STUPIDA RAZZA

giovedì 18 agosto 2022

Cinque giorni di rialzo per le Borse Cautela per le mosse della Fed

 

Seduta di assestamento per le Borse, che chiudono la giornata in cauto rialzo spinte da materie prime ed energia. Il Ftse Mib archivia un’altra seduta positiva consecutiva poco sotto i 23mila punti (+0,12%), livello lasciato il 10 giugno. Tra gli analisti prevale la prudenza in vista delle prossime mosse delle Banche centrali. Sulla parità anche l’andamento di Wall Street. Ieri le Borse europee hanno registrato la quinta seduta consecutiva in rialzo e hanno coronato la serie più lunga di guadagni dall’inizio di marzo. Tuttavia, la giornata è stata molto volatile: è partita di slancio, poi si è arrestata con l’avvio contrastato di Wall Street e si è chiusa con uno sprint finale. L’indice migliore è stato l’Ibex di Madrid (+1%) seguito dal Dax di Francoforte (+0,7%) e a pari merito dal Cac40 di Parigi e dal Ftse 100 di Londra (+0,4%). Il Ftse Mib di Milano è restato indietro per tutta la sessione e ha concluso appena sopra la parità (+0,1%), ma sotto la soglia dei 23.000 punti. Gli investitori, infatti, tentennano tra due strade: quella dei timori di recessione che li porta a vendere le attività rischiose e a restare sulle obbligazioni e quella del «tanto peggio tanto meglio», che li spinge a comprare, perché immaginano banche centrali più accomodanti, sia nel rialzo dei tassi di interesse, sia nell’erogazione di liquidità, che negli ultimi anni ha sostenuto le quotazioni. Il dilemma si è ampliato dopo l’ultima rilevazione dell’inflazione Usa, scesa dai picchi, ma sempre alta, all’8,1%. Anche perché i banchieri della Federal Reserve hanno cercato di moderare le reazioni entusiastiche degli operatori al calo del carovita. Il dietrofront della Fed nell’inasprimento dei tassi sta diventando un assillo per il mercato, che oggi attende la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione per sondare le intenzioni più o meno aggressive del comitato esecutivo sulle prossime mosse. D’altro canto, i segnali di rallentamento economico si fanno concreti a livello globale,👌👌👌  ma soprattutto in Europa. L’indice tedesco Zew sulla fiducia economica è sceso più delle aspettative, a causa del peso del costo dell’energia sulla produzione e sui consumi. E se il petrolio ha smorzato l’effetto, con la quotazione in calo (a 93 dollari a Londra e sotto i 92 a New York), il gas ad Amsterdam ha toccato i 250 euro per megawattora, per chiudere come la scorsa primavera al record di 227 euro. Negli Stati Uniti è il mercato immobiliare che dà segni di sofferenza, con la diminuzione dei nuovi cantieri.👌👌👌 In Cina, invece, la Banca del Popolo ha tagliato a sorpresa due tipi di tassi di interesse per finanziare la crescita. Nel dubbio su chi avrà la meglio tra contrazione ed espansione (OPTO PER LA PRIMA) e tra abbondanza di moneta e inflazione, alcune case di investimento - Goldman Sachs, per esempio - dichiarano di mettere in atto strategie di portafoglio miste: al ribasso sul credito e lunghe sul dollaro. Per il momento, dunque, gli investitori professionali sembrano muoversi con ottiche di brevissimo termine, perché una delle poche certezze è che i tassi sono in forte aumento negli Usa. Ieri, il biglietto verde ha ripreso a rafforzarsi sulle principali valute (il cambio sull’euro è tornato verso la parità a 1,01). Viceversa, le obbligazioni sono scese e i rendimenti sono rimbalzati: quello del BTp decennale è tornato sopra il 3% e lo spread si è allargato oltre i 210 punti base.

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