STUPIDA RAZZA

martedì 23 agosto 2022

Il prezzo del gas è esploso ma il tetto nazionale voluto da Pd e Azione è da somari

 

 I prezzi di gas ed energia elettrica ieri hanno toccato nuovi record, dando chiaramente l’idea di una situazione ormai fuori controllo. Il gas con consegna a settembre al Ttf ha toccato i 295,00 €/Mwh, per chiudere poi a 280,235 €/Mwh, con un guadagno di 22 €/Mwh rispetto all’ultima c h i u su ra . Il prezzo dell’energia elettrica con consegna settembre in Italia ha fatto registrare un massimo di 670 €/Mwh per poi chiudere a 650 €/ M wh . Per le consegne dell’i nte ro anno 2023 il prezzo è stato di 569 €/Mwh. In Germania, l’energia elettrica con consegna nel primo trimestre 2023 ha toccato un massimo di 870 €/Mwh. Una volatilità da record, che pone in serio pericolo l’intera economia contin e nta l e. I prezzi hanno continuato la salita iniziata venerdì, quando si è saputo della chiusura per tre giorni del gasdotto Nord Stream 1 per manutenzione, che fa temere un azzeramento dei flussi dalla Russia. Se ciò accadesse, la Germania non avrebbe gas sufficiente per i propri utilizzi e dovrebbe ricorrere a pesantissimi razionamenti. In sintesi, la riduzione dei consumi di gas, che pure c’è stata in Italia e in Germania, non è ancora sufficiente a far abbassare il prezzo. C’è ancora troppa domanda rispetto all’offerta, soprattutto considerando il fatto che tutta Europa sta correndo per colmare gli stoccaggi, ancora lontani dal riempimento obiettivo. La cosa peggiore registrata ieri è senza dubbio il silenzio tombale della Commissione europea a Bruxelles e del governo italiano. Non una parola da parte dei responsabili dei due esecutivi, mentre altre devastanti picconate al sistema industriale europeo venivano assestate. Si sono sentite le voci, invece, di qualche candidato alle elezioni in Italia. Enrico Letta , intervistato a Radio 24, ha rispolverato alcune idee sul tema energetico. La proposta di L etta - alla quale si è accodato anche il leader di Azione, Carlo Calenda - è quella di un tetto al prezzo dell’e n e rg i a elettrica a livello nazionale, imitando ciò che ha fatto la Spagna. Il meccanismo spagnolo funziona discretamente, è vero, ma non è replicabile fuori dalla penisola iberica. Il c ap iberico prevede che ci sia un prezzo massimo del gas, fissato dal governo, applicato a chi con il gas produce energia elettrica. Quando il produttore offre la propria energia in borsa lo farà quindi sulla base di quel prezzo del gas, non del suo costo reale. Questo fa sì che il prezzo marginale dell’energia elettrica prodotta con gli impianti a gas risulti effettivamente più basso. Questo prezzo viene poi mediato con il prezzo marginale ottenuto dalle fonti rinnovabili (normalmente più basso) e applicato ai consumatori finali. Su questi ultimi però pesa un costo, pari alla differenza tra il prezzo del gas imposto dal governo e quello reale sostenuto dal produttore di energia. Nel complesso, il consumatore finale paga meno di quanto avrebbe pagato in assenza del c ap. Il requisito essenziale di questo meccanismo è però il sostanziale isolamento elettrico della penisola iberica, che evita influenze sui prezzi degli altri Paesi. Se questo sistema fosse applicato all’Ita - lia, che ha interconnessioni con Grecia, Slovenia, Austria, Svizzera e Francia, considerato l’algoritmo che calcola i prezzi, nelle zone di confine risulterebbero incentivi ad esportare energia dall’Ita l i a , vanificando il c ap stesso. L’ipotesi del tetto alla spagnola era stata già archiviata dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani du e mesi fa: «Abbiamo studiato a fondo la questione, però il caso iberico non è replicabile come formula nel nostro Paese per una serie di motivi. O lo fa tutta l’Europa, oppure rischieremmo di rimanere isolati, visto che noi, purtroppo, siamo interconnessi». Il segretario dem, come anche Calenda in mattinata, ha poi fatto cenno anche al tetto al prezzo del gas a livello europeo, di cui si parla a vuoto da mesi e ormai diventato una creatura mitologica. Come sempre, quando si parla di tetto al prezzo del gas si evita di spiegare a cosa ci si riferisce, per il semplice motivo che chi ne parla non sa come funziona. Se lo sapesse, saprebbe anche che non è praticabile. O meglio, è possibile, ma è necessario che qualcuno paghi la differenza tra il tetto e il prezzo reale. Sarebbe opportuno, quindi, che quando un candidato parla di «tetto ai prezzi» spiegasse anche dove reperire le risorse necessarie. Mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz è in Canada per cercare di portare a casa un po’ di Lng, sindacati e operatori ferroviari tedeschi hanno pubblicamente espresso forti perplessità in merito al piano per dare una priorità al traffico ferroviario di carbone. La priorità al trasporto di carbone (secondo, dopo i trasporti militari) comporta che ci sarà una lotta per occupare gli spazi residui, determinando inefficienze e disservizi sull’ut i l i z - zo della rete ferroviaria. Una rete che, ha riconosciuto lo stesso ministro tedesco ai trasporti Volker Wissing, è carente e bisognosa quegli investimenti che per trent’anni non sono stati fatti. Intanto la Bulgaria ha annunciato di voler seguire le orme dell’Ungheria, avviando un negoziato con la Russia per avere gas da Gazprom in vista dell’autunno. Il ministro bulgaro Rossen Hristov ha affermato che il suo Paese non ha gas sufficiente per ottobre e mesi seguenti, dopo che un contratto per ricevere Lng dall’americana Cheniere non è andato a buon fine per questioni di prezzo. Un’a l tra spaccatura nel fronte europeo, sempre meno compatto e sempre più in crisi. 

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