Si fa presto a dire «Fuck Putin». Basta stare su un palco ed essere certi che Putin non busserà mai alla tua porta, pronunciare il nome del dittatore, accompagnandolo da un invito a farsi fottere e si otterrà in cambio uno scroscio di applausi. Un po’ più difficile è invitare dallo stesso palco le persone a mettere le mascherine e prendere le precauzioni contro il Covid. Convincere 70.000 persone a indossare i dispositivi di protezione con una temperatura intorno ai 30 gradi e suggerir loro di tenere il distanziamento sotto il palco è una missione quasi impossibile. E infatti l’altra sera a Roma, i Maneskin non ci hanno neppure provato. Del resto non è compito loro adottare misure che evitino la diffusione dei contagi. Lo dovrebbe essere, eccome, delle autorità sanitarie, ma queste si sono guardate bene dall’aprire bocca e osare anche solo mettere in dubbio l’adunata musicale di una delle band italiane di successo del momento. Dunque, il gruppo romano ha potuto suonare senza problemi e senza alcuna precauzione i numerosissimi fan hanno potuto danzare e abbracciarsi. Tuttavia, appena finito il concerto e spenti gli amplificatori, sui giornali è ricominciata la litania dei cosiddetti esperti, i quali, in crisi di astinenza da suggerimenti, sono tornati a imperversare con interviste che sollecitano provvedimenti per contenere il virus. A leggere i loro consigli, si capisce che hanno nostalgia dei lockdown e dei decreti con cui si obbligavano le persone a vaccinarsi, pena perdere il lavoro e trovarsi esclusi da qualsiasi attività sociale, ivi compreso consumare un pasto al ristorante fosse pure all’ap e rto. Sì, mentre i luminari non si azzardano a obiettare alcunché se 70.000 persone si riuniscono al Circo Massimo tutte ammassate, poi insistono perché sui treni e nei locali pubblici si continui a imporre la mascherina e il distanziamento, ammonendo chi osi suggerire un allentamento delle regole. In particolare, si segnalano i noti Franco Locatelli eSilvio Brus a fe r ro, il primo coordinatore del comitato scientifico che ha sussurrato a Rober to S p e ra n za durante tutto il periodo della pandemia e l’a l tro portavoce dello stesso Cts. I due Bibì e Bibò dell’Is t i tuto superiore della sanità, che insieme a capitan Cocoricò, ossia al ministro della Salute, per due anni ci hanno allietato le serate con le loro comunicazioni mortifere, oggi ogni volta che possono cercano di riprendersi la scena, annunciando nuove catastrofi. Questi giorni per esempio si danno un gran da fare per sollecitare restrizioni che impediscano la circolazione del virus. Mentre alcuni virologi come P ie rlu i g i V i a l e, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, suggeriscono di lasciar circolare il virus, così da renderlo endemico, i Mimì e Cocò dell’Istituto superiore di sanità sognano una quarantena di massa, in stile cinese. Se Viale dice che occorre cambiare le regole, perché l’isolamento non ha più senso in quanto la variante Omicron non è un incubo mortale (e in questo si trova d’accordo con M atte o Bassetti ma pure con Alberto Zangrillo), L o catel l i eBr u - saferro (in questo confortati dal noto tenore pro vax che risponde al nome di Fa b r i z io Preg l i a s c o ) insistono a gran voce reclamando misure restrittive. Se per Andrea Cris a nti ormai i tamponi non hanno più senso, loro i tamponi li istituirebbero per legge a chiunque voglia andare in vacanza, con l’e s c lu s io n e ovviamente dei fan dei Maneskin, in quanto politicamente corretti. Sì, purtroppo. Cogliendo al balzo l’aumento dei contagi dovuto alla maggior circolazione di persone, la coppia L ocatel li &Br u sa fer ro to rn a a far sentire la propria voce, preconizzando un autunno d’i n fe r n o. Non ci vuole molto a capire quale sia l’obiettivo. Se adesso i toni sono più allentati, al rientro delle vacanze, insieme alla stangata economica si prepara la campagna per la quarta dose. Anche se la terza non ha funzionato e forse addirittura ha lasciato i vaccinati più sensibili alle varianti, come dice C r i s a nti , i Bibì e Bibò della siringa non hanno dubbi. Dunque preparatevi, perché l’estate passa in fretta. L o catel li &Bru s afe r ro purtroppo no.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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