STUPIDA RAZZA

domenica 10 luglio 2022

Alla faccia degli isterismi verdi Berlino tornerà all’energia nucleare

 

Questa Unione europea non sembra azzeccarne una. Lo vediamo anche con l’energia. Lo scorso dicembre quelli della Commissione avanzarono la proposta che gas e nucleare fossero inclusi nella lista delle attività economiche che, in quanto «amiche del clima», avrebbero potuto essere considerate ragionevolmente sicure dagli investitori perché munite dell’etichetta verde. È verde il nucleare? I francesi dicono di sì, perché hanno 60 reattori, gli austriaci dicono di no perché hanno messo nella loro Costituzione che il nucleare non vogliono vederlo neanche dipinto. Comunque sia, quelle della Commissione sono proposte che possono essere bloccate dalla maggioranza (353) del Parlamento e da almeno 20 dei 27 Paesi membri, altrimenti diventano legge. L’altro giorno i parlamentari hanno votato e solo 278 hanno respinto la proposta: nucleare e gas naturale sono verdi per legge. Tutto però ha del surreale. Per codesta Ue il problema capitale mondiale è il clima, che va controllato, dicono, azzerando le emissioni di CO2. Il nucleare non ne emette, epperò la proposta della Commissione ha fatto imbufalire i Verdi e, con loro, tutti gli altri fino a sommare a 278. I Verdi si son detti più possibilisti sul gas, che però emette CO2. Ci si chiede, se il problema dei problemi è la CO2, perché mai il gas ha il semaforo verde. Soprattutto ci si chiede perché, a questo punto, non si include anche il carbone: la CO2 emessa dal gas naturale non è diversa da quella emessa dal carbone, verrebbe da dire. L’ho chiesto a un Verde, e m’ha risposto che a parità di CO2 emessa il gas naturale fornisce un eccesso - quasi il doppio - d’e n e rg i a . Giusto. Senonché, allo stesso tempo la Ue rifiuta il gas dalla Russia e vorrebbe convertirsi al gas liquefatto e trasportato via nave. Tenere il gas liquefatto a 160 gradi sotto zero e trasportarlo via nave comporta che oltre la metà di quell’ec - cesso di energia va consumato a ll ’uopo. Insomma, alla fine della fiera, usare carbone o usare gas naturale liquefatto non cambia sostanzialmente le cose, finché il problema è la CO2. Qualche Paese membro ha tuonato contro la - peraltro legittima - votazione che ha dato semaforo verde a nucleare e gas naturale e, in nome del rispetto della democrazia, promette lotta ad oltranza. Gli arrabbiati sono due: l’Au s tr i a (per la ragione detta sopra) e, udite un po’, il Lussemburgo, che conta, in Europa, meno della città di Palermo. Ma, a parte i tuoni, ci sono quelli che, prima ancora del voto del Parlamento Ue, hanno deciso di farsi i fatti propri. Parlo della Germania: già lo scorso mese il Verde vice-cancelliere Rober t H a b e ck annunciava l’au m e nto d’uso del carbone, visto che la Russia ha ridotto del 60% la portata nel gasdotto Nord Strea m-1 . Insomma, almeno in Germania, la transizione energetica è bella e sepolta. Che sarebbe finita così era evidente a chiunque. Perfino a me, che di solito nulla so. Nel 2011, ai tempi del referendum sul nucleare, fui invitato da Lilli Grubera dibattere con la presidente dei Verdi in Europa, tale Mo n ica Fra s s o n i . Le due signore mi facevano notare che la Germania aveva deliberato di chiudere col nucleare e col carbone. Io ribattevo rammentando loro cosa ci fosse tra il dire e il fare e che, comunque, l’ave s s e veramente fatto, i tedeschi avrebbero dovuto aumentare le proprie importazioni di gas. Che è quel che a quanto pare hanno fatto, legandosi mani e piedi a Puti n . Senonché, venendo meno queste importazioni, ne diventa obbligatorio il ritorno al carbone. E anche al camaleontico nucleare, nero fino a un anno fa e ora verde. La mia previsione è che la Germania riattiverà i reattori nucleari che ha fermato in questi anni. Ed è bene che si dia una mossa in questo senso, altrimenti sarà costretta a promuovere leggi di razionamento energetico. Se lo faranno, daranno la colpa aPuti n . Ma la colpa è l’aver promosso le energie farlocche di produzione elettrica: eolico e fotovoltaic o.

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