L e novità introdotte nella normativa sugli ammortizzatori sociali, contenute nella Legge di Bilancio 2022, intervengono in un quadro socioeconomico del Paese molto particolare. L’abnorme diffondersi di contagi dell’ultimo mese ha creato una situazione di grave incertezza sociale, che si è rapidamente trasformata in incertezza economica. In questo contesto, meritevole più di interventi emergenziali che strutturali, si vanno a collocare le nuove misure di sostegno al reddito, tese a realizzare la prefissa universalità delle tutele. L’esperienza emergenziale ha dimostrato ancora una volta quanto sia necessario individuare strumenti che supportino le aziende, e i lavoratori, in maniera diffusa, non perpetuando differenziazioni; ciò è ancora più importante nel momento in cui non è più possibile confidare nel sistema, ancorché disarticolato, della “cassa in deroga”. Un sistema che, in maniera estemporanea, di volta in volta, ha cercato di alleviare le difficoltà del sistema occupazionale in periodi individuati come eccezionali, ma senza organicità. Il particolare momento economico conseguente alla pandemia ha dato la stura a misure di natura difensiva, necessarie a preservare il delicato equilibrio nell’ottica di una tanto auspicata ripartenza. Il riassetto degli ammortizzatori sociali del 2022, teso all’estensione delle tutele, presenta però il conto del conseguente aumento del costo del lavoro. Aumento inevitabile, vista l’estensione dell’ambito applicativo delle misure in commento. I fondi di solidarietà, ad esempio, assicureranno le proprie prestazioni pure alle realtà produttive che occupano anche soltanto un dipendente. Ma ciò accadrà, verosimilmente, solo nei prossimi mesi, considerato che è loro consentito l’adeguamento entro la fine dell’anno in corso. La maggiore contribuzione è però immanente sin dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, così come la previsione che la regolarità del versamento dell’aliquota di contribuzione ordinaria ai fondi di solidarietà bilaterali è condizione per il rilascio del Documento unico di regolarità contributiva (Durc). A oggi registriamo pertanto probabili vantaggi futuri, differiti nel tempo dalla legge, e oneri aggiuntivi per i datori di lavoro certi e immediati. È ragionevole pensare che sarebbe stata preferibile una soluzione diversa, con un’introduzione graduale delle nuove contribuzioni, perlomeno coeva alla effettività del riconoscimento delle misure. Ciò riflettendo che, tra l’altro, le aziende oggi si ritrovano prive anche delle misure emergenziali. Le esigenze che si prospettano rimangono pertanto quelle già evidenziate con le prime “ondate pandemiche”: abbattimento dei costi per il ricorso alle misure di sostegno al reddito per le imprese obbligate all’inattività o alla riduzione dell’attività a causa della pandemia, previsione di sussidi il cui accesso sia semplice, sgombrato da termini e adempimenti che sono la negazione del tanto auspicato processo di semplificazione degli atti amministrativi; superare, una volta per tutte, l’equivoco della compatibilità degli ammortizzatori sociali ordinari con le esigenze, oggettivamente straordinarie, di una crisi economica causata dalla pandemia. In questo contesto emerge ancor più nitida l’assenza di uno strumento unico, da utilizzare in presenza di fenomeni catastrofici. Uno strumento con causale e importo unico, perché riferito a un evento – appunto – unico che non necessita dunque dei formalismi procedurali. Un ammortizzatore sociale “emergenziale” da attivare solo in caso di fenomeni naturali o pandemici, in modo da ridurre al minimo le procedure di richiesta e i tempi di liquidazione. È questa una proposta già formulata – quasi due anni orsono nel corso delle audizioni parlamentari – dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, sulla scorta della profonda conoscenza del settore. Una proposta tuttora valida e che risolverebbe tutte le criticità che il sistema ha mostrato durante la pandemia. Criticità accentuate dalla scelta di gestire con strumenti ordinari una situazione a dir poco straordinaria. Affiancare questo strumento alla novellata normativa in materia di sostegno al reddito renderebbe l’intero impianto normativo più forte e pronto a fronteggiare ulteriori situazioni di emergenza.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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