STUPIDA RAZZA

giovedì 18 agosto 2022

Le compagnie aeree tornano in utile dopo il Covid-19

 

T ornano i voli e le compagnie aeree tornano in utile, ma la ripresa resta fragile a causa dell’aumento dei costi del personale e del petrolio che minano i margini di profitto già risicati.👌👌👌  Nell’ultimo trimestre è emerso un fatto nuovo: le leading companies battono le compagnie low cost. La tendenza si sta confermando in queste settimane con la pubblicazione degli ultimi dati trimestrali invertendo un trend che si era consolidato da quando nell’estate del 2021 erano tornati i collegamenti aerei dopo due anni di restrizioni a causa della pandemia. In quella prima fase, i vettori a basso costo si erano mostrati flessibili e pronti ad adattare i loro network ai collegamenti intra-europei, gli unici prenotabili dal momento che i voli a lungo raggio erano ancora inaccessibili: soltanto a partire da novembre 2021 sono tornati i collegamenti verso Stati Uniti, da luglio 2022 verso il Giappone, mentre la Cina resta ancora chiusa per la politica nazionale «Covid zero».La ripartenza dei voli a lunga percorrenza ha avvantaggiato le leading companies rispetto alle low cost su cui hanno pesato di più il caos negli aeroporti con le limitazioni introdotte dagli scali per la mancanza di personale e per gli scioperi. La voglia di tornare a viaggiare in questa prima estate senza restrizioni è stata così forte da spiazzare tutti, come ha ammesso il ceo di Air France-KLM, Ben Smith: la forza del rimbalzo dei viaggi in Europa ha messo «alla prova l’intero settore dell’aviazione» che non era pronto a questo rimbalzo: i tagli al personale e agli aerei effettuati durante la pandemia hanno pesato nel momento della ripresa. L’effetto del rimbalzo sta nei numeri: in Europa a giugno il traffico passeggeri si è avvicinato per la prima volta ai livelli prepandemia, la performance mensile più forte dal febbraio 2020, secondo i dati Aci Europe, l’associazione internazionale degli aeroporti. Nei primi 6 mesi, i movimenti a livello europeo sono aumentati di 660 milioni di passeggeri in più rispetto al 2021 (+247%), in prevalenza traffico internazionale (+381,2%) in parte domestico (+88,5%), con una concentrazione nel secondo trimestre, un trend destinato a continuare nei mesi estivi. Il forte rilancio della domanda e l’aumento delle tariffe dei biglietti aerei non è detto che compensino i rischi che il settore sta ancora attraversando:«L’aumento dei costi del personale, dei prezzi del carburante minano i margini di profitto nonostante la ripresa della domanda - secondo il report di Scope Rating -.👌👌👌  Il secondo trimestre del 2022 ha segnato un ritorno alla redditività per la maggior parte delle compagnie aeree che hanno beneficiato dell’aumento della domanda di viaggi, consentendo al settore di aumentare le tariffe anche se costretto a limitare la disponibilità di posti nelle tratte a breve raggio». Tra le leading companies, IAG (British Airways, Iberia e Vueling), Air France-KLM e Lufthansa hanno registrato utili operativi per la prima volta dalla pandemia, rispettivamente di 287 milioni di euro, 324 milioni di euro, 393 milioni di euro. Risultati sostenuti dai collegamenti a lungo raggio e dal traffico business benché ancora lontano dai livelli pre crisi.👌👌👌 Per la compagnia tedesca Lufthansa l’utile è stato realizzato grazie al settore cargo che ha compensato i risultati ancora negativi della divisione passeggeri.👌👌👌 Il caos negli aeroporti, tra biglietti rimborsati e penalità per le cancellazioni, è costato nel semestre 70 milioni di euro per Air France-KLM e 158 milioni per Lufthansa che stima 400-500 milioni per l’anno, mentre British Airways ha sospeso la vendita dei biglietti per i voli a corto raggio da Heathrow fino al 15 agosto. Dati trimestrali contrastanti per i vettori low cost: per easyJet, i disagi dovuti alle limitazioni dei voli negli aeroporti, costati 130 milioni di euro, hanno pesato sui conti del trimestre aprile-giugno 2022 che ha chiuso con una risultato netto di -114 milioni di sterline, in miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2021. Al contrario, Wizz Air ha riportato nel trimestre un risultato netto di -452,5 milioni di euro contro -188,7 milioni nello stesso periodo del 2021, ancora in pieno Covid, nonostante l’aumento del traffico del 312,4% e del fatturato del 306,4%. Tra le voci che hanno pesato di più l’aumento del costo del carburante del 700% e in generale dei costi del 255,3%. Fa meglio Ryanair che ha chiuso il trimestre con un risultato netto di +170 milioni di euro. Il vettore irlandese prevede quest’anno di trasportare 165 milioni di passeggeri, ma la ripresa resta fragile «molto soggetta a qualunque flusso di notizie su Covid e Ucraina», ha commentato il Cfo Neil Sorahan. Troppe variabili che pesano e allontanano ancora una volta il settore dal rivedere i livelli pre-crisi.👌👌👌



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