Dal primo ottobre il gas in Germania costerà più caro per un nuovo sovrapprezzo stabilito dal governo federale che colpirà famiglie e imprese: 2,419 centesimi in più per kilowattora, equivalente a un salasso da almeno 5 miliardi per le aziende, da almeno 8 miliardi di potere d’acquisto per i privati nel 2023. La coalizione “semaforo” Spd-Verdi-Fdp ha deciso a metà agosto di aumentare per legge il prezzo del gas fino all’aprile 2024: la misura mira a un’equa ridistribuzione degli alti prezzi scaturiti dal crollo delle forniture imposto dalla Russia. La sovrattassa entra nelle tasche di tutti i consumatori, non solo quelli esposti direttamente al taglio del gas russo. Questa “Gasumlage” è stata giustificata dal ministro dell’Economia e del Clima Robert Habeck come una «medicina amara» per il bene comune: serve a salvare distributori e fornitori di gas dalla bancarotta certa, coprendo il 90% dei costi aggiuntivi sul mercato dovuti all’aumento del prezzo del gas. Il rincaro per legge avrà però un effetto a cascata indesiderato: spingerà all’insù l’inflazione. Il think tank economico IfW di Kiel stima che la sovrattassa, che rischia di far lievitare l’imponibile Iva senza uno strappo alla regola da Bruxelles, dovrebbe incrementare il tasso inflazionistico dello 0,9% entro fine anno, portando l’inflazione in area 9%. L’istituto per la ricerca economica IMK ha stimato per Handelsblatt che l’inflazione potrebbe salire fino al 10% a fine anno, a causa della sovrattassa. Per arginare questo fenomeno, il ministro delle Finanze liberale Christian Lindner ha inviato una lettera al commissario Ue Paolo Gentiloni chiedendo un’eccezione, per esentare l’Iva: applicare le regole europee significherebbe aumentare l’imponibile Iva di 2,419 centesimi per kilowattora. Le 12 ditte che forniscono gas a famiglie e industrie in Germania, tra le quali Uniper che ha chiesto e ottenuto aiuto allo Stato per svariati miliardi al fine di evitare il fallimento, sono sotto enorme stress: sono obbligate contrattualmente a rispettare i termini della distribuzione, con quantità e prezzi di gas prefissati a lungo termine, anche nel momento in cui il gas russo a basso prezzo è venuto a mancare, ridotto da Mosca al 20% della capacità dei flussi di Nord Stream 1. Le aziende distributrici sono dunque costrette a sostituire il flusso russo con gas molto più costoso, senza poter scaricare questo rincaro sugli utenti finali. Il sovrapprezzo dunque serve a scongiurare il rischio sistemico di una catena di insolvenze nella rete dei fornitori grandi e piccoli che avrebbe portato al collasso l’intero sistema energetico in Germania, ha ammonito il ministero BMWK. Questo aumento a pioggia di 2,419 centesimi si colloca a metà strada di una forchetta tra 1 e 5 euro: dove 1 euro favoriva i consumatori, 5 euro i distributori. Alla fine però ha scontentato tutti: le famiglie meno abbienti e le Pmi già provate dal rincaro di elettricità e beni alimentari chiedono ora al governo più sussidi e agevolazioni per attenuare gli aumenti. Per una famiglia di quattro persone che consuma 20.000 kilowattora di gas all’anno il sovrapprezzo di 2,419 centesimi equivale a un rincaro di 480 euro: l’impatto sui cittadini spazia da 120 a 580 euro l’anno, in base a nucleo familiare e metri quadri abitativi. Holger Lösch, il vicedirettore generale della BDI, confindustria tedesca, ha commentato: «il sovrapprezzo rappresenta un onere aggiuntivo elevato, che colpisce non solo i settori ad alta intensità energetica, ma l’intera l’industria e anche i privati. Il governo deve estendere le agevolazioni oltre il 2024, perché i costi travolgeranno molte aziende. Vanno sostenute le imprese più vulnerabili e va mantenuta la competitività». Il governo intanto lavora a tempo pieno per gestire la crisi energetica. Ieri il ministro Habeck ha firmato un memorandum d’intesa con Uniper, RWE, EnBW e controllata VNG per la fornitura “temporanea” di rigassificatori galleggiati di gas naturale liquefatto a Brunsbüttel e Wilhelmshaven, con capacità annua fino a 12,5 miliardi di metri cubi. Si tratta di speciali navi sulla costa del Mare del Nord che riconvertono il gas da liquido allo stato gassoso e che entreranno in funzione per l’inverno 2022-2023. Stando al Wall Street Journal, infine, il governo intende posticipare temporaneamente la chiusura di tre centrali nucleari prevista il 31 dicembre.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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