STUPIDA RAZZA

sabato 5 febbraio 2022

Gas e nucleare, oggi le regole Ue con ritocchi limitati

 

La Commissione europea approverà oggi con qualche modifica l’atto delegato complementare per la classificazione di gas e nucleare come fonti energetiche sostenibili di transizione, o tassonomia. Dopo qualche rinvio e molte vibrate proteste e richieste di modifiche da parte degli Stati membri e degli esperti della Piattaforma per la finanza sostenibile, il testo presentato il 31 dicembre è stato ritoccato. Lunedì le modifiche sono arrivate all’esame dei capi di gabinetto dei commissari. E la discussione è stata parecchio complessa, tanto che è proseguita anche ieri. A tenere banco sono state soprattutto le questioni legate al gas su cui è stata fatta qualche concessione. Secondo quanto trapela, per le centrali elettriche a gas la cui costruzione sia autorizzata entro il 2030, resta invariato il limite di 270 grammi di emissioni di CO2 per kWh o in alternativa la media annuale non sia superiore 550kg CO2e / kW sulla capacità produttiva in 20 anni perché l’investimento sia considerato sostenibile e ottenga il “bollino verde” Ue. Contro questo parametro si è espresso, tra gli altri, il governo italiano chiedendo limiti più alti. Cambierebbero in senso meno restrittivo, invece, altri due criteri tecnici di valutazione: sarebbero eliminate le tappe intermedie del 2026 e del 2030 per lo switch delle centrali verso le rinnovabili e i gas a basso contenuto di CO2. Resterebbe solo il limite del 2035, entro cui l’impianto per essere considerato sostenibile deve essere alimentato con fonti rinnovabili o con gas a basso contenuto di carbonio. Rivista anche la condizione in base alla quale è considerata sostenibile un’attività che riduce di almeno il 55% le emissioni di CO2 per kWh, purché si trovi in uno degli Stati membri che si è impegnato ad abbandonare gradualmente il carbone. Questo criterio non riguarderebbe più le emissioni dirette ma l’intero ciclo di vita dell’impianto. Nel complesso, dunque, se queste anticipazioni saranno confermate nel testo approvato dal collegio dei commissari, non sembrano modifiche sostanziali, ma più che altro il tentativo di placare qualche critica. La sensazione è che l’atto delegato continuerà a scontentare tutti e a far discutere. Il testo andrà al Consiglio Ue e all’Europarlamento che potranno approvarlo così com’è o respingerlo in blocco, entro sei mesi. Nel pieno della crisi ucraina e in attesa che - nel lungo termine e anche grazie alla tassonomia - l’Europa riduca l’uso del gas, Bruxelles ha l’urgenza di trovare fornitori alternativi alla Russia di Putin. «Ci sono conversazioni continue da diversi mesi con un certo numero di partner internazionali e importanti fornitori di energia» ha ricordato un portavoce della Commissione. Oltre alla Norvegia, che ha già aumentato le forniture, si sta parlando con il Qatar e con l’Azerbaijan, dove la commissaria all’Energia, Simson, si recherà venerdì. Lunedì 7 febbraio è in agenda il consiglio Energia Usa-Ue a Washington Dc. 

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