettanto dura e molto competitiva: beh, l’Europa ha l’o p p o rtu n i tà di creare un modello che può essere molto attraente, un luogo in cui crescere, studiare e lavorare e dove il rapporto tra Stato e cittadino è fatto di collaborazione, coesione, e tutto questo è possibile grazie alla tecnologia digitale». E qui si impone il secondo stop e la seconda riflessione. Un esempio su tutti. Il fisco esercita sempre l’i nve r s io n e dell’onere della prova. Oggi il contribuente si trova davanti a un giudice tributario o un funzionario. Dibattere è certamente costoso, ma accessibile quasi a chiunque. In futuro, la controparte sarà un algoritmo e dibattere sarà, se non impossibile, infinitamente più oneroso. Per difendersi serviranno tanti soldi. O come accade in Cina sarà impossibile. Lascia infatti basiti che un ministro della Repubblica italiana metta sullo stesso piano il modello Usa e quello cinese dove gli uiguri vengono tracciati grazie al riconoscimento facciale e poi incarcerati. Non è ammissibile che il Parlamento non chieda conto a Co - l ao delle sue affermazioni. Passi non chiedere conto del reale calendario di assegnazione del mega bando del cloud, quisquiglie rispetto alla triade, come la chiama C ol ao. Qui c’è in ballo il nostro futuro. Speriamo che il titolo dell’intervista non sia un lapsus freudiano. «E non farete più domande», recita facendo riferimento a quelle in carta bollata. Ma a unire i puntini viene da pensare l’a llusione sia ad altro: eliminare la possibilità di porre alcun tipo di inte r rogat iv i .

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