STUPIDA RAZZA

venerdì 19 agosto 2022

La crisi tedesca L’allarme dell’authority: senza gas russo, meno di 3 mesi di autonomia

 

L’utility tedesca Un i p e r, il principale importatore di gas russo in Germania, ha accusato una perdita netta di 12,3 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno e ha annunciato che i suoi conti resteranno in rosso per tutto il 2023. L’azienda soffre per la riduzione dei flussi attraverso il gasdotto Nord Stream (f unziona ormai solo al 20% della sua capacità), che G a z p ro m giustifica dicendo di aver riscontrato guasti in alcune turbine. A luglio Uniper aveva chiesto e ottenuto l’i nte r ve n - to del governo di Berlino, che tra acquisto di azioni (lo Stato salirà al 30% del capitale) e linee di credito agevolate ammonterà a 15 miliardi di euro. Le difficoltà di Uniper sono una delle conseguenze delle controsanzioni imposte di fatto da Mosca riducendo l’esportazione di gas in Europa, che è ormai ai minimi da quara nt’anni, senza peraltro scapitarci visto che nel frattempo i prezzi sono andati alle s te l l e. L’AUMENTO DEI COSTI E’ proprio l’aumento del costo del gas ad aver messo in crisi Uniper che, rimasta a corto del gas russo, per rispettare i contratti con i propri clienti ha dovuto rifornirsi di gas sul mercato, svenandosi. Una situazione, peraltro, destinata probabilmente a peggiorare: martedì Gazprom ha avvertito che il costo del gas sul mercato spot in Europa potrebbe aumentare del 60% quest’inverno, passando dagli attuali 2.500 dollari per mille metri cubi a oltre 4.000 dollari. La riduzione delle forniture da Mosca e l’aumento dei costi spiegano oltre la metà delle perdite accusate da Uniper nel primo semestre, mentre altri 2,7 miliardi sono svalutazioni legate al mancato avvio del gasdotto Nord Stream 2, sul quale Uniper aveva investito, e che, pur completato, non è mai stato inaugurato. Una decisione che all’in izio del conflitto in Ucraina era stata presentata da Berlino come una sorta di sanzione nei confronti di Mosca, ma che poi si è ritorta contro i tedeschi, al punto che molte voci si stanno levando ultimamente in Germania per chiedere l’apertura del gasdotto, grazie alla quale si potrebbe ovviare ai (presunti) problemi tecnici di Nord Stream 1. Secondo un sondaggio citato martedì dallo Sp ie g el il 66% dei tedeschi sarebbe favorevole all’uso del gasdotto mai i n aug u rato. Eventualità che finora il governo del socialdemocratico Olaf Scholz, sostenuto anche da liberali e verdi, non ha mai preso in considerazione, nonostante i continui allarmi sulla possibile mancanza di gas il prossimo inverno. L’ultimo è arrivato ieri da K l au s Muell e r, presidente dell’au - torità di regolamentazione dell’energia, il quale ha affermato che, quand’anche la Germania riuscisse a riempire le scorte al 95% entro novembre (obiettivo che resta molto difficile da raggiungere, nonostante al momento la tabella di marcia fissata dal governo sia rispettata: le scorte sono piene al 77% due settimane prima del previsto), queste soddisferebbero la domanda di gas solo per due mesi e mezzo se la Russia nel frattempo decidesse di tagliare del tutto le sue forniture. ESENTI DALL’IVA? Tornando al problema dei maggiori costi sopportati non solo da Uniper ma anche dagli altri clienti di Gazprom, il governo tedesco il 15 agosto ha annunciato l’introduzione di una tassa sui consumi di gas, che dal 1° ottobre di quest’anno all’aprile del 2024 colpirà famiglie e imprese: un balzello di 2,419 centesimi a chilowattora che per una famiglia con due figli si tradurrà in una maggior spesa di 480 euro circa all’a n n o. La misura coprirebbe una parte degli extra-costi delle aziende fornitrici di gas ma nel contempo potrebbe aumentare l’inflazione. Proprio per questo il governo ha chiesto alla Commissione europea la possibilità di esentare dall’Iva il sovrapprezzo del gas. Bruxelles per ora ha detto no, ma senza chiudere la porta a soluzioni alternative.

Nessun commento:

Posta un commento