STUPIDA RAZZA

venerdì 19 agosto 2022

«Le fonti fossili sono insostituibili Che errore dire addio al nucleare»

 

Noi sottoscritti, promotori la petizione italiana sul clima, inviata nel 2019 alle massime autorità politiche e i cui contenuti hanno ricevuto, a livello internazionale, l’ad e - sione del premio Nobel per la fisica Ivar Giaever e di 1200 studiosi in diverse discipline scientifiche, incluse le scienze della terra, la fisica e la chimica. E cioè: 1Il clima attuale non è differente da periodi caldi già occorsi nel passato sia storico che geologico. 2 Eventi meteorologici estremi sono sempre esistiti. Essi - siccità, inondazioni, frane, smottamenti, etc. - vanno combattuti con la prevenzione e l’adatta me nto, cioè con la cura e pianificazione del territorio e col governo delle acque. 3 In particolare, non è né necessario né consigliabile, anzi è dannoso, intraprendere, con l’illusoria pretesa di governare il clima, azioni di messa al bando dei combustibili fossili. Questi forniscono le risorse per l’85% del fabbisogno energetico dell’umanità: è stato grazie alla disponibilità di energia abbondante e a buon mercato che l’umanità gode del benessere materiale oggi raggiunto, e minore disponibilità d’energia significa, di fatto, ridurre quel benessere, cioè impoverirsi. Non esiste oggi alcuna tecnologia in grado di sopperire, se non in modo marginale e insignificante, all’e ne rgi a che ci viene offerta dai combustibili fossili. Grandi potenzialità avrebbe la tecnologia elettronucleare, consolidata da oltre mezzo secolo di uso in tutti i Paesi avanzati (in Eu essa è la prima fonte di generazione elettrica, e negli Usa è la seconda dopo il carbone). Tuttavia, il nostro Paese - unico al mondo - ha commesso l’errore di averlo abbandonato. Un errore al quale, prima o poi, si dovrà porre rimedio. In ogni caso, proprio per quest’errore, è vieppiù impensabile che si intraprendano in Italia politiche di riduzione dell’uso dei combustibili fossili. Si dovesse insistere altrimenti, pagheremo la scelta a caro prezzo, compreso l’aver stornato risorse che possono essere più utilmente impiegate per la prevenzione di calamità naturali, per esempio forti terremoti che sappiamo con certezza potrebbero colpirci in qualsiasi momento. Al contrario, come abbiamo chiarito nella nostra petizione italiana sul clima, non è certo e neanche quantificato l’impatto sul clima delle emissioni antropiche di CO2. In occasione della recente guerra, le errate scelte energetiche dell’Italia - la rinuncia al nucleare e all’e s tra z io - ne di gas in Adriatico, e l’impegno economico in costose e inefficienti tecnologie presunte alternative - stanno emergendo in tutta la loro d ra m m at ic i tà . In ogni caso, non trova giustificazione alcuna una politica di riduzione, per così dire, unilaterale, delle emissioni di CO2: anche se la Unione europea azzerasse oggi le proprie, la cosa non potrebbe avere sul clima alcuna delle conseguenze sperate, visto che la Ue emette meno del 10% delle emissioni globali. Per quanto sopra, noi sottoscritti, promotori la petizione italiana sul clima, sfidiamo a pubblico confronto scientifico i professori C a rl o Barbante, Carlo Carraro, Antonio Navarra, Antonello Pasini e Riccardo Valentini, promotori di una recente lettera aperta della quale non condividiamo né la scienza né la proposta politica. L’og - getto del dibattito proposto sarà il contenuto della nostra petizione, da un lato, e della loro lettera, dall’altro. Il luogo sia una sede istituzionale, accademica o politica. Ove i colleghi chiamati a confronto intendano accettare la sfida, son pregati di contattare il professor Alber to Prestininzi, a mba s ci atore italiano della World climate declaration: «There is no climate emergency» entro la fine del mese di agosto. Trascorso tale termine, a malincuore considereremo non colta la nostra sfida. 

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