Ci sono due notizie, una buona e l’a ltra no. La prima è che l’Eni ha scoperto un enorme giacimento di gas al largo di Cipro, con circa 70 miliardi di metri cubi di metano, cifra che da sola ci consentirebbe di affrancarci dalla dipendenza dal metano russo. La cattiva notizia è che per estrarlo ci vorranno un anno o forse due e poi servirà altro tempo, forse lo stesso che è richiesto per cominciare a pomparlo dal sottosuolo, al fine di costruire un metanodotto che colleghi l’Italia allo specchio di mare in cui gli esperti dell’Eni hanno individuato la presenza di gas. In altre parole, per riuscire a sfruttare il giacimento individuato dagli ingegneri dell’ente petrolifero ci vorranno anni e nel frattempo siamo costretti a fare i conti con un prezzo del metano la cui rincorsa sembra non finire mai. Ieri, commentando la guerra delle sanzioni, che secondo me ha vinto Puti n , citavo il record toccato dalle quotazioni del gas sul mercato olandese. Rispetto a un anno fa, i 260 euro a chilowattora raggiunti la scorsa settimana sono una cifra incredibile e di certo non sostenibile per il sistema economico. Beh, neppure il tempo di spiegare perché a questi prezzi dell’energia molte imprese rischiano di andare in bancarotta, che la cronaca mi ha scavalcato: invece di 260 euro a megawattora, considerati già un livello molto pesante, ieri si è arrivati a quota 295, una crescita che a breve potrebbe sfondare il tetto dei 300 euro. In tutta Europa è allarme, perché l’aumento del prezzo del gas in autunno e in inverno avrebbe effetti devastanti sui conti delle aziende e delle famiglie. Il costo del metano influisce sulla produzione in quanto, oltre ad alimentare i forni di numerose industrie (si va dalle fabbriche di acciaio a quelle delle ceramiche, passando per le cartiere) è il combustibile più utilizzato per far funzionare le centrali elettriche. Senza gas si fermano le linee di lavorazione, ma si spengono anche le luci, per non parlare del riscaldamento. Nonostante le minacce di Putin di lasciarci al freddo, al momento non si intravede un rischio vero di blackout, ma il problema è la bolletta. Chi pagherà i prezzi sempre più alti e quali saranno gli effetti sul sistema economico? L’inflazione è già ai massimi degli ultimi 20 anni e si tira dietro l’aumento della rata dei mutui e più in generale dei finanziamenti bancari. In pratica, oltre a pesare nella borsa della spesa, il prezzo del gas è destinato a incidere anche nel portafogli per via degli interessi. Mario Draghi qualche settimana fa disse che avremmo dovuto aspettarci un autunno difficile, ma quello che avanza sembra un po’ pi ù preoccupante di quanto ha lasciato intendere il presidente del Consiglio. Se la Germania si prepara a un risparmio del 15-20 per cento dei consumi, significa che la situazione è davvero grave: se i tedeschi, che guidano la locomotiva d’Europa, si predispongono all’austerity, noi non possiamo fare finta di niente, come invece si è fatto finora, minimizzando gli effetti delle sanzioni contro la Russia, principale causa dei rincari. Già quanto ho raccontato dovrebbe allarmare, ma poi mi è toccato ascoltare la ricetta di Enrico Letta pe r fronteggiare il caro gas e ho capito che il segretario del Pd ha scoperto l’acqua calda. Dopo aver constatato che le misure europee per fermare la rincorsa dei prezzi non sono servite a nulla, L etta ha riscaldato la vecchia idea di mettere un tetto al prezzo del gas. Siccome finora non ci è riuscito nessuno, perché la proposta è inapplicabile, L etta ha deciso di farla sua. Bloccare il prezzo per evitare di farlo salire dev’e ss e rgl i parsa un’idea degna di un premio Nobel. Peccato che il venditore di gas, cioè Puti n , non abbia nessuna voglia di cederlo al prezzo che desidera l’acquirente, perché pur di non agevolarci è disposto a svendere il gas a chi è pronto a comperarlo sottobanco. Che sia acqua calda lo dimostra una semplice considerazione: se non ci è riuscita la Ue, come può riuscirci la sola Italia? Ma tra le geniali proposte del leader del Pd ci sono anche il disallineamento dei prezzi dell’energia rinnovabile dagli altri, ma non capisce che così eolico e solare costerebbero di più visto che per incrementare la produzione servono investimenti. Secondo L etta poi, bisognerebbe creare un contratto luce sociale per imprese e famiglie, cioè inventare l’ennesimo bonus a carico della fiscalità generale, dimenticando che già ora i Comuni pagano le bollette delle famiglie indigenti (in massima parte composte da immigrati). E, dulcis in fundo, un credito d’imposta per le imprese, anche questo pagato dal già disastrato bilancio pubb l ic o. In pratica, quella di L etta è una minestra riscaldata, bollita e ribollita nell’id e o l og i a , senza nessuna apertura sul nucleare e nemmeno un ripensamento sui rigassificatori o sulla guerra. Senza giri di parole, se queste sono le idee della sinistra per far fronte alla più grave crisi energetica dopo lo choc petrolifero degli anni Settanta, c’è una sola raccomandazione che mi sento di fare. Preparate le candele, perché ci torneranno utili se le elezioni le dovesse vincere il Pd con la sua banda del No a qualsiasi cosa odori di futuro.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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