STUPIDA RAZZA

giovedì 18 agosto 2022

Il fallimento dei mercati e della politica


N on è una questione di prezzo, ma di quantità fisiche che mancano. Si, perché i mercati sono saltati da tempo, con prezzi impazziti e quello che si prospetta è una carenza di gas. La Germania si sta preparando, mentre in Italia prevale ottimismo. Ieri il prezzo del TTF ha superato 246 euro per MWh, oltre 10 volte i valori di un anno fa. Le ragioni dell'ultimo balzo sono diverse. L'ondata di caldo nel Nord Europa spinge la domanda elettrica per raffrescamento e questa richiede più consumo di gas nelle centrali tedesche, anche perché il carbone, il cui consumo nei primi 6 mesi è salito del 50%, ora è fermo sulle chiatte che non riescono a risalire il Reno in secca. La siccità determina anche una minore produzione idroelettrica su tutto l'arco alpino. Il caldo si accompagna con l'assenza di vento nel Nord Europa. Poi c'è l'agghiacciante stato del nucleare francese, lo zoccolo duro di tutto il sistema elettrico europeo, dove ai problemi di manutenzione per le centrali vecchie si somma la necessità di rallentare la produzione perché nei fiumi c'è poca acqua per raffreddare gli impianti. Meno carbone, meno nucleare, meno vento, meno idroelettrico, ma la domanda sale e va soddisfatta, perché, evidentemente, contrariamente agli inviti gentili delle Commissione, i consumi non calano. È inevitabile che i tedeschi, oltre a tornare al carbone, tengano aperte anche le tre centrali nucleari che le sono rimaste. Poi ci sono anche le manutenzioni al sistema gas della Norvegia che, un po' per aiutarci, un po' di più per guadagnarci, da un anno sta spingendo al massimo e basta poco, in queste condizioni, per creare problemi a un sistema produttivo, il più efficiente al mondo, comunque molto stressato. Certo, le scorte sono già al massimo in Germania e in Italia, i due paesi più esposti alla crisi, ma i mercati guardano al prossimo inverno, quando la domanda è fino a quattro volte quella di adesso e oltre alle scorte servono le importazioni, in particolare quelle dalla Russia. Se queste vengono meno, come è lecito aspettarsi, allora il taglio delle forniture, con razionamento, sarà inevitabile. Nel mondo della finanza i traders, i mediatori, quelli tacciati da mesi di guidare la speculazione, in realtà stanno soffrendo, un po' perché i margini a garanzia delle loro operazioni sono diventati troppo esosi, visto le fideiussioni che devono chiedere alle banche, un po' perché l'eccesso di instabilità colpisce tutti prima o poi. Anche loro si stanno ritirando dal mercato, la liquidità cala, lo spessore del mercato TTF, da sempre troppo basso, peggiora e così basta poco per far schizzare i prezzi. È anche per questo che la proposta italiana di porre un freno ai prezzi non è poi così assurda, come, invece, i paesi del Nord continuano ad affermare. Nell'ultimo Consiglio di fine luglio ci hanno concesso di avere una proposta di intervento che la Commissione presenterà a fine settembre, poi da discutere nei mesi successivi. Dietro il ripetuto rifiuto di intervento, ufficialmente dovuto alla fiducia nel dio mercato, si cela l’incapacità nel formulare nuove idee. L'Europa è senza energia e senza idee, un fallimento storico per un continente che vuole essere leader culturale e politico nel mondo. 


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