La Germania teme lo stop definitivo delle forniture di gas russo tramite il gasdotto Nord Stream 1. Se ciò dovesse accadere il Paese rischia seriamente di entrare in recessione. È quanto prevedono gli economisti di cinque istituti tedeschi interpellati dal Sole 24 Ore.Dall’11 al 21 luglio, il gasdotto Nord Stream1 verrà chiuso come di solito per i lavori di manutenzione che normalmente vengono fatti una volta l’anno. Ma nulla è più normale dall’invasione russa dell’Ucraina. Berlino e l’Europa terranno il fiato sospeso per 10 giorni e poi sapranno se dal 22 luglio il flusso del gasdotto sarà riattivato oppure no. Se Mosca userà il gas come “arma politica”, come ha denunciato il cancelliere Olaf Scholz, dalla fine della prossima settimana la Germania dovrà pagare il gas ancora più caro ed averne comunque meno per produzione industriale e riscaldamento. E la recessione da caso peggiore estremo diventerà lo scenario base per il Pil tedesco. Gli economisti di Ifo, DIW, KfW, DZ, IWH interpellati dal Sole24Ore concordano che senza gas russo l’economia tedesca entrerà in recessione. Una recessione che potrebbe essere “dura”, “profonda”, a due cifre per l’Associazione delle camere di commercio tedesche DIHK. Ma l’energia russa non è l’unica variabile che può portare alla recessione in Germania. I rischi sono diffusi: il crollo dei consumi privati, secondo Commerzbank, è un altro fattore oltre al taglio alla produzione per carenza di energia; il ritorno di ondate pandemiche in Cina e in Europa colpisce le catene di approvvigionamento e l’export; il rallentamento dell’economia mondiale e Usa e le dinamiche inflazionistiche frenano il Pil tedesco; le politiche monetarie eccessivamente restrittive da Bce e Federal Reserve, la volatilità dei mercati e l’instabilità finanziaria con scoppio di bolle speculative contribuiscono a danneggiare la crescita. «Il rischio principale è che la guerra in Ucraina possa influire sull’economia più di quanto ipotizzato nelle nostre previsioni estive (ndr +1,5% come Commerzbank, Confindustria tedesca BDI) soprattutto se si verificasse una brusca interruzione delle forniture di petrolio e gas russo», prevede Axel Lindner Makroökonomik del Leibniz-Institut für Wirtschaftsforschung Halle. «Il gas potrebbe essere sostituito solo parzialmente e il suo consumo verrebbe razionato in Germania, con contrazione del Pil». Per l’economista IWH, nuove ondate pandemiche con restrizioni possono innescare in qualsiasi momento una flessione dell’economia cinese con ricaduta sulla Germania. Se le forniture di gas russo dovessero cessare immediatamente, il prossimo anno ci potrebbe essere una carenza di gas in Germania tra 23,8 TWh (terawattora) e 160 TWh, prevedono gli istituti Ifo, Ifw, Rwi, Iwh nella Gemeinschafts-Diagnose. La conseguente perdita di produzione nelle industrie ad alta intensità di gas e per i loro clienti diretti si tradurrebbe in una perdita di valore aggiunto tra 46 e 283 miliardi di euro, corrispondenti all’1,6%-9,9% della produzione economica tedesca del 2021. Per Guido Baldi del think tank DIW, «il rischio di recessione è certamente elevato. Nel nostro scenario base, ci aspettiamo che una recessione (due trimestri con crescita negativa) possa essere evitata, ma se arrivasse non sarebbe una sorpresa. Se la Russia interrompesse immediatamente le forniture di gas alla Germania, prevedo recessione nel 2022 e fors’anche nel 2023. Ma anche senza blocco di gas russo, qualche trimestre di crescita economica molto bassa o in lieve recessione resta possibile». Il clima di fiducia di imprese e consumatori si è deteriorato negli ultimi mesi, sostiene Baldi, e un rallentamento dell’economia europea frenerebbe ulteriormente le esportazioni tedesche, già diminuite in maggio verso area dell’euro e Ue. «Il settore manifatturiero tedesco risente della debolezza dell’economia mondiale, la crescita Usa nel secondo trimestre quest’anno potrebbe essere negativa, il miracolo della crescita cinese è finito», ammonisce Baldi. Michael Holstein, capo economista del gruppo bancario DZ, resta convinto che il rischio maggiore per l’economia tedesca in questo momento sia «l’interruzione totale delle forniture di gas russo. La Germania è ancora fortemente dipendente dal gas russo, sia per la produzione industriale che per il riscaldamento. Circa il 50% delle famiglie tedesche ha un riscaldamento a gas. Con l’impennata dei prezzi del gas, aumenta la pressione finanziaria. In caso di embargo totale sull’energia, l’inverno prossimo sarà inevitabile una recessione». Gli economisti di KfW, la Cdp tedesca, prevedono +1,6% nel 2022 e nel peggiore dei casi stagflazione: «A causa della guerra, i prezzi dell’energia rimarranno alti a lungo, pesando sul potere d’acquisto. Inoltre, anche i piccoli focolai di COVID-19 possono creare ulteriori interruzioni nella catena di approvvigionamento globale a causa della politica zero Covid della Cina. Per il resto dell’anno prevediamo tassi di crescita trimestrali moderatamente positivi in Germania con possibile tendenze alla stagflazione».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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