In Germania la siccità costa mezzo punto di Pil Traffici ridotti sul Reno
Tutta la Germania guarda da settimane il livello dell'acqua del Reno rilevato a Kaub, micro cittadina a
un'ora da Francoforte. A Kaub, il
punto di misurazione più attendibile,
a Ferragosto (fuori stagione per le
basse maree che arrivano di solito in
ottobre), in quel punto il fiume lungo
1233 km è sceso a 32 centimetri, ben
sotto il livello di navigabilità quota
40, avvicinandosi al minimo storico
di 25 centimetri del 22 ottobre 2018.
Poco sollievo è arrivato dai recenti
giorni di pioggia: il livello del Reno è
risalito un po’ ovunque ma si prevede
tornerà a scendere agli inizi di settembre. E la Germania non sta tranquilla: il Reno non navigabile può tagliare fino a mezzo punto di Pil.
La Ford controlla il livello del Reno
a Colonia, dove Henry Ford aprì una
fabbrica nel 1930 contando sul trasporto fluviale delle auto. Ad oggi, il
40% circa delle Ford Fiesta prodotte
a Colonia viene trasportato sul Reno,
utilizzando cinque navi che trasportano 500 auto l'una, per arrivare ai
porti di Anversa in Belgio e Vlissingen in Olanda per poi da lì, con navi
container più grandi, si salpa per Australia, Hong Kong, Taiwan. A Ferragosto a Colonia il Reno è sceso a 71
centimetri e la Ford ha dovuto fare
quello che questo mese hanno fatto
tutte le imprese che usano il Reno,
che collega le Alpi al Mare del Nord:
ha alleggerito il carico delle navi, lo
ha ridotto al 30% con 150 auto trasportate a nave invece di 500. E ha
aumentato il numero delle navi.
La siccità prosciuga le acque
del Reno e la strozzatura del traffico fluviale strangola l'economia
in Germania.
Per il capo economista per la Germania di Deutsche bank, Stefan
Schneider, le acque basse del Reno
contribuiscono a rallentare la crescita e potrebbero aggravare la recessione in arrivo. Per Reuters, i
problemi della navigabilità del Reno
possono tagliare la crescita tedesca
fino a mezzo punto di Pil.
Vater Rhein, Padre Reno (così viene chiamato come dio fluviale), è tra
le più importanti vie di navigazione
del mondo ed è la più importante in
Europa ed è determinante per il Pil tedesco. Ogni anno, oltre 300 milioni
di tonnellate di merci vengono trasportate sul Reno tra Rheinfelden, in
Svizzera, e il Mare del Nord. Altre 200
milioni di tonnellate sono trasportate sul tratto tra Rheinfelden e il confine tedesco-olandese.
Sul Reno, che con gli affluenti copre un'area di 200.000 chilometri
quadrati sulla quale vivono 60 milioni di persone, si affacciano nove Stati:
Germania, Francia, Italia, Austria,
Olanda, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Liechtenstein.
È anche il fiume europeo con la
più alta intensità di industrie: è sulle rive del Reno che le imprese più
importanti del settore chimico e
metallurgico producono 550 miliardi di euro l'anno.
Il Reno in Germania è una via di
trasporto per tanti settori: chimico,
alimentare, tessile, elettrico, metallico, della gomma, petrolchimico, auto, navale e dalle raffinerie.
E in questa crisi energetica, il Reno
serve per trasportare più carbone,
una infrastruttura vitale nel momento in cui le centrali elettriche a carbone in Germania sono state riattivate
per sostituire quelle a gas.
Uniper, il distributore tedesco di
energia colpito duramente dalla crisi
energetica, ha avvisato che due cen trali elettriche alimentate a carbone
dovranno ridurre la produzione a
causa dei rallentamenti del trasporto
via Reno. Il calo dei trasporti di carbone sul Reno è stato compensato
con un aumento delle ferrovie: ma
Deutsche Bahn non è stata all'altezza
della situazione, per mancanza di
una riserva adeguata di vagoni merci, anche dove il carbone ha avuto
priorità assoluta a danno dei passeggeri e treni in ritardo.
La siccità in Germania non ha colpito soltanto il Reno ma i suoi affluenti come il Nahe e altri fiumi importanti per i trasporti fluviali in
Germania, che è uno dei Paesi più
ricchi di acqua al mondo: il livello
delle acque si è abbassato molto su
Danubio, Elba e Oder.
A causa del cambiamento climatico, l'acqua rischia di diventare un
bene scarso in Germania. Gli esperti
hanno calcolato che possono servire
fino a 3.700 litri di acqua per produrre un'automobile.
L'industria dell'automotive consuma 7,5 miliardi di acqua l'anno.
L'uso eccessivo di acqua («tanta
quanta una piccola città») è stato uno
dei motivi principali di opposizione
delle associazioni degli ambientalisti
in Brandeburgo contro Elon Musk e
l'apertura della gigafactory di Tesla a
Grünheide, nei pressi di Berlino.
Lo stesso è accaduto al gruppo
Coca Cola che non ha potuto costruire un terzo pozzo profondo
195 metri per estrarre fino a 350
milioni di litri d'acqua all'anno a
Lüneburg, Bassa Sassonia.
L'industria dell'acciaio consuma
molta acqua. L ’Associazione tedesca dell’industria siderurgica sostiene che per produrre una tonnellata di acciaio grezza occorrono circa otto metri cubi di acqua. La produzione di acciaio è pari a circa
quaranta milioni di tonnellate all’anno, con un consumo di acqua
pari a 300 milioni di metri cubi.
L'Associazione federale dell’industria alimentare e delle bevande
tedesca ha calcolato, per un'inchiesta di FAZ, che per un litro di latte sono necessari fino a 1000 litri di acqua, per un chilo di formaggio occorrono 4.900 litri di acqua.
Non è escluso che la Germania farà per l'acqua quello che sta facendo
ora per il gas: dove possibile, più risparmio. Vater Rhein intanto spera
che piova più spesso: anche se il fiume più lungo della Germania è anche temuto per le inondazioni, dai
tempi di Goethe quando nel 1809
scrisse la Ballata di Johanna Sebus
che muore annegata nel fiume dopo
aver messo in salvo la madre. Dal
1995 il rischio di inondazioni del Reno è stato ridotto drasticamente investendo fino a 10 miliardi di euro in
misure preventive, con l'estensione
di aree per la ritenzione idrica e piane alluvionali. Marc Daniel Heintz,
portavoce della Commissione internazionale per la protezione del Reno
che si occupa di ecologia, contattato
dal Sole24Ore ha spiegato che «l’acqua bassa è un fenomeno naturale».
«La globalizzazione ha imposto navi più grandi che sono più vulnerabili all’acqua bassa ma la questione
si pone in questi termini: è il Reno
che deve adattarsi agli esseri umani
oppure siamo noi che dobbiamo
adattarci al fiume. Gli interessi economici possono essere riconciliati
con quelli ecologici».
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