Il budello da 500 mila chilometri di rete idrica, gestito da circa 2 mila imprese, ormai fa acqua da tutte le parti. La media dei metri cubi d’acqua persi per ogni chilometro di rete, stando alle statistiche dell’Is tat , si attesterebbe sui 41 circa. Ovvero, oltre il 36% dell’acqua immessa nel sistema. Ovviamente le perdite non sono distribuite in modo omogeneo. Il Nord-Ovest è l'area con le reti meno disastrate. La Valle d'Aosta, per esempio, registra solo il 22% di perdite. Umbria, Abruzzo, Lazio, Sardegna e Sicilia sono invece ai primi posti in termini di perdite idriche: si stima che superino il 50%. La provincia di Frosinone, però, è la regina delle reti colabrodo. E segna il record: l’80,1% di acqua si perde per strada. La provincia più virtuosa, invece, è quella di Milano, con perdite medie pari al 18,7%. Le cause? «Sono da attribuire a fattori fisiologici presenti in tutte le infrastrutture idriche, alla vetustà degli impianti, prevalente soprattutto in alcune aree del territorio, e a fattori amministrativi, riconducibili a errori di misura dei contatori e ad allacci abusivi, per una quota che si stima pari al 3% delle perdite», valuta l'Istat. E poi ci sono i consumi. Quello giornaliero per ogni abitante in Italia è quasi doppio rispetto alla media europea (236 litri contro 125). E gli investimenti per la manutenzione delle infrastrutture sono meno della metà che nel resto d'Europa: 49 euro per abitante in Italia contro 100 in Europa. E al Sud si scende anche sotto gli 8 euro per abi ta nte. La Fondazione Utilitas ha analizzato proprio la forbice tra le due aree del Paese. Ed è emerso che la gestione delle infrastrutture nelle regioni del Mezzogiorno è gestito prevalentemente dalle amministrazioni locali. Sono i Comuni, infatti, a investire di meno nel servizio idrico. E a questo si aggiunge che il 60% delle infrastrutture, stando a un report sul servizio idrico di C i ttad i n a n zattiva , è stato messo in posa più di 30 anni fa. E il 25% ha già superato i 50 anni. Solo il 45% delle condotte deriverebbe da una progettazione più moderna e si presenterebbe come più affidabile. Il 13 giugno scorso il ministero delle Infrastrutture ha fatto sapere di aver ricevuto 119 proposte di interventi per migliorare l’efficienza delle reti. Si tratta di progetti che rientrano tra le opere da finanziare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che per questo ambito prevede investimenti da 900 milioni di euro c o m p l e s s iv i .
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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