STUPIDA RAZZA

giovedì 18 agosto 2022

Guerra e siccità, il gas vola a 246 euro

 

Il prezzo dei futures del gas Ttf ha superato ieri quota 246 euro (+11,38%) per megawattora ad Amsterdam, tornando su livelli record che non si vedevano dallo scorso marzo equivalenti a un rialzo su base annua del 250%. In chiusura i futures hanno ripiegato a 223 euro, segnando a fine giornata un modesto +1,31% dopo una seduta passata all’insegna dell’estrema volatilità. A scuotere il prezzo del gas è la guerra  in Ucraina e la conseguente stretta di forniture dalla Russia ma anche la siccità che prosciuga i fiumi, rallenta il trasporto fluviale aumentando i colli di bottiglia nei porti, ed esaspera ancora di più il trasporto su rotaia. E stando alle stime del colosso russo Gazprom, il peggio deve ancora arrivare: i prezzi del gas in Europa potrebbero aumentare del 60% nel prossimo inverno superando i 4mila dollari per mille metri cubi, equivalenti a 347 euro per MWh. L’agenzia Tass ha riportato che i prezzi spot in Europa hanno raggiunto i 2500 dollari per mille metri cubi ma se dovesse persistere la tendenza in atto, i prezzi supereranno i 4mila dollari. Il ministro dell’Economia e del clima tedesco Robert Habeck continua a sostenere che la turbina è pronta ma è solo una scusa di Mosca per tagliare le forniture. L’alta tensione ha caratterizzato ieri anche i prezzi dell’energia elettrica che alla Borsa europea di Lipsia, in Germania, hanno sforato al rialzo la soglia dei 540 euro al MWh in condizioni normali, con condizioni di picco a 570. In Italia il prezzo medio calcolato dal Gse per il 17 agosto è di 537,99 euro al MWh.Sulla crisi energetica ha continuato a influire anche la carenza d’acqua: in Germania, a causa della siccità del Reno, le imbarcazioni trasportano carbone al 60% della loro portata, gonfiando il prezzo del combustibile (+2,59% equivalente a 367 dollari la tonnellata), come riportato ieri dall’Ansa. La confindustria tedesca BDI ha ammonito: «è solo una questione di tempo prima che gli impianti dell’industria chimica o siderurgica vengano chiusi». Il caro-energia intanto ha portato alla chiusura una delle più grandi fonderie di zinco in Europa. Nyrstar, azienda mineraria specializzata nell’estrazione dello zinco, ha deciso di chiudere la fonderia di zinco di Budel (capacità nominale di 315mila tonnellate l’anno) in Olanda, a partire dal primo settembre.

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