STUPIDA RAZZA

domenica 28 agosto 2022

Berlino vuole separare il prezzo del metano da quello dell’e l e tt r i c i t à

 

Da mesi, prima ancora che scoppiasse la guerra in Ucraina, si parla di slegare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica. Oggi il tema diventa ancora più urgente con il prezzo del gas che ha raggiunto cifre da record. Per rendere l’idea, è bene ricordare che un anno fa pagavamo il gas 30 euro/MWh mentre oggi abbiamo superato abbondantemente i 330 euro/MWh. Questo innalzamento si riflette anche sul costo dell’energia, quella che nelle case arriva come bolletta della luce, perché l’elettricità non è una fonte primaria ma deriva da un mix di combustibili fossili ed energie rinnovabili. Il problema è che il gas è la fonte dominante nel mix della generazione elettrica e quindi l’aumento del costo di approvvigionamento del gas naturale determina forti ripercussioni sul mercato elettrico. La Germania guidata da Olaf Scholz comincia a valutare il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità per evitare che si contagino a vicenda in caso di rimbalzo dei prezzi e nel quadro di una riforma del mercato energetico. Non tutta l’energia si produce con il gas, l’obiett ivo quindi è sganciarne il prezzo. La proposta fa parte di un piano al vaglio del ministero dell’Energia, guidato dal verde Robert Habeck. Secondo il quotidiano economico Ha n d el sb l att , si tratta di un piano a medio termine che modificherebbe il principio, difeso finora dalla Germania, di legare il prezzo del gas a quello dell’elettricità. L’idea è di cambiare il meccanismo e permettere ai fornitori di presentare un prezzo basato sulle spese di approvvigionamento e produzione, che variano molto in base alla fonte di energia. Nel caso delle rinnovabili (eolico, fotovoltaico o idroelettrico) i costi di produzione sono molto più alti di quelli di approvvigionamento, mentre per i combustibili fossili è il contrario, motivo per cui se il mercato del gas non è liquido come in questo momento l’impatto sui prezzi è decisamente maggiore. Attualmente il mercato lega il costo dell’energia a quello di giornata del combustibile fossil e. A febbraio, all’inizio dell’invasione russa in Ucraina, le forniture di gas russe rappresentavano il 55% del totale importato dalla Germania, mentre a giugno la percentuale era scesa al 25% e ora è intorno al 15%, secondo recenti dati del ministero dell’Economia. Le spedizioni dalla Russia sono state sostituite principalmente dal gas proveniente dalla Norvegia e dai Paesi Bassi. Anche in Italia si discute da molto del tema. La prima proposta è arrivata dal ministro della Transizione ecolog ic a Roberto Cingolani che ad aprile proponeva un tetto al prezzo del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello di giornata del metano. «La partita si gioca sul fatto che il gas ha dei prezzi elevatissimi in parte per i prezzi mercato e in parte per le speculazioni. Il gas a sua volta determina il prezzo dell’energia elettrica e quando aumentano anche la manifattura costa moltissimo. La madre di tutte battaglie è avere un limite al prezzo del gas che deve essere internazionale, perché se mettessimo un limite, un price cap solo nazionale, gli esportatori direbbero non vendiamo in Italia perché non ci conviene e saremmo fuori dal giro», per poi aggiungere: «Seconda cosa importante è disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica dal prezzo del gas. Se le energie rinnovabili costano meno del gas, perché devono essere quotate a prezzo del gas? Forse questa seconda operazione può essere nazionale ma la prima deve essere internazionale».

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