STUPIDA RAZZA

giovedì 18 agosto 2022

LA VERA TRAPPOLA PER IL CENTRODESTRA

 

Alla vigilia di Ferragosto sono stato invitato a parlare della situazione politica ed economica agli ospiti del Principe di Piemonte, hotel centenario che si affaccia sul mare di Viareggio. Per circa un’ora ho risposto alle domande del collega Stefano Zurlo su ciò che dobbiamo aspettarci dalla campagna elettorale e dalla ripresa dopo le vacanze. Finita la conversazione, mentre me ne stavo andando, una signora mi ha chiesto a bruciapelo se dopo aver dipinto a tinte fosche il prossimo futuro non potessi salutarla con una buona notizia. Confesso che al momento me ne è venuta in mente una sola: dopo il 25 di settembre, Roberto Speranza non sarà più il ministro della Salute. Altro, confesso, non ho saputo dire. Ripensandoci, forse  avrei potuto aggiungere che tra i motivi di gioia poteva esserci la probabile fine della carriera politica di Lu i - gi Di Maio e della sua creatura, ossia di Giuseppe Conte. Magari avrei potuto aggiungere che anche Patrizio Bianchi , inutile ministro dell’Istruzione, ci avrebbe dato delle soddisfazioni, tornando cioè a fare quel che faceva prima, vale a dire il pensionato. Sì, a mente fredda posso considerare alcuni motivi per guardare un po’ più serenamente ai mesi che verranno. Tuttavia, se penso alle sfide economiche continuo a ritenere che non ci sia motivo per rallegrarsi ed è quello che ho detto a Viareggio. Che vinca il centrodestra - come appare probabile - oppure no, la musica non cambia, perché la crisi energetica resta quella di cui i giornali scrivono da mesi. Anzi: quella che la stampa estera descrive da settimane, perché sfogliando i nostri quotidiani dall’inizio dell’e s tate, sembra quasi che il problema della bolletta non esista. Le testate nazionali, invece di dar conto delle previsioni circa l’andamento del gas, e raccontare ciò che si preparano a fare Paesi che come noi dipendono dalle forniture russe, preferiscono dare voce alle rassicurazioni del ministro per la Transizione ecologia. Roberto Cingolani, che è esperto soprattutto nel cambiare parere, ogni settimana dispensa gocce di valium, allo scopo di rasserenare gli animi. Tuttavia, c’è poco o niente di cui rinfrancarsi. In Germania non passa giorno che non si discuta della Ga su ml ag e, ossia della stangata che i tedeschi si ritroveranno presto in bolletta, come conseguenza dell’aumento del prezzo del gas. Da noi, al contrario, si fa finta che i rincari non ci siano. L’inflazione media è all’8 per cento, ma quella che riguarda i prodotti alimentari, che compongono il paniere delle famiglie a più basso reddito, è al 14. Se poi si somma ai costi di colazione, pranzo e cena anche l’aumento della rata dei mutui, quasi si raddoppia. In pratica, vuol dire che in pochi mesi le famiglie si troveranno con un reddito decurtato di un quarto, che per chi già faceva fatica non è poca cosa. Ma se questo è il bilancio domestico degli italiani, quello dell’azienda Italia non va meglio. Il Pil nel 2020 ha perso il 9% contro il 6,4 dell’eurozona, mentre nel 2021 è salito, ma senza recuperare per intero la perdita. Nel 2022 le previsioni, difficili da mantenere, stimano un incremento inferiore al 3 per cento, ma il prossimo anno si rischia lo 0,9, mezzo punto in meno dell’eurozona. Quanto al debito pubblico, nonostante in tv ci sia chi è sempre pronto a negare l’evidenza, San M a r io D ra g h i , eletto patrono a sua insaputa dell’intero Paese, non ha fatto il miracolo. Infatti il debito atteso è vicino al 147 per cento, circa 50 punti in più della media Ue. Secondo le stime di Banca d’Ita - lia, siamo a quota 2.750 miliardi, circa 800 miliardi in più di quando Mario Monti s’insediò a Palazzo Chigi allo scopo di fare i compiti a casa che gli aveva ordinato il duplex Sa rkoz y&M e rkel . Secondo alcuni dovremmo rallegrarci, in quanto la disoccupazione è diminuita, ma in realtà è calata in rapporto alla popolazione attiva, senza contare che spesso i salari sono ridotti al minimo e i contratti sono instabili. Nessun motivo per gioire neppure dalla produzione industriale, che nonostante i bollettini Istat vengano accolti spesso come un trionfo, rimane sotto i livelli del periodo pre Covid. Insomma, ragioni di esultanza non ce ne sono. Soprattutto pensando che a sinistra già stanno orchestrando una campagna per sostenere che il centrodestra non è in grado di governare. Nel caso in cui il 25 settembre M el o n i ,Sa lv i - ni e B e rlu s c o n i vincessero le elezioni, dovranno superare i pregiudizi della solita compagnia di giro che si è intestata la difesa dell’Agenda Draghi. Per costoro il centrodestra non è abilitato a guidare il Paese, in quanto scasserebbe i conti dello Stato. Nonostante a sfasciarli siano stati gli esecutivi di sinistra, che va ricordato hanno governato nove anni su dieci, la colpa per i compagni è sempre degli «altri». Essendo perdenti nell’urna, i sinistri confidano di essere vincenti a Bruxelles, montando una campagna anti italiana. Come abbiamo spiegato qualche giorno fa, negli ultimi 12 anni la manovra che ha fatto meno deficit è stata quella gialloverde, ossia quella che avrebbe dovuto destabilizzare l’Europa. Ma in realtà, ad allontanarci dalla Ue e dagli obiettivi finanziari sono state le finanziarie della sinistra. Però questo, come tante altre cose, sui giornali dell’establishment non lo leggerete mai. Così come nessuno vi dirà che tra le notizie positive che ci aspettano c’è che, in caso di vittoria del centrodestra, il ministero del Lavoro e quello dell’Istruzione non saranno più dominio dei sindacati, come - mi auguro - quello della Giustizia non sarà più appannaggio dei magistrati. Insomma, rispondendo alla signora di Viareggio, anche se in ritardo: motivi per nutrire speranze ce ne sono. L’importante è che Meloni, Sa lv i n i e B e rlu s c o n i p oi non si facciano fregare dalla casta  della burocrazia di Stat o.

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