NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
martedì 12 luglio 2022
«Il pass ritornerà e la salute non c’e nt ra I cittadini sono tenuti ancora sotto scacco»
Il provvedimento di Daspo
urbano di Roma
per un anno è
stato annullato
dal Tar del Lazio
ad aprile, per quello di Pordenone - un foglio di via addirittura triennale - ha presentato ricorso, la risposta
dovrebbe arrivare in settimana. In tutto, dice, gli sono
arrivati undici avvisi di garanzia. Ed è stato licenziato
«per giusta causa» dall’Agenzia per il lavoro portuale
di Trieste. La voce di Stefano
Puzzer è però più tranquilla
che mai, quando lo rincorri
al telefono tra i mille impegni delle giornate spese per
il comitato «La gente come
noi», e il vento della città
friulana che soffia nella cornetta. Anche se nelle ultime
ore è arrivata la notizia dell’ennesimo licenziamento
tra i portuali di Trieste: riguarda Andrea Donaggio, al
suo fianco nel comitato.
Sotto gli idranti e i fumogeni del porto di Trieste per
le proteste anti green pa s s ,
Pu z ze r , nacque la sua notorietà. Ora qual è la sua quotid i a n i tà?
«La mattina ricevo il resoconto delle richieste d’a i uto
ricevute via mail. Con Andrea e con Franco Zonta ci
occupiamo di pagare le bollette e di andare ad acquistare i buoni spesa che spediamo con posta certificata».
Chi vi chiede aiuto?
«Abbiamo messo in piedi
una raccolta fondi per tutti i
lavoratori sospesi perché
senza green pass e per le loro
famiglie in difficoltà. Fino ad
aprile abbiamo aiutato tutte
le categorie, ora sono in prevalenza i lavoratori sanitari,
gli unici rimasti a casa».
Di che cifre parliamo?
«A oggi abbiamo donato
72.000 euro. Spediamo anche una maglietta a chi dona
più di 25 euro. Tendenzialmente abbiamo dato un
massimo di 150-200 euro a
famiglia, anche se ci sono
casi in cui siamo intervenuti
più di una volta».
Tutto rendicontato?
«Non scherziamo neanche: nessun giro di contanti,
tutto rendicontato al centesimo perché sappiamo che
presto o tardi verremo controllati. I registri li abbiamo
fatti vidimare a un notaio. Il
fondo serve per le spese legali, e appunto per le donazioni a chi è in difficoltà».
Temete contestazioni?
«Sa com’è, quando si è scomodi per il regime non si
s c h e rza » .
Lei continua ad andare
nelle piazze di tutta Italia.
Partecipa a cortei, parla dai
pa l ch i .
«Se andiamo, non è certo
per fare i cantanti. All’i n i z io
era giusto far capire cosa
stesse accadendo. Mi passi la
metafora: tra chi protesta c’è
chi abita al primo piano del
grattacielo e pensava solo al
green pass come inizio e fine
di una ingiustizia, e poi ci
sono quelli che abitano all’ultimo piano, che conoscono l’agenda 2030 ( d ell ’Onu,
«per lo sviluppo sostenibile»,
ndr) e parlano di transumanesimo».
Un popolo variegato, spesso tacciato di complottis m o.
«Si rischiava di passare
per complottisti, sì. Le assicuro che io penso che nessuno abbia la verità in tasca, e
che tutti devono essere liberi di scegliere. Non abbiamo
mai imposto alcuna scelta,
né siamo stati “c o ntro” qu a l -
cuno. Con i camalli del porto
di Trieste abbiamo semplicemente fatto emergere ciò
che stava accadendo lì. Oggi
il disegno sull’economia italiana, però, mi sembra più
chiaro che mai a tutti. Le
persone si rendono conto
anche da sole di quel che sta
ac c ad e n d o » .
C io è ?
«Rischiamo di trovarci
presto i soldi del Monopoli
nel portafoglio. Ed è iniziata
la svendita dei nostri beni, si
veda ad esempio ciò che è
accaduto con le concessioni
demaniali».
Presagi di default?
«Non fino a che il debito
pubblico italiano lo hanno in
mano Francia e Germania
per buona parte. Forse non
ci vogliono ancora far saltare » .
La guerra Russia-Ucraina
che c’entra con voi che cantate nei cortei «la gente come noi non molla mai»?
«Beh, oggi è l’ago della bilancia. Non ce l’abbiamo né
con l’Ucraina né con il suo
popolo, ovviamente, ma ci
interroghiamo sul fatto che
il conflitto sia il laboratorio
della Nato aperto sui confini
della Russia. Spero non si
arrivi a uno scontro deleterio per tutti».
Torno a lei. Licenziato
«per giusta causa», ha detto
di essere fiero di essere stato coerente: il 15 ottobre affermò che non sarebbe andato al lavoro finché non ci
fosse andato l’ultimo dei lavoratori. Lo pensa ancora?
«Certo che sì. E comunque
quel licenziamento l’ho impugnato e mi tocca ora
aspettare i tempi dei tribunali. Ma c’è un ragazzo, qui al
porto, che ha ricevuto una
contestazione disciplinare
con una sanzione di cinque
giorni di sospensione perché non ha mostrato il green
pass. Peccato che in fase di
conciliazione in Regione sia
emerso che non si può far
ricorso alla contestazione
disciplinare in casi così».
Insomma spera di tornare
al suo posto. In tanti, e lo sa,
l’hanno accusata di non voler lavorare.
«Invece il mio lavoro io lo
amo, vorrei fare solo quello.
Ho iniziato nel ’94 e ci tornerò, ho fiducia nella giustizia.
Da ragazzo facevo il facchino, scaricavo il caffè dai container. Poi mi sono specializzato, mi chiamavano per lavorare in tutti i terminal del
porto, a turni, e mi piaceva
cambiare lavoro tutti i giorni. Facevamo gli autisti, lavori generici, i gruisti…».
Un po’ di fastidio lei lo ha
sempre dato, però. Anni fa le
accuse di urine positive alla
c o ca i n a .
«Sono stato tra i fondatori
di un sindacato autonomo,
qui a Trieste, e ho dato così
fastidio - evidentemente -
che qualcuno ha ritenuto di
dovermi far fuori. Nel 2017, a
tre mesi dal matrimonio, la
notizia di positività alla cocaina. Senza aver fatto nulla.
Ho dimostrato con cause
giudiziarie che qualcuno
aveva manomesso le analisi.
Una vicenda vergognosa. E
non è stato l’unico atto compiuto ai miei danni, eh».
Da quella vicenda ne è
uscito pulito, da altre si ved rà .
«Pulitissimo, altroché. Io
nella giustizia ci credo: sono
sicuro che rimetterà a posto
le cose e ho fiducia che la
verità salterà fuori».
Il Daspo di Roma è stato
annullato. In novembre ricevette un foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno per un anno dopo
una manifestazione non
p reav v i s ata .
«Ma il ministero degli Interni è stato condannato a
pagare anche le spese legali.
Non succede spesso, non è di
poco conto».
A Pordenone un altro Daspo, di tre anni.
«Mi hanno accusato di
aver assalito un ospedale
quando invece chiacchieravo in tutta tranquillità con
dei lavoratori sanitari. Non
ho mai fatto niente di illegale, eppure sono stato tacciato di qualsiasi cosa, dai media soprattutto».
Quando lei si è preso il
Covid, molti leoni da tastiera hanno gioito.
«Fingendo di ignorare che
mi sono vaccinato con due
dosi e che quindi dal 15 ottobre avevo il green pass. Non
l’ho mai nascosto. A gennaio
sono risultato positivo».
È stato male?
«Per niente, se non un po’
di male alle ossa, come
u n’influenza. L’azienda mi
ha tacciato di non voler usare il certificato verde per andare a lavorare, ma questa è
la mia scelta, anche se mi è
costata il licenziamento».
Lei sui vaccini è critico…
«Di più: invito tutti i vaccinati a fare analisi, per scoprire se il sangue è diverso
da prima».
Però anche lei si è fatto
iniettare il siero.
«All’epoca mia madre aveva avuto un infarto. Volevo
starle vicino e per forza di
cose mi sono vaccinato».
Oggi i contagi sono in aum e nto.
«E sono sicuro che lo spettro del green pass ritornerà,
Ma come le dicevo ormai è
chiaro che non è un problema solo a livello sanitario,
ma una spirale che coinvolge
anche economia, finanza,
geopolitica. Persino la siccità: a me sembra l’ennesima
campagna di “te r ro r i s m o”
per tenere sotto scacco le
persone. Però, la prego, ribadisca una cosa fondamental e…».
C o s a?
«Che ho il massimo rispetto per chi ha perso i suoi
cari, e per i morti. Il fatto è
che “Tachipirina e vigile atte s a” è stato un grosso errore. E chi ha sbagliato deve
pagare. Il governo deve dimettersi e i colpevoli andare
a giudizio, e poi in galera».
Gli ultimi no green pass a
Cortina e Padova. Prossime
mosse? Sogna una federazione in vista di possibili
obiettivi politici comuni?
«Se si vuol fare politica
occorre prendere esempio
dall’Austria, e unire per davvero tutte le forze senza personalismi e senza leader. Un
5-6% non serve a nessuno, se
non a scaldare qualche seggiola e mettersi a posto la
famiglia per qualche generaz io n e » .
Si può fare entro le prossime elezioni politiche?
«Solo se c’è un ideale comune. Personalmente, la politica non mi interessa granché. Certo è che è ora di
finirla di delegare sempre a
qualcun altro il nostro volere » .
Degli attuali partiti salva
q ua l cu n o?
«Sono uno di quelli che è
stato fregato in passato dai 5
Stelle. Ora inizio a pensare
che il Movimento sia stato
costruito ad arte perché la
gente perdesse quel poco di
fiducia rimasta nei partiti.
Ad oggi non andrei a votare,
pure se è un mio dovere.
Scriverei sulla scheda che
non mi sento rappresentato
da nessuno, con tanto di firma. E poi chissà se le elezioni ci saranno per davvero:
mettessero lo stato di guerra …».
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