Lo shopping straniero di nostre imprese agroalimentari è già cominciato. La multinazionale francese Lactalis, che già controlla Parmalat, ha acquisito il gruppo bresciano Ambrosi, specializzato in formaggi Dop italiani con export in tutto il mondo. Approfittano della debolezza di aziende schiacciate dal caro energia e del vantaggio competitivo assicurato dalle misure di protezione adottate dai loro Paesi. «Nei primi sei mesi dell’a n n o, le importazioni di agroalimentare sono salite del 30%. Per non perdere quote di mercato stiamo contenendo i prezzi, ma in molte situazioni non c’è u n’adeguata marginalità e questo costringe a lavorare in perdita e a rivedere i piani di investimento». Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, spara a raffica: «In Italia il credito d’imposta limitato dal governo a novembre crea una situazione di incertezza e le imprese concorrenti straniere ne ap p ro f i tta n o » . Quali Paesi si avva nta g g i ano dalla debolezza delle imprese italiane? «I nostri storici concorrenti. La Francia ha varato misure a favore delle filiere produttive e quindi avrà una maggiore forza per contenderci quote di mercato nel vitivinicolo e nel cerealicolo. La Spagna ha stabilito un tetto agli aumenti energetici. E Madrid, bisogna ricordarlo, è il nostro principale concorrente per il settore ortofrutticolo e per l’olio nonostante la qualità inferiore. In Italia arrivano prodotti trattati con sostanze vietate che mettono a rischio salute, ambiente ma inevitabilmente anche la tenuta del nostro sistema produttivo, compreso quello del confezionamento». Anche in questo lasciamo spazio alla concorrenza? «Nella filiera della quarta gamma, cioè le verdure in busta, rischiamo di perdere quote di mercato. Pesa l’au m e nto del costo della plastica e dell’energia. Sono prodotti che vanno conservati nei frigo. Il vetro è aumentato del 50%. Il grande problema del confezionamento è anche nei costi esorbitanti della carta, aumentata del 500%. Stiamo assistendo all’indebolimento delle cooperative e delle industrie di trasformazione, che possono diventare preda di gruppi stran ie r i » . Viste le condizioni economiche sfavorevoli, che interesse avrebbero le az ien de straniere a fare acquisizioni? «Manterrebbero la sede nel Paese d’origine che garantisce aiuti e una situazione fiscale più vantaggiosa e così avrebbero tutto da guadagnare vendendo anche loro prodotti, magari di bassa qualità, con i marchi di prestigio acquisiti. Per poi nel tempo delocalizzare anche le attività produttive. Un modo per acquisire reputazione a basso costo». Cosa si può fare ? «Equiparare al più presto l’entità del credito di imposta concesso alle imprese della filiera agroalimentare a quelle delle imprese energivore. Una necessità sostenuta anche dalla Commissione europea che considera il settore agroalimentare strategico, da tutelare prioritariamente anche per garantire il cibo alla popolazione. Chiediamo anche tariffe dell’energia amministrate con un plafond massimo alle imprese dell’a groa l im e ntare, come la Spagna».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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