STUPIDA RAZZA

martedì 30 agosto 2022

La vera Mission impossible: trovare un medico

 

Sono quasi 20.000 i medici che mancano all’Ital i a (specie nei pronto soccorso) dopo anni passati a parlare della necessità di investimenti. Nostro viaggio negli ospedali: tra risorse tagliate, condizioni di lavoro sfibranti anche per motivi di sicurezze e mancanza di lungimiranza nella formazione. Parlano medici, chirurghi e sindacalisti di una professione ormai a rischio.AAA Cercasi dottore disperatamente. La salute non va in vacanza ma mai come in questa estate ammalarsi è un problema. La mancanza di medici non è una novità ma ora si sono sommati i buchi creati dai pensionamenti e dalle assenze per smaltire le ferie accumulate durante l’emergenza pandemica. Un corto circuito innescato dal ritorno in massa dei pazienti dopo due anni di cure con il contagocce. E si è arrivati al paradosso di importare medici dall’estero. Dall’Uc ra i n a ne sono arrivati 250 e altri 100 dall’Albania. Ma il caso più eclatante è il reclutamento, deciso dal presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, di 500 camici bianchi provenienti da Cuba. Il governatore di centrodestra ha spiegato che diversi bandi di concorso a tempo indeterminato sono andati deserti, tesi però smentita da associazioni sindacali e personale medico che non avrebbero mai saputo di esami per il reclutamento. Come mai, appena si sono aperte le porte del pensionamento, tanti medici hanno colto la palla al balzo per andarsene? Come mai un posto in ospedale, specie al Sud, è precipitato nelle aspirazioni di un giovane laureato? E quanto ha inciso la selvaggia «spending review» degli ultimi dieci anni che ha tagliato i posti nelle specializzazioni? L’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri, ha calcolato che tra ospedali, pronto soccorso e medici di famiglia, mancano circa 18.500 camici bianchi. La situazione più critica, è quella dei pronto soccorso dove, alle emergenze quotidiane, si aggiunge l’esercito dei malati che non potendo rinviare ancora le cure, dopo lo stop del Covid, bussano agli ospedali per essere assistiti. E non possono permettersi uno specialista p r ivato. Gli ospedali sono entrati in affanno e il sovraffollamento ha coinciso con l’esodo dei medici. Secondo Anaao Assomed, ne mancano circa 4.500. Ma l’allarme riguarda in generale gli ospedali: sono 10.000 i posti vacanti. Gli organici ridotti all’osso costringono a turni massacranti, ad accumulare ferie che prima o poi andranno smaltite creando ulteriori vuoti. In sofferenza anche il servizio delle ambulanze dove i camici bianchi si sono ridotti del 50% negli ultimi dieci anni. La legge di bilancio ha stanziato 90 milioni per una indennità accessoria, ma è come una goccia nel deserto. Si è anche assottigliato il numero dei medici di famiglia, il primo snodo di assistenza del servizio sanitario, che fino a qualche anno fa era un vanto della sanità italiana rispetto al resto d’Eu - ropa. Si contano circa 4.000 sedi vacanti su una categoria che ne conta complessivamente 40.000. Il fabbisogno riguarda sia piccoli centri montani e delle campagne, ma anche grandi città come Milano e Firenze. In alcune regioni, specie nel Nord, sono stati richiamati in servizio i pensionati. Per tamponare la situazione, i pazienti sono dirottati in studi che hanno raggiunto il massimo della capienza consentita per legge, cioè 1.500 assistiti. Il problema non è la carenza di laureati in medicina: nei prossimi 10 anni, le università ne sforneranno circa 100.000, un numero più che sufficiente per le esigenze di turn over. Mancano invece gli specialisti, quelli che lavorano negli ospedali e in molte strutture del territorio. Una ricerca Eurostat dell’agosto 2020 evidenzia che l’Italia è il secondo Paese con più medici nella Ue: circa 240.000 su 1,7 milioni registrati nella Ue, dietro solo alla Germania che ne ha 357.000, il 21,1% del totale, e davanti alla Francia con 212.000. Ci sono 3,1 medici ogni 1.000 abitanti secondo l’Istat, il che ci colloca nella media europea. Tuttavia, il numero di medici disponibili non si riflette negli organici della sanità pubblica. Gli ultimi dati del ministero della Salute (2017) sui camici bianchi nel Servizio sanitario nazionale indicano 1,7 medici ogni 1.000 abitanti. Essi scarseggiano perché, a partire dal governo Monti, la sanità ha subito pesanti tagli che hanno colpito in particolare le borse di specializzazione. Va considerato anche che, come stima l’Anaao, solo il 66% degli specialisti sceglie il servizio pubblico, i restanti lavorano nella sanità privata o scelgono la libera professione. Un’opzione che consente di esercitare sia negli ospedali sia nelle cliniche, senza vincoli di esclusiva.Altro elemento è che alcune specializzazioni come la medicina d’urgenza non esercitano grande appeal sui laureati che preferiscono settori meno stressanti e più remunerat iv i . Qualcosa è stato fatto per colmare i buchi negli organici ospedalieri. I contratti di formazione sono stati portati da 4.500 a 15.000, però produrranno effetti a lungo andare. Formare uno specialista richiede 4-5 anni e occorre quindi scontare un periodo in cui le strutture continueranno a essere in emergenza. Secondo Anaao, i circa 10.000 medici che oggi mancano all’appello negli ospedali saranno verosimilmente recuperati tra il 2024 e il 2028, quando entreranno nel sistema sanitario coloro che quest’anno iniziano la s p e c i a l i z za z io n e. Oltre a pensionamenti, turni stressanti e remunerazione considerata bassa in relazione all’impegno, recentemente è emerso un ultimo fattore che rende meno attrattivo il lavoro in ospedale: l’aumento delle aggressioni. Nella città metropolitana di Milano, da gennaio a maggio, sono stati denunciati 116 casi di attacchi al personale a fronte di 122 in tutto il 2021. Minacce e intimidazioni sono più che raddoppiate: da 22 casi lo scorso anno a 45 nei primi cinque mesi del 2022. Il fenomeno è generalizzato. Secondo la Fnopi (la federazione degli infermieri), le aggressioni fisiche colpiscono in media in un anno un terzo degli infermieri: circa 130.000 casi con un sommerso non denunciato all’Inail stimato in circa 125.000 casi l’a n n o.

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