STUPIDA RAZZA

martedì 30 agosto 2022

Farmaceutica, l’aumento costi del 35% frena l’industria

 



«Con la fiammata dei prezzi a luglio e agosto, gli aumenti del gas arrivano a circa +600% rispetto a un anno fa, in linea con quanto sta avvenendo in tutti i settori». Farmindustria lancia un vero e proprio allarme sulle produzioni che potrebbe portare a una carenza di farmaci oltre che a difficoltà per le aziende e il presidente Marcello Cattani descrive il mix di criticità che il settore sta scontando: dai costi dell’energia alle materie prime. E per questo invoca «una moratoria sulla riduzione dei prezzi dei medicinali» e ribadisce il “no” alla revisione dei prontuari farmaceutici, mentre chiede più risorse per la salute. Tutti i settori della filiera farmaceutica, stanno infatti assorbendo parte importante degli aumenti dei costi, ma non integralmente. Quindi la crisi energetica determina anche effetti indiretti aggiuntivi per le aziende farmaceutiche, con incrementi dei prezzi di tutti i fattori della produzione che vanno dai materiali, agli imballaggi, alle manutenzioni degli impianti, dove, in media, c’è stato un incremento del +35% nel primo semestre 2022. Su questi aumenti si innesta «la specificità della farmaceutica per la quale è impossibile trasferire, nemmeno in parte, gli aumenti dei costi sui prezzi finali dei farmaci con prescrizione, che sono amministrati e negoziati», dice Cattani. A questo proposito i dati Istat parlano chiaro: nel primo semestre i prezzi alla produzione nell’industria manifatturiera nel suo complesso sono cresciuti del 40% e la farmaceutica è l’unico settore che registra 0%. Nei prossimi giorni è attesa la pubblicazione del dato di luglio che dovrebbe confermare questa tendenza. A fronte di un’inflazione a luglio pari all’8%, i prezzi al consumo dei farmaci con prescrizione sono scesi dell’1%, per effetto di scadenze di brevetto e rinegoziazioni, che coinvolgono anche quelli acquistati direttamente dal SSN. Il confronto con gli altri paesi europei dà la misura della gravità della situazione. Come mostrano dati di Confindustria, l’impatto in altri paesi competitor è più ridotto, soprattutto in Francia dove è quasi la metà, ma anche in Germania,, dati i più alti costi dell’energia in Italia. Farmindustria, oltre ai fortissimi aumenti dei costi, segnala in circa l’80% dei casi difficoltà anche sugli approvvigionamenti, che hanno portato già a registrare carenze dei fattori della produzione, ancora più probabili con gli ulteriori aumenti. In questa situazione è forte la preoccupazione di poter mantenere la continuità operativa, sia per le difficoltà riscontrate direttamente sia per quelle dei fornitori che potrebbero essere costretti ad interrompere l’attività. A questo punto la priorità diventa “mettere in sicurezza” il sistema industriale, evitando riduzioni dei prezzi e con il massimo impegno per l’attrattività del sistema. 

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