Scattano i primi fermi produttivi Bonomi: «Imprese in difficoltà gravi»
Sotto l’incalzare della crisi energetica
il sistema industriale italiano è in gravi
difficoltà, spiega il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. «Fino ad ora
- aggiunge - le aziende hanno fatto
miracoli», ma così non si può proseguire. «È mancata una politica industriale dell’Europa», accusa ancora
Bonomi. Intanto cresce il numero delle imprese che rallentano o cessano la
produzione perchè i costi sono fuori
controllo, come nel caso nella filiera
del legno arredo con i pannelli. Prime
domande per la cassa integrazione. Non è solo la guerra. La crisi di oggi
viene da lontano: «Purtroppo abbiamo avuto decenni di scelte sbagliate sul tema energetico in Italia,
ma soprattutto è mancata l’Europa,
che non ha avuto una politica industriale ed energetica».
Carlo Bonomi ha parlato ieri sera, ospite in studio al Tg1 delle 20.
Ogni giorno il prezzo del gas macina record, con lievi oscillazioni ma
su livelli esorbitanti. E dal mondo
delle imprese continuano ad arrivare allarmi: «Nei primi sette mesi
dell’anno la Cassa integrazione
straordinaria è aumentata del 45%
rispetto all’anno precedente. È un
segno evidente che la crisi sta mordendo le imprese italiane», ha detto Bonomi rispondendo alle domande della giornalista.
Già il periodo passato, gli anni
pesanti della pandemia, hanno
creato pesanti difficoltà al mondo
imprenditoriale: «Le imprese italiane hanno fatto miracoli a partire dall’emergenza pandemica, dal
Covid. Hanno sostenuto i costi
delle materie prime, la loro mancanza, l’aumento dei costi energetici». Ora, ha sottolineato il presidente di Confindustria, «sono arrivate ad un punto in cui fanno
molta difficoltà».
Il governo può e deve intervenire, aveva incalzato Bonomi nei
giorni scorsi, sollecitando anche i
partiti a far prevalere il senso di responsabilità. Intanto la Ue ha fissato per il 9 settembre la riunione
dei ministri dell'Energia. Sembra
che, sotto la spinta dell’emergenza, ci sia la possibilità di agire mettendo un tetto al prezzo del gas e di
sganciare il prezzo dell’elettricità
da quello del gas.
«Oggi finalmente forse vediamo cambiare l’atteggiamento dei
singoli Stati membri. Dobbiamo
però ricordare che è un anno che
lo stiamo dicendo. Il 10 novembre del 2021 abbiamo fatto un accorato appello con i miei colleghi
della Confindustria francese e
tedesca all’Europa per affrontare
quella crisi energetica che già si
intravvedeva».
Bonomi in questi giorni ha incalzato sulla necessità di una serie
di misure urgenti: un tetto al prezzo del gas, a livello europeo oppure, se non si dovesse raggiungere
l’intesa Ue, a livello nazionale; la
separazione del prezzo dell’elettricità da quello del gas, tema che
si dovrebbe discutere nella prossima riunione di Bruxelles; la sospensione dell’acquisto di quote
ETS a carico delle imprese «una
follia a questi prezzi» ha detto nei
giorni scorsi. Inoltre sarebbe opportuno destinare una quota della
produzione delle rinnovabili a costo amministrato all’industria
manifatturiera. È un grido d’allarme, quello delle imprese, che va ascoltato se non si vuole mettere
a rischio la tenuta del tessuto industriale e quindi pesare sui posti
di lavoro e sul reddito delle famiglie. In poche parole è a rischio il
sistema Paese, e bisogna agire, in
Italia e in Europa.
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