La Banca centrale europea getta la maschera e, nonostante lo slogan rimanga quello di decisioni da prendere di riunione in riunione in base ai dati macro aggiornati, dichiara nei fatti lotta senza quartiere all’inflazione. Lo fa, oltre che con un rialzo di 75 punti base ormai già preannunciato, con le parole dure e decise della presidente Christine Lagarde nella conferenza stampa successiva: «Occorreranno diversi consigli per riportare i tassi d’interesse a un livello che ci permetta di tornare al nostro obiettivo di inflazione. Ne serviranno da due, compreso quello di oggi, a meno di cinque». Un indovinello per dire che ci saranno, realisticamente, altri due rialzi dei tassi d’interesse. Anche perché, come ha detto in un altro passaggio della sua conferenza stampa la stessa Lagarde, «più sono alti i rialzi e più siamo lontani» dai tassi di interesse che possano assicurare a un ritorno dell’inflazione al 2%. Insomma, la strada è ancora lu n ga . I NUOVI RIFERIMENTI Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 75 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Di conseguenza i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente all’1,25%, all’1,50% e allo 0,75%, con effetto dal 14 settembre 2022. Contestualmente Francoforte ha anche rivisto verso l’alto in modo significativo le proprie previsioni del carovita. Ora, secondo i calcoli della Bce,dovrebbe raggiungere una media dell'8,1% nel 2022, del 5,5% nel 2023 e del 2,3% nel 2 02 4 . IL MEA CULPA Insomma, l’inflazione si sono convinti anche all’Eu rotower è tutt’altro che transitoria. E ieri, seppur in netto ritardo, anche la presidente Lagarde ha ammesso gli errori compiuti da Francoforte almeno per quanto riguarda le previsioni ottimistiche del passato. «Abbiamo fatto errori nelle previsioni macro, in particolare sull'inflazione», ha spiegato in conferenza stampa. Ma il mea culpa è stato comunque limitato. Lagarde ha infatti sottolineato come errori nelle previsioni siano stati fatti da tutte le principali istituzioni internazionali. E, inoltre, ha anche ribadito che secondo il suo punto di vista Francoforte non è stata troppo lenta nel contrastare l’inflazione: «Per quelli che costantemente ripetono che la Bce sia in ritardo, ricordo che siamo in una percorso che è iniziato nel dicembre scorso quando abbiamo deciso di terminare gli acquisti del Pepp e ora continuiamo nel percorso di normalizzazione». SENZA GAS RECESSIONE Lagarde in conferenza stampa ha provato a spargere ottimismo sul futuro dell’economia europea, ma non ha potuto nascondere le prospettive nerissime in caso di sospensione totale delle forniture del gas russo. «Nello scenario di base, non prevediamo una crescita negativa nel 2023», ha rassicurato la presidente della Bce, senza però scendere nei dettagli. A preoccupare maggiormente sono le previsioni «nello scenario negativo» che prevede uno stop totale delle forniture da Mosca. Una prospettiva che non appare così lontana dati gli ultimi aggiornamenti. «In tale scenario prevediamo anche un razionamento in tutta l’area dell’euro e nessuna misura di compensazione tra la carenza di approvvigionamento di gas e altre fonti alternative di approvvigionamento. Lo scenario non prevede l'afflusso di gas proveniente dall'Asia né da altri produttori ne' tiene conto del Gnl che potremmo reperire dalla Norvegia e dagli Stati Uniti. Quindi – ha sottolineato provando a tranquillizzare – è davvero uno scenario buio e avrebbe come conseguenza una recessione nel 2 023 » . LO SCUDO È DISPONIBILE Nel comunicato con cui ha annunciato il rialzo da 75 punti base dei tassi, la Banca centrale ha ribadito la piena disponibilità a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per evitare dinamiche di mercato che possano penalizzare gli stati più esposti, tra cui l’Italia. Il Consiglio direttivo, si legge, «intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti in linea capitale dei titoli in scadenza acquistati nell'ambito del programma App» per «tutto il tempo necessario». Oltre a reinvestire i pagamenti dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del Pepp «almeno fino alla fine del 2024». Piena apertura anche a intervenire con l’ormai celeberrimo scudo anti-spread: «è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia», si legge nel comunicato. La Bce lo tiene pronto insomma ed è, come ha ribadito anche la sua presidente, «pronta a usarlo». Per il momento, però, non è ancora diventato nec e s s a r io.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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