STUPIDA RAZZA

venerdì 16 settembre 2022

Il governo tedesco si prepara a nazionalizzare il colosso dell’energia Uniper

 

Alla fine di luglio Olaf S ch ol z aveva interrotto le ferie e convocato i giornalisti in cancelleria. Scegliendo l’inglese per il messaggio centrale, il Bundeskanzler aveva assicurato: «You'll never walk alone!». «Nessuno sarà lasciato da solo», di fronte alle sfide poste dalla guerra di Putin. Ebbene, ora lo Stato tedesco potrebbe acquisire una quota di maggioranza nel colosso dell’e n e rg i a Un i - p e r, principale importatore di gas in Germania. Lo ha comunicato la stessa società, che a luglio ha già chiesto e ottenuto dal governo federale aiuti di Stato perché gravemente colpita dall'interruzione delle forniture di gas attuata dalla Russia. A causa della «maggiore incertezza», Uniper sta ora discutendo con Berlino «un aumento diretto di capitale» che porterebbe, appunto, lo Stato ad acquisire «una significativa partecipazione di maggioranza» nell’azienda. Tuttavia, For tum, la società svedese che controlla Uniper, sottolinea in una nota che «nessuna decisione è stata presa». Le trattative però restano tanto che in Borsa il titolo è subito schizzato in rialzo del 9% e quello di Fortum del 4% a Helsinki. PROMESSE MANCATE Uniper lamenta che a partire dal 14 giugno la Russia non abbia consegnato tutto il gas contrattualmente previsto, con un deficit che ammonta ora all'80%, costringendola ad acquistare sul mercato i volumi mancanti a prezzi stratosferici allo scopo di assicurare le forniture ai propri clienti, con una manovra che «sta facendo attualmente accumulare perdite cash ben superiori ai 100 milioni al giorno». A stressare ulteriormente la liquidità contribuiscono le somme che il gruppo deve depositare a garanzia delle transazioni per il gas e l’elettricità . Anche se queste uscite di cash sono solo temporanee (Uniper riceverà i depositi a garanzia al momento della consegna), la cassa viene comunque dren ata . PERDITE RECORD Di certo, il gigante dell’energia tedesco nel primo semestre del 2022 ha avuto perdite nette di oltre 12 miliardi (di questi, 6,5 miliardi sarebbero legati alle interruzioni e ai tagli delle forniture di gas dalla Russia) e ha già esaurito i fondi pubblici (circa 20 miliardi di euro) ricevuti da inizio anno per salvarsi. Ne servono dunque altri e per questo si pensa a una completa nazionalizzazione dopo il primo salvataggio che ha visto entrare lo Stato nel capitale con il 30 per cento. Non solo. Secondo l’H a n d els bl att, Uniper starebbe valutando di presentare una richiesta di risarcimento all'azienda statale russa per il gas presso il tribunale arbitrale della Camera di commercio di Stoccolma. In gioco ci sono «miliardi di euro», sottolinea il quotidiano tedesco. PROBLEMI DI LIQUIDITÀ Lo scorso 9 settembre anche l’importatore di gas della Germania orientale Vn g ha presentato una richiesta di aiuti al ministero tedesco dell'Economia. L’azienda di Lipsia, che è posseduta in maggioranza da E n BW, è il terzo importatore tedesco di gas per volume. I primi due sono Uniper e la ex Gazprom Germania (ora Sefe), che è stata messa sotto gestione fiduciaria statale già in primavera. «Al fine di evitare ulteriori danni a Vng e di garantire la capacità del gruppo di agire nel suo complesso», l’azienda si sente costretta a presentare una domanda corrispondente, ha annunciato la compagnia. Il ministero dell’Economia ha confermato la richiesta, che ora viene valutata. Non sono ancora chiari ulteriori dettagli come l’entità di un eventuale contributo pubblico. In Europa ci sono, dunque, grosse società energetiche che hanno problemi di liquidità. Secondo la compagnia petrolifera norvegese Equin o r, sarebbero necessarie linee di credito di 1.500 miliardi di euro a livello europeo per compensare l’au me nto dei margini. 

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