Ad ogni tornata elettorale, appena giunge notizia della bassa percentuale dei votanti, ai politici inizia a sorgere qualche preoccupazione. Infatti la lingua batte ove il dente duole. A una prima occhiata parrebbero sinceramente preoccupati dall’astensionismo dilagante. Invece, nonostante pochi votanti significhino poca democrazia, si guardano bene dallo spingersi oltre le dichiarazioni di circostanza. Ovviamente il problema esiste davvero. Probabilmente si evita di occuparsene seriamente in quanto, facendolo, si dovrebbe giungere a conclusioni parecchio scomode, in particolare allo status raggiunto anche grazie all’a s te n s io n i s m o. Innanzitutto perché si dovrebbe concludere che il problema esiste da quando esistono questi politici. Difatti solamente adesso l’a s te ns ionismo è parte integrate della normalità istituzionale. Non a caso ad ogni giro elettorale gli astenuti aumentano regolarmente di pari passo con l’au - mento della sfiducia verso partiti notoriamente autoreferenziali e lontani dal quel mondo reale a cui dovrebbero guardare. Continuano a definirsi «politici» benché siano privi di visione e ideologia di riferimento. Di conseguenza è impossibile per un cittadino normale identificarsi con gli stessi mancando l’identifica - zione partitica. Non bastasse questo ad alimentare la disaffezione abbiamo pure, in aggiunta, dei governanti incapanemmeno può chiedersi un simile sforzo, figurarsi se sono in grado d’invertire codesta tendenza da qui alle prossime elezioni nazionali. Soltanto il presidente Sergio Mattarella è nella condizione di far qualcosa per arginare il fenomeno prima che sia troppo tardi. Dovrebbe impegnarsi sul suo onore a far contare il voto degli italiani anziché garantire la fantomatica continuità del sistema, a prescindere dagli elettori. Per giunta a forza di governi contro natura sostenuti da coalizioni formatesi attorno all’improbabile senso di responsabilità, il numero dei poveri è raddoppiato e il debito pubblico sta toccando livelli impressionanti. Insomma il Parlamento deve tornare alla funzione originaria e i partiti debbono attrezzarsi al compito, punto. Il Paese ha bisogno di politici all’altezza e non ci saranno mai sensi continua a tenerli sotto tutela in quanto inadeguati al ruolo. In definitiva «la libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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