STUPIDA RAZZA

martedì 30 agosto 2022

La Ue prepara una missione per addestrare truppe ucraine

 

I ministri europei della Difesa e degli Esteri si incontrano a Praga questa settimana per discutere degli ultimi sviluppi nel conflitto russo in Ucraina. Sul tavolo dei dirigenti politici due misure, in particolare: da un lato, la creazione di una missione europea tutta dedicata all’addestramento delle truppe ucraine; dall’altro, nuove regole sulla concessione dei visti ai cittadini russi. Entrambi i fronti sono delicati, e richiederanno compromessi tra i Paesi membri. Iniziamo dalla proposta di creare una missione nota con l’acronimo inglese CSDP (politiche di sicurezza e difesa comuni). Parlando a Santander, nel Nord della Spagna, l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Josep Borrell ha spiegato la settimana scorsa: «Una guerra che dura e che sembra destinata a durare richiede uno sforzo non solo in termini di fornitura di equipaggiamento, ma anche di addestramento e di assistenza all’organizzazione dell’esercito». In questo senso, l’ex ministro degli Esteri spagnolo ha chiesto ai Ventisette di creare una missione apposita, che vada oltre le operazioni di addestramento bilaterali e la fornitura di armamenti. Ha suggerito peraltro che la nuova CSDP non dovrà solo insegnare agli ucraini come utilizzare le armi europee, ma dovrà servire anche ad aiutare Kiev ad organizzare le forze armate. A Bruxelles c’era ieri cauto ottimismo su un accordo politico a Praga. La diplomazia italiana esige che la nuova missione abbia precisi contorni e precisi scopi. A Praga si tratterà di trovare una intesa su un accordo di principio, ma Roma vuole fare chiarezza sugli aspetti più importanti, pur di evitare che la posizione assunta dall’Europa in questo conflitto cambi surrettiziamente. I dettagli operativi – bilancio, uomini e durata della missione - verranno negoziati successivamente. L’addestramento comunque non avverrebbe in Ucraina, ma in un Paese membro. L’altra misura in discussione a Praga riguarda la concessione dei visti Schengen ai cittadini russi. Alcuni Paesi, dai Baltici alla Polonia, hanno chiesto l’adozione di un divieto totale. L’idea non è fattibile, sia da un punto di vista giuridico sia per motivi politici. Sul primo fronte, devono rimanere possibili i visti umanitari. Sul secondo fronte, bisogna evitare scelte radicali che smentiscano nei fatti il desiderio europeo di sanzionare il Cremlino per via della guerra in Ucraina, non la società russa. Anche su questo fronte, la diplomazia italiana intende essere ferma, pur di evitare soluzioni estremiste. Nei fatti, i ministri degli Esteri discuteranno della possibilità di adottare nuove restrizioni all’accordo con il quale dal 2007 l’Unione europea facilita la concessione di visti Schengen ai cittadini russi. È da precisare che già tra febbraio e maggio, sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina, i Ventisette avevano deciso di sospendere in parte l’intesa.

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