STUPIDA RAZZA

mercoledì 31 agosto 2022

Scattano i primi fermi produttivi Bonomi: «Imprese in difficoltà gravi»

 



Sotto l’incalzare della crisi energetica il sistema industriale italiano è in gravi difficoltà, spiega il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. «Fino ad ora - aggiunge - le aziende hanno fatto miracoli», ma così non si può proseguire. «È mancata una politica industriale dell’Europa», accusa ancora Bonomi. Intanto cresce il numero delle imprese che rallentano o cessano la produzione perchè i costi sono fuori controllo, come nel caso nella filiera del legno arredo con i pannelli. Prime domande per la cassa integrazione. Non è solo la guerra. La crisi di oggi viene da lontano: «Purtroppo abbiamo avuto decenni di scelte sbagliate sul tema energetico in Italia, ma soprattutto è mancata l’Europa, che non ha avuto una politica industriale ed energetica». Carlo Bonomi ha parlato ieri sera, ospite in studio al Tg1 delle 20. Ogni giorno il prezzo del gas macina record, con lievi oscillazioni ma su livelli esorbitanti. E dal mondo delle imprese continuano ad arrivare allarmi: «Nei primi sette mesi dell’anno la Cassa integrazione straordinaria è aumentata del 45% rispetto all’anno precedente. È un segno evidente che la crisi sta mordendo le imprese italiane», ha detto Bonomi rispondendo alle domande della giornalista. Già il periodo passato, gli anni pesanti della pandemia, hanno creato pesanti difficoltà al mondo imprenditoriale: «Le imprese italiane hanno fatto miracoli a partire dall’emergenza pandemica, dal Covid. Hanno sostenuto i costi delle materie prime, la loro mancanza, l’aumento dei costi energetici». Ora, ha sottolineato il presidente di Confindustria, «sono arrivate ad un punto in cui fanno molta difficoltà». Il governo può e deve intervenire, aveva incalzato Bonomi nei giorni scorsi, sollecitando anche i partiti a far prevalere il senso di responsabilità. Intanto la Ue ha fissato per il 9 settembre la riunione dei ministri dell'Energia. Sembra che, sotto la spinta dell’emergenza, ci sia la possibilità di agire mettendo un tetto al prezzo del gas e di sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas. «Oggi finalmente forse vediamo cambiare l’atteggiamento dei singoli Stati membri. Dobbiamo però ricordare che è un anno che lo stiamo dicendo. Il 10 novembre del 2021 abbiamo fatto un accorato appello con i miei colleghi della Confindustria francese e tedesca all’Europa per affrontare quella crisi energetica che già si intravvedeva». Bonomi in questi giorni ha incalzato sulla necessità di una serie di misure urgenti: un tetto al prezzo del gas, a livello europeo oppure, se non si dovesse raggiungere l’intesa Ue, a livello nazionale; la separazione del prezzo dell’elettricità da quello del gas, tema che si dovrebbe discutere nella prossima riunione di Bruxelles; la sospensione dell’acquisto di quote ETS a carico delle imprese «una follia a questi prezzi» ha detto nei giorni scorsi. Inoltre sarebbe opportuno destinare una quota della produzione delle rinnovabili a costo amministrato all’industria manifatturiera. È un grido d’allarme, quello delle imprese, che va ascoltato se non si vuole mettere a rischio la tenuta del tessuto industriale e quindi pesare sui posti di lavoro e sul reddito delle famiglie. In poche parole è a rischio il sistema Paese, e bisogna agire, in Italia e in Europa.

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