STUPIDA RAZZA

sabato 5 febbraio 2022

Vendite auto, nuovo tonfo del 20%

2020 ANNO DEL COCA COLA VIRUS,2022 ANNO DELLA DISTRUZIONE ECONOMICA !

«Anno nuovo, mercato vecchio. Non cambia la tendenza negativa del mercato dell'auto in Italia, e la dinamica discendente degli ultimi mesi del 2021 viene confermata anche a gennaio 2022». È il commento di Unrae ai pessimi dati di mercato, che segnano un calo del 19,7% delle immatricolazioni in Italia. Allarme di Federauto (concessionari): flessione complessiva del 35% rispetto al gennaio 2019, in forte calo gli ordini, anche sull’elettrico. «Non sono più procrastinabili la definizione e l’avvio di un piano di politica industriale dedicato alla transizione dell’automotive, che se non ben gestita potrebbe costare all’Italia oltre 70mila posti di lavoro», dice Paolo Scudieri, presidente di Anfia. A sollecitare un piano nazionale per l’auto è anche Marco Bonometti, presidente del Gruppo Omr. Risponde il ministro dello Sviluppo economico, Giorgetti: «Presto con il Mef presenteremo delle proposte per incentivi all'automotive».Il 2022 dell’auto inizia sotto una cattiva stella, con le immatricolazioni il mese scorso calate del 19,7% sul 2021 e di oltre 34 punti se confrontate con il 2019. A gennaio le nuove autovetture sono state 107.814, oltre 26mila unità in meno rispetto a un anno fa come fa notare l’Unrae. Questo significa che la crisi di mercato per l’auto si sta aggravando, con risultati che rischiano di essere anche peggiori di quelli dell’anno scorso. Se si proietta il dato di gennaio sull’intero 2022, come evidenzia il Centro Studi Promotor, si ottiene un volume di immatricolazioni pari a un milione e 198mila autovetture, con un calo potenziale del 17,8% sul 2021. Sale dunque l’allarme per un settore che sta attraversando una contingenza difficile e una transizione ancora più complessa. Lo dimostra anche l’iniziativa del ministro Giancarlo Giorgetti che ieri pomeriggio ha incontrato i rappresentanti delle principali aziende del settore, oltre ad Anfia e Confindustria, assicurando che il dossier automotive sarà riaperto a breve. «Nonostante le difficoltà – ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico in una nota – sono ottimista sul fatto che nelle prossime settimane insieme con il Mef presenteremo delle proposte per incentivi al settore dell’automotive». L’incontro, aggiunge la nota, «è stato anche occasione per fare una ricognizione sugli strumenti e risorse messe a disposizione del Mise per sostenere una filiera strategica del sistema produttivo del paese, con l’obiettivo di garantire l’equilibrio tra esigenze economiche ambientali e sociali». Tra mercato e industria Quella del settore auto è una crisi, insieme, industriale e di mercato. A pesare sulle fabbriche e sui produttori di componenti è la carenza di semiconduttori che, a partire dalla seconda metà del 2021, ha creato gravi problemi nell’intero ciclo produttivo, allungando i tempi di consegna delle nuove autovetture. Una situazione che ha finito per condizionare tanto i volumi produttivi quanto i volumi di vendita nella rete dei dealer. Caro energia e aumento dei prezzi di materie prime e trasporti hanno ulteriormente complicato le cose. «È del tutto evidente – sottolinea Gian Primo Quagliano, del Centro Studi Promotor – che, in mancanza di interventi urgenti, il settore dell’auto, che vale il 12% del Prodotto interno lordo, potrebbe diventare una pesante palla al piede, mettendo a rischio la prospettiva di una crescita del Pil del 3,8% prevista per quest’anno». Le richieste degli industriali Per Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia, «non sono ulteriormente procrastinabili la definizione e l’avvio di un piano di politica industriale dedicato alla transizione della filiera automotive, un processo che, se non adeguatamente gestito, potrebbe costare al nostro Paese oltre 70mila posti di lavoro persi». Il rischio è che, in assenza di strumenti che accompagnino la riconversione, «molte aziende – aggiunge – si trovino costrette a rimodulare investimenti e piani produttivi sul nostro territorio, a danno della sopravvivenza di un settore trainante dell’economia italiana». Il settore auto è stato trascurato negli ultimi mesi sottolinea il presidente dell’Unrae Michele Crisci. È urgente, aggiunge, «portare avanti i progetti del Mise a sostegno dell’acquisto di veicoli a basse emissioni, per non bloccare il processo di elettrificazione nel Paese». Nel mese di gennaio in effetti la quota di full electric e plug-in crolla a quota 8,4%, perdendo quasi 5 punti rispetto a dicembre scorso. «Il ritardo delle decisioni governative, già nel primo mese dell’anno, ha restituito un volume di immatricolazioni al di sotto dei livelli degli ultimi quattro anni e con una consistente riduzione degli ordini, anche delle elettriche, che impatterà nei mesi successivi» sottolinea Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto. In questo contesto difficile fanno peggio del mercato sia Stellantis (-26,7%) che Volkswagen, -33,6%. Male anche Daimler, che perde il 33% dei volumi, mentre Ford e Toyota perdono rispettivamente 8 e 12%. Renault, dopo un 2021 difficilissimo, a gennaio cresce del 5%.



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