STUPIDA RAZZA

venerdì 4 febbraio 2022

Crisi Ucraina, l’arma Swift è deterrente o boomerang?

 

«Tutte le opzioni sono sul tavolo»: è questa l’essenza delle armi deterrenti rivolte contro la Russia. Su questo tavolo della politica è finita anche la piattaforma Swift, la «bomba nucleare dei mercati finanziari internazionali», come l’ha definita (poi pentendosene) il filoamericano Friedrich Merz, nuovo leader del partito cristiano-democratico tedesco Cdu. La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, meglio conosciuta come Swift, è un sistema di messaggistica standardizzata su scala globale da oltre quarant’anni, utilizzato da più di 11.000 soggetti interconnessi, tra banche, gestori di infrastrutture di mercato e autorità pubbliche, nelle loro attività di intermediazione finanziaria globale. Swift non trasferisce e non detiene fondi: non è un sistema di pagamenti internazionali, come Target, e non è una controparte centralizzata di compensazione come LCH. Swift fornisce servizi nella forma di una rete per la messaggistica. E lo fa fissando criteri standard per le comunicazioni finanziarie: i suoi codici di sicurezza sono riconosciuti in tutto il mondo e per questo ricopre un ruolo centrale nel garantire il buon funzionamento dei pagamenti, della compravendita in titoli e nelle operazioni di tesoreria. Questa piattaforma unica al mondo consente in tempo reale agli operatori finanziari di tracciare i bonifici interbancari e identificare in sicurezza le controparti. Su questa rete viene smistata una media di 42 milioni di messaggi finanziari al giorno, con un picco record toccato lo scorso 30 novembre oltre i 50 milioni. Un’arma a doppio taglio Essere tagliati fuori da Swift, per una banca, significa non poter usare il proprio codice di sicurezza internazionale né di poter verificare i codici standard degli altri operatori: significa essere “declassati” nel sistema di verifica a livello mondiale, con ripercussioni che da una banca finiscono per colpire i clienti della banca stessa, con ramificazioni imponderabili. Swift è indubbiamente un’arma potente e molto tagliente, e per questo c’è chi insiste a mantenerla tra le opzioni deterrenti per evitare il conflitto armato in Ucraina. Ma è anche una bomba finanziaria di rilevanza sistemica che va maneggiata con cura perché può esplodere nelle mani di chiunque, anche di chi la vorrebbe usare solo come arma deterrente. Lanciata contro la Russia, può ritornare indietro e colpire i mercati finanziari mondiali come un boomerang. Swift non è americana né russa Swift è una rete posseduta da tutti e quindi da nessuno: certamente non è americana e non è dominata dagli Usa o dal Regno Unito. Gli Stati Uniti e il Regno Unito detengono due rappresentanti ciascuno nel Consiglio di amministrazione di Swift formato da 25 direttori dove sono rappresentate anche Russia e Cina: nel Board siedono direttori provenienti da Banca Intesa Sanpaolo, Deutsche Bank e Commerzbank. Questa piattaforma è una cooperativa mondiale di proprietà dei suoi utilizzatori, ovvero gli oltre 11.000 istituti finanziari in tutto il mondo che ne sono anche i suoi azionisti. Swift ha sede legale in Belgio. Questo significa che è tenuta a rispettare le leggi varate dal legislatore belga o le normative europee recepite in Belgio. Nel caso di sanzioni americane rivolte contro le banche russe, per coinvolgere in questa ritorsione i codici Swift, la rete di messaggistica dovrebbe applicare una disposizione della Commissione europea, secondo il parere di un esperto che preferisce mantenere l’anonimato. Swift sorvegliata dalla Bce Swift è sottoposta alla “sorveglianza” (che non è vigilanza) delle dieci banche centrali dei Paesi del G-10, tra le quali la Bce e dunque anche la Banca d’Italia. L’Eurosistema è tenuto all’oversight, la sorveglianza dei cosiddetti Csp (Critical service providers) e Swift è uno di questi perché fornisce servizi critici su scala internazionale, essenziali agli istituti monetari e finanziari, comprese le banche di rilevanza sistemica nell’area dell’euro, che molto spesso non hanno alternative. Swift non ha impatti sulla politica monetaria ma può avere effetti sulla stabilità finanziaria. La sorveglianza su Swift è organizzata su due livelli. Le banche centrali del G-10 hanno stabilito un accordo con la Nationale Bank van België/Banque Nationale de Belgique alla quale è affidata la supervisione principale. In risposta all’importanza di Swift per le banche dell’Eurosistema, la Banca centrale belga tiene riunioni annuali con le banche centrali dell’area dell’euro. Negli ultimi anni, sottolinea l’ultimo rapporto della Bce sull’argomento, «i supervisori hanno dedicato molto tempo al monitoraggio del Customer Security Programme di Swift nella lotta contro gli attacchi cibernetici, per valutare il livello di conformità con i controlli di sicurezza e l’efficacia dei processi di segnalazione come meccanismi di applicazione». Nel 2016 l’uso non autorizzato di messaggi Swift da parte di un gruppo criminale ha portato alla sottrazione di circa 80 milioni di dollari dalla Banca centrale del Bangladesh. Un episodio analogo, di dimensioni molto più contenute, ha riguardato nel 2018 la Banca centrale russa. In una conferenza stampa lo scorso giovedì, un giornalista ha chiesto all’ad di Deutsche Bank Christian Sewing cosa potrebbe accadere se le banche russe fossero escluse da Swift: «Deutsche Bank non sarebbe colpita da un impatto negativo diretto», ha rassicurato Sewing, che però non ha escluso ripercussioni sull’intera industria finanziaria e sui clienti che operano con gli istituti tagliati fuori da Swift. Un precedente scomodo Nella storia di Swift c’è un solo precedente di sospensione dell’accesso alla rete e disconnessione dalla rete per obiettivi sanzionatori: nel 2018 e 2012 contro alcune banche iraniane. Questo accadde ai tempi delle sanzioni Usa ed europee contro l’Iran. Swift è una cooperativa globale che si definisce di natura “neutrale”, perché è stata creata per il beneficio collettivo. Qualsiasi decisione circa l’imposizione di sanzioni a Paesi o entità individuali, per Swift, spetta agli organi governativi competenti e ai legittimi legislatori. In passato tuttavia il membro americano del consiglio di amministrazione lamentò di avere grandi problemi con l’operatività delle banche iraniane sulla rete, in seguito alle sanzioni Usa contro l’Iran: così le banche iraniane furono sospese dall’uso della piattaforma. Il peso degli istituti finanziari iraniani sull’attività Swift è estremamente contenuto, non arriva allo 0,2%, stando a fonti bene informate. Il peso delle banche russe si dice sia quindici volte tanto. Usare Swift contro le banche russe finirebbe per velocizzare un progetto imbastito da Russia, Cina e Turchia: una rete di messaggistica finanziaria alternativa a Swift. Un’operazione che ne disinnesca la portata deterrente.

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