C’è un dato che colpisce all’interno dell’ultimo aggiornamento trimestrale appena comunicato dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente: l’incidenza del costo della materia prima, sia che si tratti di energia o gas, sull’esborso pagato dalle famiglie e dalle piccole imprese. Così, se si scorpora il lieve aumento (+0,4%) che segnerà le bollette dell’energia elettrica del prossimo trimestre, si scopre che a far salire il conto finale è soprattutto quel +5,5% di incremento relativo alla voce energia (PE), nel quale è incluso il costo previsto per l’acquisto dell’energia elettrica che viene poi rivenduta ai clienti finali, come pure le perdite di rete, cioè il “peso” dell’energia che non arriva in modo utile al punto di consegna. A questo, si affianca poi lo scarto, ancorché leggero (+0,6%), legato al cosiddetto dispacciamento, in cui è invece incluso il costo del servizio che garantisce, in ogni momento della giornata, l’equilibrio tra l’energia complessivamente immessa nelle reti elettriche e quella prelevata dai clienti finali, mentre si riduce del 5,7% un’ulteriore componente, quella della perequazione, che insieme alle prime due rappresenta il 75,1% della spesa totale per l’energia elettrica. La stessa dinamica si osserva, poi, anche sul fronte del gas. Ma qui l’aumento della commodity è ancora più accentuata: la crescita della componente materia prima segna infatti un +16,2%, al quale va aggiunto anche l’incremento delle voci legate alle tariffe di trasporto (+3,5%), che sono state però controbilanciate dall’intervento straordinario dell’Autorità di riduzione del -19,7% legata alla variazione della componente UG2. Quest’ultima serve sostanzialmente a garantire che gli importi complessivamente versati dai clienti tramite la commercializzazione (Qvd) equivalgano a quelli complessivamente sostenuti dalle imprese di vendita per i clienti serviti a condizioni di mercato e quelli in regime di tutela e si compone di una parte applicata in misura fissa e di quota legata al gas consumato con il prezzo che aumenta se vengono superate determinate soglie di consumo annuo. Se, dunque, non ci fosse stata la combinazione degli interventi del governo e delle misure regolatorie dell’Authority, ci sarebbero stati un incremento del 45% della bolletta gas e un aumento del 15% per quella elettrica. Ma l’effetto “materia prima”, che ha finito per zavorrare sia la fattura della luce che quella del gas, è stato invece sterilizzato. In modo da avere solo un lieve aumento sul primo fronte, mentre sull’altro versante non si è registrata alcuna variazione.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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