STUPIDA RAZZA

giovedì 25 agosto 2022

Caro energia, primi impatti sulle imprese In sette mesi +45% per la Cig straordinaria

 

Primi segnali di cedimento dell’attività industriale incalzata dai rincari dell’energia dopo le sanzioni a Mosca. Lo dicono i dati Inps sulla cassa integrazione: tra gennaio e luglio la Cig straordinaria è volata a + 45,65% sullo stesso periodo del 2021. Un’accelerazione che si è toccata con mano a giugno, dove, rispetto a maggio, la Cigs è cresciuta del 49,8%. In vista di un peggioramento il Governo sta studiando una proroga della Cigs, almeno per i settori più colpiti.

L’autunno è ormai alle porte e si annuncia carico di scuri nuvoloni per la nostra economia. Con le imprese e le famiglie che sono già alle prese con la nuova impennata dei costi dell’energia e che fanno fatica a difendersi dai morsi dell’inflazione. Che sembra pronta ad accelerare la sua corsa proprio mentre gli italiani si preparano ad andare alle urne per le elezioni anticipate del 25 settembre. Una tornata elettorale che impedisce al governo dimissionario di allestire nuovi “scudi” per attutire sulle aziende, già in difficoltà, e sui lavoratori, le ricadute del caro-bollette ma che non impedisce all’esecutivo di valutare la collocazione di un nuovo “dossier Cig” all’interno del solco, per altro abbastanza ampio, del disbrigo dei cosiddetti “affari correnti” tracciato dopo la presa d’atto di Mario Draghi di non avere più la stessa maggioranza che lo aveva sostenuto nei mesi scorsi e lo scioglimento delle Camere da parte del capo dello Stato. I primi campanelli d’allarme si possono già vedere tra le pieghe degli ultimi dati Inps sulla cassa integrazione: nel periodo gennaio-luglio la Cigs (vale a dire l’ammortizzatore per le difficoltà più strutturali) è schizzata a + 45,65% rispetto allo stesso periodo 2021, interessando soprattutto industria (+35,81%), edilizia (+34,88%), commercio (+103,62%). Un’accelerazione che si è toccata con mano a giugno, dove, rispetto a maggio, la Cigs è cresciuta del 49,8%; ed è proseguita a luglio (+25,2% su luglio 2021 - il confronto mensile nei mesi di luglio e agosto è poco indicativo perché nei mesi estivi tra chiusure aziendali e ferie i dati sugli ammortizzatori sono di solito più contenuti) Con la ripresa post Ferragosto, quindi, l’eventualità di ricorrere a una sorta di prolungamento dell’ammortizzatore “scontato”, specie per i settori più colpiti dal mix caro energia-materie prime-inflazione, mantenendo un raccordo con la riforma Orlando, sta diventando una chiara necessità. La riforma Orlando, in vigore da gennaio, è già stata puntellata nei mesi scorsi (proprio con la Cig “scontata”, ad esempio), con “deroghe” che sono costate intorno ai 400 milioni. Anche perché (si veda Sole24Ore di ieri), a questi prezzi di bollette e consumi, e in vista di un possibile razionamento del gas, in autunno lo spettro è di dover decidere quali codici Ateco potranno lavorare e quali no. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, è stato chiaro sulla necessità per politica e governo uscente di ascoltare l’allarme del mondo produttivo, e di agire subito. A Palazzo Chigi ne sono consapevoli da diversi giorni. La Cig “scontata”, senza cioè pagare le addizionali (per la Cig pari a 9%, 12%, 15% in base all’utilizzo del sussidio, per il Fis pari al 4% della retribuzione persa, ndr), prevista dal decreto Energia di marzo, e valida per cinque settori più in difficoltà (siderurgia, legno, ceramica, automotive, agroindustria), è scaduta lo scorso 31 maggio. Ci sono, per chi ha esaurito i contatori, altre 26 settimane fino al 31 dicembre, ma sono costose per le imprese. Pertanto, se i partiti, impegnati in campagna elettorale, non saranno contrari, il governo è pronto a intervenire nel rispetto dei limiti indicati dalla Costituzione ma anche degli spazi di bilancio. Che però sono esigui. Dopo

il varo alla fine del mese scorso del “pesante” decreto Aiuti bis il ministero dell’Economia potrebbe riuscire a recuperare ancora qualche centinaio di milioni

(c’è chi ipotizza 3-400 milioni) ma non di

più. E questo è il principale ostacolo da

superare. La questione potrebbe essere

affrontata, magari in via preliminare,

anche nel prossimo Cdm in arrivo. Il veicolo legislativo potrebbe essere un

emendamento al Dl Aiuti bis.

A luglio lo stesso Draghi, nel confermare le sue dimissioni, aveva lasciato

intendere che il governo non sarebbe rimasto passivo, e non solo sul Pnrr:

«Dobbiamo far fronte alle emergenze

legate alla pandemia, alla guerra in

Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia, anche per favorire il lavoro del

governo che ci succederà», aveva affermato il premier. Un perimetro ampio,

che di fatto comprende la possibilità di

intervenire con una nuova dose di Cig

“scontata” per sostenere imprese e lavoratori contro gli effetti della crisi

energetica e del conflitto russo-ucraino.

Per gli esperti l’apertura di dossier

Cig è una mossa lungimirante. «È vero

che oggi le aziende possono contare su

strumenti eccezionali ma le causali non

sono adeguate alla tipologia di problemi che saremo chiamati ad affrontare

in autunno - avverte Enzo De Fusco di

De Fusco Labour&Legal, tra i big della

consulenza alle imprese -. Dopo il decreto del ministro Orlando, per problemi energetici si può richiedere la Cig ordinaria, ma molte aziende hanno terminato il plafond. Il tema è serio, e dobbiamo essere attrezzati per affrontarlo,

introducendo una cassa in deroga così

come è stato fatto con il Covid, per non

consumare tutto il plafond».


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