STUPIDA RAZZA

giovedì 18 agosto 2022

Grande alleanza con l’India, tra i primi acquirenti di energia e armi dalla Russia

 

Due mesi prima dell'inizio della sua “operazione speciale” in Ucraina, Vladimir Putin ha stretto un’alleanza strategica, commerciale e industriale, sulle armi e la difesa con l’India. Il 6 dicembre 2021 il presidente russo al termine del vertice bilaterale a Nuova Delhi ha firmato una lunga serie di accordi di cooperazione con il primo ministro indiano Narendra Modi. Obiettivo: rafforzare i legami tra i due paesi sugli armamenti e le tecnologie legate alla difesa. Un patto di ferro che arriva fino al 2031 e che punta ad aumentare gli scambi commerciali tra i due paesi a 30 miliardi di dollari a partire dal 2025. La cooperazione militare tra Russia e India - alleato chiave per gli Stati Uniti in Asia nel suo sforzo di contenimento dell’espansionismo cinese - preoccupa non poco Washington e anche Londra: entrambi i Paesi hanno espresso critiche e perplessità. Ma così è. Nel vertice bilaterale del 6 dicembre sono stati siglati ben 28 accordi di investimento nel settore difesa e aerospazio. Ma anche nell’acciaio, nella cantieristica navale, nel carbone e nell’energia. L’India è uno dei principali importatori al mondo di armamenti, con una spesa in forte crescita. Ha un grande esercito formato da 1,38 milioni di persone da rifornire. Stando al database di SIPRI, l’istituto indipendente svedese che monitora le compravendite di armi nel mondo, tra il 2018 e il 2021 il governo di Nuova Delhi ha investito 12,4 miliardi di dollari in armamenti: quasi metà di questa spesa finisce in Russia, che ha ricevuto nello stesso periodo 5,51 miliardi di dollari dal paese asiatico.  L’India si è impegnata a produrre più di 600mila fucili d’assalto Kalashnikov AK-203 per i suoi soldati. Oltre ai Kalashnikov, in dotazione alle forze armate indiane ci sono anche carri armati made in Russia. L’aviazione militare indiana Bhāratīva Vāyu Senā inoltre utilizza i caccia multiruolo Sukhoi Su30MKI, che ha contribuito a sviluppare, e gli elicotteri da trasporto russi Mil Mi-17. La portaerei della Marina indiana INS Vinkramaditya faceva parte della flotta navale sovietica. La Russia, oltre agli accordi per delocalizzare la produzione di Kalashnikov, vuole continuare a fornire all’India anche i sistemi di difesa anti aerea S-400 - che vengono peraltro venduti da Mosca anche alla Turchia, Paese Nato. Oltre alle armi, l’energia. La società petrolifera russa Rosneft, nello stesso bilaterale, ha firmato un contratto con Indian Oil che prevede un incremento nella fornitura di greggio, fissato a oltre 2 milioni di tonnellate di petrolio per la fine del 2022. I due paesi hanno firmato anche una lettera di intenti che prevede una fornitura ininterrotta di carbone dalla Russia all’India per alimentare le sue acciaierie. Due mesi dopo Putin ha lanciato la sua invasione in Ucraina. E Mosca, per le sanzioni occidentali, ha incrementato le vendite di gas verso l’Asia. Dirette verso l’energivora Cina ma anche in India. Petrolio, carbone e gas dunque. Secondo i dati pubblicati dalla piattaforma di analisi finanziaria Refinitiv, nei primi tre mesi di guerra ucraina, l’India ha importato 34 milioni di barili di petrolio russo (a 70$ al barile), oltre a carbone e gas a prezzi da saldo. Si parla di una spesa complessiva di 5,1 miliardi $ in tre mesi, cinque volte di più del valore dell’anno precedente. L’India tra aprile e giugno ha importato anche 7,74 milioni di tonnellate di fertilizzanti dalla Russia. Per quella che si definisce la più grande democrazia del mondo i rapporti con Stati Uniti e Gran Bretagna sono molto importanti. Le sanzioni occidentali decise contro Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina mettono a rischio molte di queste forniture. Per questo motivo Delhi, più grande acquirente di armi russe, almeno fino a quando durerà l’“operazione speciale” di Putin proverà a far finta di cercare alternative per le sue forniture militari: ha chiesto alle aziende del settore di produrre di più e di diversificare i suoi fornitori dall’estero.



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