Ai livelli del 2019. Il pil di Eurolan-
dia risente, nel quarto trimestre
del 2021, della flessione tedesca e
del rallentamento complessivo
delle sue grandi economie, ma
permette all’attività economica di
tornare al punto di partenza pre-
pandemico. Non recupera tutto il
terreno perduto – l’economia sa-
rebbe cresciuta ulteriormente,
senza il Covid – ma almeno si
chiude una brutta parentesi.
I numeri segnano però anche
una battuta d’arresto rispetto ai ritmi veloci di primavera ed estate.I dati flash mostrano un pil in cre-
scita dello 0,3% trimestrale, con-
tro le attese di un +0,4%: sono ci-
fre lontane dal +2,2/+2,3% dei due
trimestri precedenti. La crescita
annua, però, segna ancora un so-
lido +4,6 per cento. Manca il det-
taglio delle diverse componenti
del pil – arriveranno l’8 marzo –
ma è evidente che l’attività econo-
mica ha risentito dell’ultima on-
data invernale della pandemia, e
delle persistenti interruzioni delle
catene di fornitura internazionali.
Alcuni dati delle grandi econo-
mie confermano questa ipotesi.
Ha sofferto soprattutto la Germa-
nia, il cui pil ha segnato una fles-
sione dello 0,7% trimestrale, dopo
il +1,7% dell’estate e il +2,2% della
primavera, con una crescita an-
nua dell’1,4 per cento. Sono calati
soprattutto – ha spiegato l’istituto
di statistica Destatis – i consumi
delle famiglie, una flessione non compensata dall’aumento dei
consumi pubblici. Il Paese soffre
molto delle interruzioni nei flussi
di forniture di manufatti e materie
prime e ha così chiuso l’anno con
un pil inferiore al prodotto lordo
del 2019 dell’1,5%.
La Francia, invece, si conferma
in buona salute e ha chiuso il 2021
con un pil superiore dello 0,9% ri-
spetto a quello del 2019. Il quarto
trimestre ha comunque segnato
una frenata: +0,7% in autunno
contro il +3,1% dell’estate e l’1,3%
della primavera. Sono aumentati anche se a ritmi molto meno
brillanti di primavera ed estate –
sia i consumi sia gli investimenti,
mentre le esportazioni nette han-
no dato un contributo leggermen-
te negativo (meno 0,2 punti per-
centuali) a causa di una crescita
delle importazioni più rapida di
quella delle esportazioni. I dati
diffusi la scorsa settimana hanno
però segnalato un forte ricorso ai
risparmi da parte dei cittadini
francesi nel terzo trimestre.
Un po’ in controtendenza la
Spagna, che dopo sei mesi relati-
vamente sottotono, ha visto il pil
crescere in modo relativamente
più rapido sia nel terzo (+2,6%) sia
nel quarto trimestre: +2% a di-
cembre, più delle attese dell’1,4%,
dunque. Il pil resta al di sotto del
livello del 2019 del 4%, ma investi-
menti ed esportazioni nette stan-
no spingendo il mercato del lavo-
ro e l’economia.
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